12 agosto 2013
Proteste di fronte alla corte suprema israeliana a Gerusalemme l’11 agosto 2013, dopo la decisione del governo di liberare i prigionieri palestinesi. (Lior Mizrahi, Getty Images)
Il governo israeliano ha annunciato la liberazione di 26 prigionieri palestinesi. Lo conferma un portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu.
La decisione è prevista dagli accordi che hanno portato alla ripresa dei negoziati di pace, che ricominceranno la settimana prossima. Nel corso dei prossimi mesi, come promesso da Israele durante il primo incontro di fine luglio a Washington, saranno liberati in tutto 104 detenuti palestinesi. I primi 26 prigionieri verranno rilasciati il 13 agosto.
Il governo ha anche diffuso una lista con i nomi delle persone che saranno liberate. Di queste, 14 verranno trasferite nella Striscia di Gaza e 12 in Cisgiordania.
In Israele la decisione ha scatenato alcune proteste. L’11 agosto una ventina di persone, soprattutto familiari di vittime di attentati palestinesi, si è radunata di fronte alla corte suprema per manifestare contro il governo.
Tensioni sugli insediamenti. L’11 agosto la decisione di costruire 1200 nuovi insediamenti israeliani a Gerusalemme Est e in Cisgiordania ha messo in crisi i colloqui di pace. I palestinesi hanno accusato Tel Aviv di voler far saltare il dialogo, minacciando di abbandonare il tavolo delle trattative.
Hanan Ashrawi, membro del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), ha detto alla Bbc: “Siamo convinti che Israele stia dicendo agli Stati Uniti e al resto del mondo: ‘Indipendentemente dai negoziati, continueremo a rubare più terra, a fare più insediamenti e a demolire la soluzione dei due stati’”.
Secondo il portavoce del governo israeliano, Mark Regev, la decisione di costruire nuove case per i coloni non avrà alcuna conseguenza sulle trattative. “Queste zone spettano comunque a Israele secondo tutti i possibili negoziati di pace”, ha detto Regev.
In Cisgiordania vivono dai 340mila ai 360mila israeliani, secondo il governo di Tel Aviv. E altri 300mila vivono a Gerusalemme est, che i palestinesi vorrebbero trasformare nella loro nuova capitale. Negli insediamenti vivono soprattutto famiglie del ceto medio.
Gli Stati Uniti e altre nazioni, basandosi sul diritto internazionale, considerano gli insediamenti israeliani illegali, perché sono costruiti su territori occupati. E nonostante il loro aumento, sono considerati controversi perfino in Israele.
http://www.internazionale.it/news/medio-oriente/2013/08/12/israele-libera-26-palestinesi/
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