Il Muro di Separazione ha diviso a metà il villaggio palestinese di Nazlat ‘Isa, nel distretto di Tulkarem (Foto: Gustav Winters, AIC)
La famiglia Hassan è stata autorizzata a tornare nella propria casa nel 2010. Per cinque anni non sono potuti entrare, dopo che Israele ha costruito il Muro di Separazione utilizzando una delle mura della loro abitazione.
Hanno vinto una lunga battaglia legale per dimostrare di esserne i proprietari. Oggi, gli otto membri della famiglia vivono in una casa a tre piani, ma non possono accedere al tetto. Le forze israeliane ci hanno costruito una torre di sorveglianza dove si appostano almeno una volta a settimana.
La storia degli Hassan è sicuramente l’esempio più palese, ma il Muro non affligge solo le loro vite: sono circa quattromila i palestinesi residenti nel villaggio di Nazlat ‘Isa, un villaggio attaccato al Muro, a 15 chilometri a Nord Est di Tulkarem e vicino al villaggio palestinese di Baqa al-Sharquia.
Lo spazio tra il Muro e le case a Nazlat ‘Isa è strettissimo. In alcuni punti, riescono a passare solo due persone. La strada principale attraversa i villaggi fino a quando si scontra con la barriera di cemento, alta otto metri. Dal 2002 al 2005 gli israeliani hanno utilizzato una rete elettrificata per dividere in due il villaggio: il percorso del Muro entrava all’interno della Cisgiordania. Ma per qualche ragione che i residenti non conoscono, quando le autorità israeliane hanno ordinato la costruzione del Muro, hanno deciso di muoverlo indietro, lungo la Linea Verde e verso Israele, un caso rarissimo in Cisgiordania.
La costruzione del Muro non ha solo ostacolato e interrotto il commercio, la vita culturale e i legami familiari, ma ha intrappolato sette famiglie costrette ora a vivere al di là della Cisgiordania, in Israele, ma con carta d’identità palestinese.
La casa della famiglia Hassan a Nazlat ‘Isa (Foto: Emma Mancini, AIC)
Dal 1948, quando la Linea Verde fu tracciata, al 2002, quando la rete è stata eretta, i palestinesi erano soliti muoversi liberamente da Nazlat ‘Isa e Baqa al-Sharquia alla città di Baqa al-Gharbiyye, in territorio israeliano. Avevano carta d’identità verde della Cisgiordania, ma potevano raggiungere con le proprie famiglie dall’altra parte. Quando le autorità israeliane hanno deciso di ingabbiare i Territori Palestinesi Occupati e di costruire la rete, sette famiglie di Nazlat ‘Isa vivevano in Baqa al-Gharbiyye.
Oggi, non possono chiedere la cittadinanza israeliana, come i loro vicini, e nemmeno la residenza, come i palestinesi di Gerusalemme Est. Se vogliono restare nelle proprie case, devono attraversare il checkpoint israeliano ogni giorno ed entrare in Cisgiordania per studiare, lavorare, visitare il medico.
Nel 1948, Nazlat ‘Isa ha perso 10mila dei suoi 12.400 dunam (1 dunam = 1 km²) di terra; ne ha persi altri 824 per la costruzione del Muro di Separazione (300 per la barriera e altri 524 sono stati isolati dal resto del villaggio). Prima del 1948, il 97% degli abitanti erano contadini. Ora, a causa della distruzione del mercato centrale e delle fattorie verificatasi nel 2002 con la costruzione della rete e a causa della costruzione del Muro tre anni dopo, il 97% degli abitanti è rimasto disoccupato.
Il vicino villaggio di Baqa al-Sharquia ha subito lo stesso destino. Circa 2mila dunam di terra sono stati confiscati per il Muro e 2.500 alberi di ulivo sono stati sradicati e ripiantati in territorio israeliano. Questo grande villaggio era prima collegato alla città sorella di Baqa al-Gharbiyye, ora in Israele. Ora l’unica connessione che resta è attraverso il checkpoint israeliano.
La situazione di quest’area della Cisgiordania è un chiaro esempio di come uno dei principali obiettivi del Muro sia quello di separare le comunità palestinesi, distruggere le loro reti commerciali e i legami familiari.
Mentre gli altri villaggi rimasti in Cisgiordania sono stati chiusi da gate, checkpoint e Muro, Baqa al-Gharbiyye, comunità esclusivamente palestinese, si è trasformata negli ultimi sessant’anni da villaggio a città. Le proiezioni mostrano che in meno di dieci anni la città conterà 38mila residenti, rendendola una delle più grandi città palestinesi in Israele e una delle poche non miste.
http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/11-aic-projects/3325-tre-villaggi-separati-dal-muro
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