La G4S si ritira dalle attività in Cisgiordania

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11 marzo 2011

La più grande compagnia di sicurezza nel mondo, la G4S, ha annunciato questa mattina che l’azienda interromperà una serie di attività nei territori occupati della Cisgiordania. Questo accade dopo che il centro di ricerca indipendente danese, DanWatch, ha scoperto che la G4S fornisce, tra l’altro, tecnologia di sicurezza alle carceri e ai posti di blocco israeliani.

G4S ha scritto in un comunicato che i loro servizi di sicurezza nella Cisgiordania non sono in conformità con le politiche etiche della società, anche se le proprie attività “non sono discriminatorie o controverse”.

“Abbiamo concluso che, al fine di garantire che le nostre attività commerciali siano in conformità con la nostra politica etica, di impegnarci a scindere un certo numero di contratti nell’area”, ha scritto il direttore legale Soren Lundsberg.

Le attività in questione sono tra l’altro la manutenzione di apparecchiature di sicurezza ai posti di blocco del muro, nelle carceri e alle stazioni di polizia in Cisgiordania.

G4S aveva ingaggiato il professore di giurisprudenza, Hjalte Rasmussen, della Copenhagen University per indagare sulla legittimità delle attività della società nella Cisgiordania. Rasmussen ha concluso che nessuna delle loro attività erano in contrasto con il diritto internazionale. Dopo che l’afffermazione è stata criticata, G4S ha annunciato che non è sufficiente valutare solo la legalità; questa è anche una questione di etica. “La valutazione giuridica era necessaria ma non sufficiente”, ha detto Soren Lundsberg a DanWatch a febbraio. “L’etica è ciò che prende del tempo per discutere, sia con la leadership locale e con la regione alla quale Israele appartiene”.

Pertanto G4S ha ora deciso che alcune delle sue attività in Cisgiordania vanno contro le proprie linee guida etiche. E G4S si impegnerà per ritirarsi dal tali contratti nel tempo a venire.

Fonte: Dan Watch

Traduzione a cura di Stop Agrexco Italia


 

Dichiarazione della G4S

Londra e Copenaghen

11 marzo 2011

A seguito di recenti critiche sulla stampa danese e delle ONG abbiamo avviato un riesame delle nostre operazioni in Cisgiordania.

La questione della fornitura di servizi in Cisgiordania è complessa. Da un lato si dice che le misure ostacolino la libera circolazione dei palestinesi, e quindi siano considerate una violazione dei loro diritti umani e, dall’altro, che delle vite sono state salvate perché la tendenza degli attentati suicidi è stata limitata.

I servizi dai quali l’azienda si è ritirata nel 2002 non possono essere paragonati a quelli forniti oggi. Nel 2002 il Group 4 Falck si è ritirato da diversi contratti di servizio di agenti di sicurezza armati per gli insediamenti residenziali in Cisgiordania. Da allora non abbiamo eseguito lavori del genere, né partecipato a gare per questo tipo di contratto.

Al fine di aiutarci a comprendere tutte le questioni e di arrivare ad una conclusione soddisfacente per quanto riguarda le operazioni di oggi nella zona, abbiamo intrapreso una serie di passaggi:

 G4S ha ingaggiato il professor Hjalte Rasmussen, dell’Università di Copenhagen, che è un’autorità ben nota nel campo del diritto internazionale, a rivedere la nostra attività in Cisgiordania e di fornirci un parere giuridico. Dopo aver visitato la regione, il professor Rasmussen ha concluso che G4S non viola alcuna legge nazionale o internazionale.

Oltre al parere giuridico, abbiamo condotto una revisione della nostra attività nella regione in base alla nostra politica etica aziendale e abbiamo sollecitato input da diverse fonti, inclusi i nostri clienti e diversi gruppi di investimento socialmente responsabili, come GES Investment Services.

Dopo un esame approfondito, abbiamo concluso che alcuni dei nostri contratti con imprese private nell’area per servizi tradizionali di sicurezza e di monitoraggio di allarmi non sono discriminatori o controversi e di fatto contribuiscono a fornire sicurezza e protezione per il pubblico in generale, non importa quale sia il loro background.

Tuttavia, abbiamo anche concluso che, per garantire che le nostre pratiche impreditoriali siano in linea con la nostra Politica Etica Aziendale, cercheremo di uscire da un certo numero di contratti che comprendono la manutenzione di attrezzature di sicurezza ai posti di blocco al muro, nelle carceri e nelle stazioni di polizia in Cisgiordania.

 Cercheremo di concludere questa uscita al più presto possibile, ma riconosciamo anche che abbiamo obblighi contrattuali verso i nostri clienti che dobbiamo prendere in considerazione.

Vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno dedicato tempo impegnandosi con noi su questo tema e per il sostegno nell’aiutarci a raggiungere una decisione soddisfacente.

Traduzione a cura di Stop Agrexco Italia

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