domenica 22 dicembre 2013
LE FORZE ISRAELIANE PREPARANO IL BENVENUTO A SAMER ISSAWI, UN GIORNO PRIMA DELLA SUA LIBERAZIONE.
Le forze israeliane fanno incursione nella casa del prigioniero Samer Issawi un giorno prima del rilascio
Pubblicato oggi (aggiornato) 22/12/2013 13:23
GERUSALEMME (Ma’an) – Domenica, le autorità israeliane hanno fatto irruzione nella casa di Samer Issawi, un prigioniero palestinese che si è impegnato in uno dei più lunghi scioperi della fame nella storia. Le autorità si prevede che siano tenute a rilasciare Samer Issawi dalla prigione israeliana lunedi, la palestinese Società dei Prigionieri ha detto.
Issawi verrà rilasciato come parte di un accordo per cui ha finito lo sciopero della fame di 266 giorni nel mese di aprile, durante il quale egli divenne un celebre caso internazionale, che ha focalizzato l’attenzione sulla situazione delle migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri di Israele.
Però domenica, le forze israeliane hanno fatto irruzione in casa di Issawi e hanno lasciato notifiche a suo fratello e a suo padre per incontrare i servizi segreti israeliani, secondo il Centro palestinese per gli studi dei detenuti.
L’ufficiale dell’intelligence israeliana che ha condotto il raid ha minacciato il padre di Issawi e lo ha avvertto di non causare problemi, hanno detto.
Shireen Issawi, sorella di Samer, ha postato sulla sua pagina Facebook domenica mattina la descrizione del raid. Ha detto nel post, “Giuro su Dio che gioiamo per la libertà dell’eroe Samer Issawi.” Ha aggiunto , nonostante le minacce delle forze israeliane sul “causare problemi” alla famiglia a causa del sostegno internazionale per il loro caso, “perché siamo al lato di ciò che è giusto, il mondo resterà con noi e si rallegrerà.”
Prima di raggiungere l’accordo che ha assicurato il suo rilascio , le autorità israeliane gli hanno offerto una serie di proposte che hanno compreso la deportazione a Gaza, una pena detentiva ridotta, e la deportazione verso l’Europa. Issawi, tuttavia, ha rifiutato fino a quando Israele ha ceduto e gli ha permesso di tornare a casa sua a Gerusalemme dopo aver scontato otto mesi in più.
Era stato originariamente arrestato dalle forze israeliane durante la Seconda Intifada, ma fu tra le centinaia di prigionieri rilasciati nel 2011 come parte di un accordo per liberare il soldato israeliano Gilad Shalit. L’accordo di rilascio lo costrinse a Gerusalemme, ma fu nuovamente arrestato nell’agosto 2012 dopo un viaggio nella vicina Cisgiordania. Successivamente ha lanciato uno sciopero della fame contro la rinnovata detenzione, e lo ha concluso solo dopo che Israele ha accettato di liberarlo.
5.200 palestinesi erano detenuti nelle carceri israeliane ad ottobre 2013, secondo il Ministero degli Affari dei Prigionieri dell’Autorità palestinese. Altri 1.280 sono nelle carceri israeliane per trovarsi in Israele senza permesso.
Dal 1967, più di 650.000 palestinesi sono stati arrestati da Israele, che rappresentano il 20 per cento della popolazione totale e il 40 per cento di tutti i maschi nei territori occupati.
Secondo il diritto internazionale, è illegale trasferire prigionieri al di fuori del territorio occupato in cui sono detenuti, e le famiglie dei prigionieri palestinesi devono affrontare molti ostacoli nell’ottenimento dei permessi per vedere i loro parenti detenuti.
I territori palestinesi riconosciuti a livello internazionale di cui la Cisgiordania e Gerusalemme Est costituiscono una parte sono stati occupati dai militari israeliani dal 1967.
Tratto da: Il Popolo Che Non Esiste
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ARTICOLO ORIGINALE
http://www.maannews.net/eng/ViewDetails.aspx?ID=659050
Israeli forces raid prisoner Samer Issawi’s house day before release
Published today (updated) 22/12/2013 20:21
(MaanImages/file)
JERUSALEM (Ma’an) — Israeli authorities raided the house of Samer Issawi, a Palestinian prisoner who engaged in one of the longest hunger strikes in history, on Sunday.
Authorities are expected to release Samer Issawi from Israeli prison on Monday, the Palestinian Prisoners’ Society said.
Issawi will be released as part of an agreement in which he ended a 266-day hunger strike in April, during which time he became an international cause célèbre who focused attention on the plight of the thousands of Palestinian prisoners in Israeli jails.
But on Sunday, Israeli forces raided Issawi’s house and handed notifications to his brother and his father to meet with Israeli intelligence, according to the Palestinian Center for Prisoners’ Studies.
The Israeli intelligence officer who led the raid threatened Issawi’s father and warned him against causing problems, they said.
Shireen Issawi, Samer’s sister, posted on her Facebook page Sunday morning describing the raid.
She said in the post, “I swear to God we will rejoice in the freedom of the hero Samer Issawi.”
She added that despite the threats of Israeli forces to “cause problems” for the family due to the international support for their case, “because we have the (side of what is) right, the world will stay with us and we will rejoice.”
Prior to reaching the agreement that secured his pending release, Israeli authorities offered him a number of agreements that involved deportation to Gaza, a reduced prison term, and deportation to Europe. Issawi, however, refused until Israel relented and allowed him to return to his Jerusalem home after serving eight more months.
He was originally arrested by Israeli forces during the Second Intifada, but was among hundreds of prisoners released in 2011 as part of a deal to release Israeli soldier Gilad Shalit.
The release agreement confined him to Jerusalem, but he was re-arrested in August 2012 after traveling to the nearby West Bank.
He subsequently launched a hunger strike against the renewed detention, and only concluded the strike after Israel agreed to release him.
5,200 Palestinians were being held in Israeli jails as of Oct. 2013, according to the Palestinian Authority’s Ministry of Prisoners’ Affairs. Another 1,280 are in Israeli prisons for being inside Israel without permits.
Since 1967, more than 650,000 Palestinians have been detained by Israel, representing 20 percent of the total population and 40 percent of all males in the occupied territories.
Under international law, it is illegal to transfer prisoners outside of the occupied territory in which they are detained, and the families of Palestinian prisoners’ face many obstacles in obtaining permits to see their imprisoned relatives.
The internationally recognized Palestinian territories of which the West Bank and East Jerusalem form a part have been occupied by the Israeli military since 1967.
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