News – 12/1/2012
Imemc, InfoPal. Da quando Israele ha adottato nel 2003 “misure per la sicurezza e d’emergenza”, le coppie miste israelo-palestinesi vivono in una situazione di limbo.
Questa situazione permarrà ancora in futuro, dopo che l’Alta Corte ha respinto ieri una petizione nella quale si chiedeva di permettere a queste famiglie di poter vivere unite.
La controversa “Legge sulla Cittadinanza” di Israele prevede che ogni persona di discendenza ebraica possa essere naturalizzato e possa quindi diventare cittadino israeliano (Legge del Ritorno). Ma la stessa legge include anche disposizioni che rendono estremamente improbabile per i non ebrei diventare cittadini israeliani.
Fino al 2003, i non ebrei, palestinesi compresi, sposati a cittadini israeliani, sarebbero ancora potuti diventare cittadini di Israele.
Poi, in quello stesso anno, la Knesset (il parlamento israeliano) approvò il provvedimento con il quale si introduceva per i palestinesi spostati a israeliani, il divieto di ottenere la cittadinanza israeliana. Se inizialmente il provvedimento fu considerata essere una misura d’emergenza temporanea, diretta a impedire che combattenti palestinesi potessere introdursi legittimamente in Israele e sferrare attacchi, a distanza di 9 anni, la Knesset non dimostra di avere intenzione di rimuoverla.
Nel 2007, la legge fu anzi estesa fino a includere iracheni, siriani, iraniani e libanesi sposati a israeliani.
La decisione giudiziaria di ieri investe oltre 100mila palestinesi della Cisgiordania e di Gaza sposati con cittadini israeliani.
Queste persone vivono nel limbo, per riuscire a vedere il proprio coniuge, devono chiedere costantemente il permesso, senza mai avere la certezza che Israele lo concederà.
Essi inoltre, non possono svolgere, né avere un’attività lavorativa in Israele, e questa realtà rende estremaente ardua e stressante la loro vita quotidiana.
Nel 2008, un servizio della BBC, raccontò la storia di Mohammed e Lana Khatib, palestinesi che non possono vivere insieme a causa dell’emendamento alla Legge di Cittadinanza.
Lana è di Jenin (Cisgiordania) mentre il marito, Mohammed, è cittadino di Israele.
In quell’occasione, lui aveva parlato di una “vita condotta in uno stato di insicurezza” e aveva detto: “Probabilmente verrà il giorno in cui Israele non concederà a mia moglie il permesso e io resterò da solo con due bambini”.
(Nella foto: Mohammed e Lana Khatib. Imemc).
© Agenzia stampa Infopal
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