Israele nega il diritto allo studio ai palestinesi di Gaza

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4 luglio 2012

 Dopo 25 anni trascorsi a combattere per i diritti delle donne nella Striscia di Gaza, Andaleeb Shehadeh ora lotta per il diritto a completare i suoi studi universitari.

“Questo tipo di studi è molto importante per le donne attive nella Striscia di Gaza – spiega Andaleeb, 46 anni, madre di quattro figli – Ma non sono disponibili nella Striscia di Gaza né nel resto del Medio Oriente”. Nel 1999, Shehadeh ha cominciato un master universitario in Legge e Sviluppo all’Università di Birzeit, in Cisgiordania. Un anno dopo, dopo aver completato la metà dei suoi studi, le autorità israeliane hanno imposto il divieto assoluto di viaggiare dalla Striscia alla Cisgiordania per motivi di studio. Così Shehadeh, che lavora come direttore esecutivo al Community Media Center di Gaza, non è stata più in grado di frequentare le lezioni in Cisgiordania.

“Si sono giustificati dicendo che il divieto era per motivi di sicurezza: non solo contro di me, ma contro tutti gli studenti che volevano recarsi in Cisgiordania per studiare. Che tipo di ragioni di sicurezza sono messe in pericolo da uno studente? Che minaccia rappresenteremmo?”.

Sono nove le università in Cisgiordania e cinque nella Striscia di Gaza. In Cisgiordania sono disponibili circa il 30% in più dei programmi educativi pre-universitari e il 40% in più di quelli universitari. Alcuni programmi non sono per niente offerti a Gaza, come le lauree in odontoiatria, ingegneria medica, veterinaria e diritti umani e democrazia.

L’obiettivo è la divisione. “Intendono dividerci. Vogliono separarci dai palestinesi della Cisgiordania e impedirci di avere una buona educazione e rafforzare così il loro controllo su Gaza e sui gazawi”, aggiunge Shehadeh.

Alla fine di maggio, l’Alta Corte israeliana ha ordinato all’esercito di riesaminare il divieto di viaggio contro Shehadeh e altre quattro studentesse di Gaza, divieto che impedisce loro di raggiungere l’Università di Birzeit e terminare gli studi.

Secondo Gisha, organizzazione israeliana impegnata nell’implementazione della libertà di movimento e che ha sottoposto la petizione a favore degli studenti all’Alta Corte insieme al Al Mezan Center for Human Rights di Gaza, questo tipo di divieto di viaggio viola gli obblighi riconosciuti dal diritto internazionale nei confronti di Israele in qualità di potere occupante e i doveri di Israele secondo gli Accordi di Oslo – ovvero, considerare Gaza e Cisgiordania come un territorio unico.

“Sembra che Israele stia tentando di impedire il movimento verso la Cisgiordania. Quando sei giovane e sei uno studente, potresti incontrare una donna o un uomo e sposarti e decidere di restare – dice Ayelet Cohen, rappresentante di Gisha – Per questo dicono che gli studenti sono pericolosi”.

Prima dello scoppio della Seconda Intifada, tra luglio e settembre del 2000, ogni mese la media di ingressi in Israele dalla Striscia oscillava intorno a 500mila persone. Oggi Israele concede ai palestinesi solo 3mila permessi di uscita al mese attraverso il valico di Erez. Ma molti di questi permessi sono concessi a uomini d’affari o per ragioni umanitarie.

“Questa è la nostra terra”. Nel 2007 l’Alta Corte israeliana ha raccomandato ad Israele di creare una commissione che esamini i casi individuali dei palestinesi di Gaza che intendono studiare in Cisgiordania e di garantire i permessi a coloro che potrebbero ottenere “positive implicazioni umane” dagli studi effettuati. Ad oggi la commissione non è stata mai avviata.

“Queste donne tentano davvero di fare la differenza. Lavorano per la loro società per tutta la vita e vogliono solo imparare a farlo meglio – spiega Cohen – Ci sono uomini d’affari che passano da Gaza alla Cisgiordania e a Israele continuamente. Se loro possono viaggiare, perché queste donne non possono?”.

Per Andaleeb Shehadeh, se finire i suoi studi all’Università di Birzeit è fondamentale, lavorare per il diritto dei giovani palestinesi di Gaza di studiare liberamente in Cisgiordania è ugualmente importante. “Sento di avere l’opportunità di tornare a Birzeit. Credo che, facendo pressioni sul governo israeliano e su quelli che ci impediscono di avere un permesso per andare in Cisgiordania, riusciremo a ottenere i permessi per i giovani gazawi”.

“I giovani che vogliono completare il loro percorso universitario dovrebbe ottenere i permessi e essere autorizzati a frequentare le università della Cisgiordania – a Betlemme, Ramallah, Nablus, Hebron – perché questa è la loro terra. Siamo palestinesi e abbiamo il diritto di andare dove vogliamo e per qualsiasi ragione”.

Jillian Kestler-D’Amours The Electronic Intifada

Fonte: Electronic Intifada

Traduzione a cura di AIC Italia

http://www.palestinarossa.it/?q=it/content/aic/israele-nega-il-diritto-allo-studio-ai-palestinesi-di-gaza

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