La decisione presa da Netanyahu in una riunione di emergenza tenutasi sabato notte è la risposta all’uccisione di una intera famiglia di coloni nell’insediamento di Itamar.
Gerusalemme 12 Marzo 2011, Nena News – Arriva direttamente dall’ufficio del Primo Ministro israeliano Netanyahu, in tarda serata di sabato, l’annuncio dell’approvazione di un piano per l’espansione delle colonie di Etzion, Ma’ale Adumin, Ariel e Kiryat Safer. E la scelta delle colonie non è certo casuale: 500 nuove abitazioni destinate ai coloni, in quegli insediamenti che Israele ha sempre detto chiaramente e ribadito con forza, anche all’amministrazione statunitense, che manterrà sotto il proprio controllo (quindi che saranno a tutti gli effetti parte dello Stato di Israele), in qualsiasi eventuale accordo con i palestinesi.
La decisione è stata presa in un incontro che ha visto riunirsi il PM Netanyahu, il Ministro della Difesa Barak, e altri Ministri in risposta all’assassinio avvenuto nella colonia di Itamar (vicino la città di Nablus) dove un’intera famiglia composta da madre, padre e i loro tre figli, due bambini e un neonato di pochi mesi, è stata uccisa nel sonno a coltellate venerdì sera, da uno o due palestinesi (anche se non c’è ancora alcuna prova certa) introdottisi nella loro abitazione.
Il Ministro dell’Interno israeliano però ha già fatto sapere che tale decisione non è sufficiente e ha proposto, come riportato da Ha’aretz, che vengano costruite “migliaia di abitazioni per ogni israeliano ucciso.”
Proseguono intanto le indagini della polizia israeliana per identificare il o i colpevoli dell’assassinio nella colonia di Itamar; la cui responsabilità è stata inizialmente rivendicata da un gruppo denominato “Imad Mughniyya”; in realtà la stessa polizia israeliana, ha smentito in passato le rivendicazioni fatte da questo gruppo. Mentre per i media palestinesi l’attacco è stato condotto dalle Brigate Al Aqsa, gruppo armato legato a Fatah, sebbene non vi sia stata alcuna rivendicazione ufficiale.
Da sabato all’alba l’esercito, la polizia e lo Shin Bet hanno condotto e continuano a condurre rastrellamenti e ricerche con elicotteri e cani addestrati, in tutto il territorio circostante a Nablus, soprattutto nei pressi della comunità palestinese di Awarta, (dove secondo i dati diffusi dagli attivisti dell’International Solidarity Movement sono alemeno 25 i palestinesi arrestati da ieri, di cui 19 ancora in custodia militare), imponendo il coprifuoco in diversi villaggi dell’area e ripristinando diversi posti di blocco. La TV israeliana ha diffuso ieri la notizia che dietro le uccisioni possano esserci dei palestinesi affiliati ad Hamas, ma in realtà finora nessuna delle piste seguite dalle autorità israeliane ha portato all’individuazione dei responsabili.
Continuano invece da ieri gli attacchi da parte di coloni israeliani in diversi villaggi della Cisgiordania, soprattutto intorno a Nablus (Huwwara, e Burin) e tensioni si sono avute anche a Beit Ilu (Ramallah) e nel centro di Hebron/Al Khalil. Sempre ieri il checkpoint di Za’tara (a sud di Nablus) è rimasto chiuso tutto il giorno ed è stata bloccata la strada di collegamento tra Nablus e Qalqyilia, dopo che decine di coloni avevano attaccato automobili di palestinesi. Tensioni che comunque sono da mesi all’ordine del giorno nella zona.
Tensioni che saranno certamente alimentate dalle immagini dei corpi accoltellati della famiglia Fogel on-line, da questa mattina (secondo quanto riporta l’agenzia Ynet e diversi blog), diffuse su Internet da fonti non ufficiali, dopo che Netanyahu, che in un primo momento aveva considerato l’idea di diffondere le fotografie scioccanti, ci aveva ripensato.
L’Autorità Palestinese, che ha condannato, come anche il PM Salam Fayyad, l’uccisione della famiglia Fogel, respingendo “qualsiasi atto di violenza”, che da anni collabora con Israele alla gestione della sicureza nei territori occupati e che secondo fonti israeliane, starebbe collaborando anche all’individuazione del responsabile, è stata accusata dallo stesso Primo Ministro israeliano di “incitamento contro Israele”. Un incitamento che secondo il portavoce del Ministero degli Affari Strategici, Yossi Kuperwasser, avverrebbe attraverso i materiali didattici in uso nelle scuole palestinesi, e nelle moschee. Lo stesso Kuperwasser ha promesso il lancio di un sito web in cui verranno definiti e individuati i diversi sistemi di incitamento da parte palestinese contro Isreale e i suoi cittadini ebrei. Nena News
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