Subito dopo la guerra del Kippur, Hanan Porat, diventato poi leader carismatico del movimento dei coloni, aveva capito perfettamente che se noi avessimo riempito la Giudea e Samaria di decine di insediamenti e centinaia di migliaia di coloni, nessun governo sarebbe stato mai in grado di evacuare quei territori e saremmo così rimasti per sempre in Giudea e Samaria.
Da allora più di 150 insediamenti sono spuntati dappertutto e Israele si è trasformato in uno stato di apartheid, disprezzato in tutto il mondo e rimasto ormai (quasi) senza più un amico. L’occupazione continua e gli atti crudeli nei territori – dal rubare terre a bruciare moschee – minacciano anche la nostra esistenza, perché l’opinione pubblica mondiale si sta voltando contro di noi.
Hanan Porat sa bene che la colonizzazione di territori altrui è in totale contraddizione con gli insegnamenti dei profeti di Israele – Amos, Isaia, e Geremia – ma Porat citava solo il libro di Giosuè.
Haaretz, 7 ottobre 2011
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