16 gen 2011
Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità nazionale palestinese
Vip? Ma quale vip? Lui è uno come tanti altri. Anzi: più uguale di tanti altri. E proprio per questo deve sottostare anche lui – numero uno di un Paese che non c’è – alle regole dei trattati internazionali con Israele. Anzi, no. Fermi tutti. Si è trattato solo di un inconveniente. Di un incidente tecnico che sarà risolto il prima possibile. Vuoi mica tagliare i ponti con l’ultimo politico palestinese che ancora crede nel dialogo?
E insomma, è un giallo. Dove si dice tutto e il contrario di tutto. E dove nulla è per quel che appare. L’uomo coinvolto – suo malgrado – nell’ennesimo incidente diplomatico tra Israele e Autorità palestinese è nientemeno che Mahmoud Abbas, il presidente. L’interlocutore più diretto – e potente – dei colloqui di pace con lo Stato ebraico.
E allora. Succede che Gerusalemme ha revocato lo status di vip ad Abbas. In cambio, il presidente dell’Anp ha ricevuto un permesso di viaggio che dura soltanto due mesi. A dirlo – meglio: a denunciarlo – sono gli stessi funzionari palestinesi. Arrabbiati, sì. Umiliati, pure. Del resto pare che anche Abbas, uno che in confronto ai fratelli-coltelli di Hamas è un agnellino, ecco, pare che pure lui se ne sia lamentato durante la riunione dei vertici del suo partito, Fatah. Secondo i palestinesi Israele avrebbe punito Abbas per la sua decisione di far riconoscere lo Stato palestinese alle Nazioni Unite. Non sarebbe il primo caso, del resto. Da quando c’è stato il riconoscimento decine di alti ufficiali, secondo il portavoce dell’autorità Adnan Dmiri, avrebbero perso il privilegio di viaggiare liberamente.
«Niente di più falso», rispondono, piccati, da Gerusalemme. Perché tutto deriva da un problema tecnico. A metterci la faccia è il maggiore Guy Inbar, il portavoce dell’agenzia israeliana che si occupa di fornire documenti di viaggio ai cittadini palestinesi. «Non c’è stato alcun cambiamento nella politica», ha detto Inbar. «Il permesso è il risultato di un inconveniente del software del computer che sarà risolto al più presto».
Lo status di Vip non è una cosa da nulla. Di fatto permette ad Abbas di viaggiare ovunque e in ogni istante. Senza dover chieder il permesso agl’israeliani. Certo, a voler essere maliziosi si potrebbe anche dire che i palestinesi stanno po’ cercando lo scontro: perché è vero che il documento è importante per muoversi da una capitale all’altra, ma è anche vero che in questi giorni il presidente dell’Anp è andato a Londra senza problemi.
E insomma, non è successo nulla. Nel giro di pochi giorni tornerà tutto come prima. Ma il dubbio – avanzato da alcuni giornalisti israeliani, evidenziato dai palestinesi – è che lo Stato ebraico abbia voluto far capire ad Abbas – e non solo a lui – che nessuno si può muovere dalla Cisgiordania senza che Gerusalemme lo voglia.
Tanto che su Facebook molti palestinesi – giovani, soprattutto – hanno pubblicato quello che sembra essere il fac-simile del documento vip del presidente dell’Anp. Sotto all’immagine, una scritta che più sarcastica non si può: «Abbas, ci vediamo al checkpoint».
© Leonard Berberi
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