ANCORA UNA VOLTA PER NON DIMENTICARE
La Giornata della terra
30 marzo 1976: nel corso di una grande mobilitazione popolare contro la requisizione delle terre da parte dello Stato Israeliano, sei palestinesi cittadini dello stato di Israele vengono uccisi, decine feriti, centinaia arrestati. I campi, coltivati da generazioni, sono sgombrati per lasciare spazio agli insediamenti colonici e a nuove coltivazioni. Il ministro dell’agricoltura è Ariel Sharon.
30 marzo 2008: 32 anni dopo, come ogni anno da allora, i palestinesi arabi minoranza in Israele celebrano la giornata della Terra per ricordare la brutale confisca, per reclamare il loro diritto alle risorse primarie, per denunciare che continuano a subire l’espropriazione quotidiana di tutto ciò che consente di vivere.
In questi anni la sottrazione della terra è continuata e centinaia di migliaia di persone sono state allontanate da villaggi e case. Dal 1948 ad oggi Israele ha confiscato ai palestinesi cittadini d’Israele circa il 90% per cento delle terre. Le popolazioni arabe in Israele, che nel 1948 possedevano circa il 9% del territorio, ora si devono accontentare di meno del 3%.
Il 1948 però segna paradossalmente l’inizio di una nuova epoca: dall’anno della Nakba i Palestinesi in Israele hanno iniziato a custodire una coscienza politico-nazionale, si sono sentiti per la prima volta palestinesi, appartenenti al popolo arabo palestinese, non più ‘arabi israeliani’ o ‘arabi del ‘48’, come venivano chiamati in Israele.
Jamil Gharaba
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