27 gennaio 2012
Tra le file del partito del premier israeliano Benyamin Netanyahu, il Likud, vi sarebbero sempre piùcoloni ebrei nazionalisti. Lo ha rivelato con preoccupazione il giornale Haaretz.
Secondo i dati di un rapporto a cui la testata progressista ha fatto riferimento, addirittura un terzo degli iscritti al partito nel corso dell’ultimo anno sono coloni residenti nei territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme est. Il partito storico della destra israeliana si sta dunque pericolosamente arricchendo di uno stuolo di nazionalisti, già legati all’ideologia tradizionalista del partito e già influenti in parlamento, che potrebbero condizionare le politiche del governo.
La questione degli insediamenti dei coloni nei territori occupati è il principale ostacolo al dialogo di pace tra Israele e Palestina. Le colonie di ebrei sono ritenute illegali dalla comunità internazionale. Ieri, proprio su tale questione, ha ricevuto un brusco stop il tentativo di rilanciare ad Amman un tavolo di trattative tra i due Paesi. L’Autorità nazionale palestinese (Anp) e i gruppi pacifisti israeliani accusano il governo Netanyahu di aver favorito negli ultimi mesi l’ampliamento delle colonie. Il congelamento delle colonie è considerato dall’Anp un prerequisito imprescindibile per il rilancio di un serio dialogo di pace tra i due popoli: per questo motivo, il presidente dell’Anp, Abu Mazen, è tornato a chiedere alle organizzazioni internazionali una condanna formale dell’attività israeliana di insediamento nei territori occupati.
http://www.eilmensile.it/2012/01/27/israele-sempre-piu-coloni-ebrei-nelle-file-del-partito-di-netanyahu/
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