Jennifer Gorovitz : gli ebrei americani sono il nuovo target degli attacchi di Israele

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lunedì 13 febbraio 2017

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 Sintesi personale

American Jews Are New Target of Israel’s Unprecedented Escalation Against Civil Society

Vista  la repressione di Netanyahu verso  il dissenso, forse non avrei dovuta essere sorpresa del controllo al quale sono stata sottoposta  al confine con Israele.

Ciò  è deprimente, disumanizzante e piuttosto spaventoso. Al  controllo  passaporti sono stata interrogata  per tre volte e, infine,  dopo un’ora e mezzo  sono  stata autorizzata a entrare in Israele.  

Come Ebrea non avrei mai immaginato che Israele avrebbe potuto negarmi l’ingresso. I miei genitori mi hanno insegnato che Israele è un luogo sicuro ed è la patria di tutti gli ebrei. Sono stata  leader della comunità ebraica americana  e ora sono vice presidente del New Israel Fund. Tutti questi fattori mi hanno impedito di empatizzare con l’esperienza di incertezza  vissuta da ogni palestinesi, arabo, musulmano  e molti   non-ebrei che entrano o escono da Israele. 

E quindi non ero preparata alla derisione di  un ufficiale al controllo dei passaporti  quando ho spiegato che il  Nuovo Fondo di  Israele  sostiene la società civile e non supporta il BDS. Mi è stato chiaro che ero stata fermata per motivi politici.

Ho pensato alla nuova realtà negli Stati Uniti, a coloro ai quali  il presidente Trump vieta di entrare nel paese  perché musulmani o rifugiati.

Mi si spezza il cuore a vedere l’America fare questo. Mi si spezza il cuore a vedere Israele agire nello stesso modo, ma vista la repressione del governo di Netanyahu verso il dissenso, forse non dovrei essere sorpresa.

Gli attacchi contro la società civile israeliana sono in aumento, sostenuti e talvolta guidati dal governo. Si incita alla violenza e all’odio  contro NIF e contro i nostri beneficiari. La legislazione punta a emarginare coloro che lavorano per proteggere i diritti umani.  NIF  dedica  notevoli risorse per difendere la  libertà di espressione e di protesta in Israele, per proteggere gli attivisti, per garantire che la polizia tratti i manifestanti arabi ed etiopi con rispetto.  La libertà di espressione ora ha un costo e la critica  equivale al tradimento.

Il governo ha cercato di giustificare la mia detenzione in tre modi preoccupanti: in primo luogo ha sostenuto che ero un rischio per la sicurezza nazionale.

Poi ha parlato di un “semplice errore” – l’errore, presumibilmente, è stato quello di detenere un leader ebraico, invece di un palestinese o arabo.

Infine  che era interessato ai miei viaggi precedenti in Israele, ma nessuno degli ufficiali mi ha chiesto qualcosa.

La sicurezza alle frontiere deve essere utilizzata per tenere tutti al sicuro,  non per discriminare su basi religiose, etniche o politiche. 

Le democrazie non dovrebbero usare il controllo di frontiera per molestare, intimidire, umiliare i visitatori. Utilizzando l’apparato di sicurezza per fini politici  si ruba a tutti la vera sicurezza  di cui abbiamo bisogno.

Jennifer Gorovitz

 

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