Di Romana Rubeo e Ramzy Baroud
17 novembre 2017
E’ pronto un disegno di legge del Parlamento italiano per punire il boicottaggio di Israele.* In passato un’iniziativa del genere sarebbe stata impensabile. Ahimè, l’Italia, un paese che ha avuto affetto per la causa palestinese, in anni recenti ha spostato le sue politiche in modo notevole. Tuttavia, la cosa più sorprendente è che la Sinistra è implicata quanto la Destra nella corsa a far piacere a Israele, a spese dei diritti palestinesi.
Questa è la triste realtà: l’Italia si sta spostando nel campo israeliano. Questo non è pertinente soltanto all’allineamento politico, ma anche alla riconfigurazione del discorso. Le priorità israeliane, come vengono espresse nell’hasbara (la propaganda ufficiale) sionista sono ora diventate parte del lessico quotidiano dei media e della politica italiani. La conseguenza è che l’agenda sionista è ora parte integrante anche dell’agenda italiana.
L’occupazione dell’Italia anti-fascista, anti-militare e il suo passato rivoluzionario vengono ora trascurati da politici arrivisti, sottostando sempre più alle pressioni di una lobby favorevole a Israele, sempre più in espansione.
Riscrivere la storia
Durante la cosiddetta “Prima Repubblica” (1948-1992), l’Italia era considerata la nazione europea che comprendeva di più la lotta palestinese, non soltanto per un esteso senso di solidarietà tra gli Italiani, ma anche grazie al contesto politico di quel tempo.
Allora i leader italiani erano perfettamente consapevoli della posizione unica del paese nell’area mediterranea. Mentre ci tenevano a mostrare lealtà all’Alleanza Atlantica, stabilivano anche buoni rapporti con il mondo arabo. Mantenere questo equilibrio non era sempre facile e aveva portato a quelle che vengono ora percepite come ‘scelte radicali’, che ora sono rinnegate e criticate.
Il trend a favore di Israele è stata avviato da anni. In una famosa intervista al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth nel 2008, l’ex Presidente italiano Francesco Cossiga, aveva dichiarato: “Cari ebrei italiani, vi abbiamo svenduto”. Cossiga si riferiva al cosiddetto “Lodo Moro”, un accordo non ufficiale che si dice sia stato firmato negli anni ’70 dal Primo Ministro italiano Aldo Moro e dai capi del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PLFP). La conoscenza di questo ha permesso al gruppo palestinese di coordinare le sue azioni in tutto il territorio italiano a patto che il PLFP tenesse l’Italia fuori dal suo campo di operazioni.
Il “Lodo Moro” è spesso usato nella propaganda israeliana per sottolineare i presunti fallimenti dell’Italia in passato e per continuare ad associare i Palestinesi co l’idea di terrorismo.
Nell’intervista, Cossiga è andato oltre, dando la colpa al gruppo palestinese del massacro di Bologna, un’azione terroristica (eseguita facendo esplodere, nella sala d’aspetto di II classe un ordigno a tempo contenuto in una valigia abbandonata) (n.d.t.) che nel 1980 devastò la stazione ferroviaria di Bologna, uccidendo 85 persone. Forse le parole di Cossiga hanno fatto piacere a Israele, ma erano senza fondamento. L’attacco allora era stato opera di un’organizzazione neo-fascista italiana.
Purtroppo, le affermazioni non erano isolate. L’esempio è indicativo del generale cambiamento nell’atteggiamento verso la Palestina e Israele, che è in gran parte fondato sulla riscrittura della storia.
Allora e adesso
Nel 1974, il governo italiano ha sostenuto la partecipazione del leader palestinese Yasser Arafat all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite; nel 1980 ha aderito alla Dichiarazione di Venezia della Comunità Economica Europea (EEC) in cui si riconosceva il ‘diritto all’auto-determinazione’ dei Palestinesi al quale, presumibilmente si opponevano con forza Israele e gli Stati Uniti.
Durante tutti gli anni ’80 l’atteggiamento del governo italiano è stato apertamente favorevole alla Palestina, cosa che spesso causava scontri in politica estera con Israele e i suoi benefattori americani, specialmente durante la cosiddetta Crisi di Sigonella del 1985.
Durante un discorso al Parlamento italiano, il Primo Ministro socialista, Bettino Craxi, è arrivato a difendere il diritto dei Palestinesi alla lotta armata.
Mentre le forze politiche di centro-sinistra appoggiavano la Palestina per mantenere buoni rapporti con i paesi arabi, i partiti di sinistra erano principalmente motivati dalla lotta anti-imperialista che allora risuonava all’intero dei circoli intellettuali italiani.
Le cose, però, sono cambiate dato che l’Italia vive ora nella sua ‘era post-ideologica’ in cui la moralità e le idee sono flessibili e possono essere rimodellate a seconda delle necessità per assegnare interessi politici.
Oggi, i partiti di sinistra non sentono la necessità di sostenere le nazioni oppresse. Anche esse sottostanno ai diktat della globalizzazione, e sono quindi spinte da piani di azione egoisti che, naturalmente li portano più vicini agli Stati Uniti e a Israele.
Mentre la politica neo-liberale ha devastato gran parte dell’Europa in anni recenti, l’Italia ha dimostrato di non essere l’eccezione.
Nell’ottobre 2016, l’Italia si è astenuta dal voto sulla risoluzione dell’UNESCO che condanna l’occupazione israeliana di Gerusalemme Est palestinese.
Anche quella mossa fiacca ha fatto infuriare Israele e ha incoraggiato l’ambasciatore israeliano in Italia a protestare. Il primo ministro italiano si è mosso rapidamente per rassicurare Israele.
Matteo ha parlato duramente della proposta dell’UNESCO: “Non è possibile continuare con queste risoluzioni dell’ONU e dell’UNESCO che mirano ad attaccare Israele,” ha detto.
Un anno prima, Renzi aveva ufficialmente riaffermato l’impegno dell’Italia con Israele nella Knesset israeliana, dichiarando: “I sostenitori di ‘stupidi’ boicottaggi tradiscono il loro stesso futuro”.
Durante il suo discorso nel giorno del suo insediamento, il Presidente Sergio Mattarella ha parlato della ‘minaccia del terrorismo internazionale’, citando l’attacco davanti alla Grande Sinagoga di Roma nel 1982. Le sue parole “hanno profondamente colpito gli Ebrei italiani”, secondo il giornale israeliano di destra, il Jerusalem Post.
La crescente influenza sionista
I gruppi sionisti stanno costantemente cercando di influenzare l’opinione pubblica. La loro strategia è fondata su due pilastri: infondere in Israele il senso di essere vittime (come nel caso del povero piccolo Israele che lotta per la sopravvivenza in un mare di arabi e di Musulmani), e iniettare l’accusa di anti-semitismo contro chiunque contesti la narrazione israeliana. Gli strumenti dell’hasbara stanno funzionando, dato che la politica italiana e perfino la cultura (tramite i media), si stanno sempre più identificando con Israele. Ancora peggio, il sentimento a favore di Israele è ora del tutto accettato anche tra i partiti politici di sinistra.
Secondo Ugo Giannangeli, un preminente avvocato penalista che ha dedicato molti anni alla difesa dei diritti dei Palestinesi, il Parlamento italiano sta lavorando a varie leggi, con l’unico scopo di ottenere l’approvazione di Israele.
Una di queste iniziative è il Disegno di Legge 2043 (Norme contro le discriminazioni). Si dovrebbe chiamare Legge Anti-BDS. I firmatari paragonano il boicottaggio di Israele a un “anti-semitismo mascherato”. Se fosse approvata, la legge darebbe una punizione esemplare ai propagandisti del BDS.
Tra i firmatari c’è Emma Fattorini, membro del Partito Democratico Italiano e anche membro del “Comitato per la protezione e la promozione dei diritti umani.” I diritti dei Palestinesi, naturalmente al momento non sono di alcun interesse per la Fattorini dato che non appaiono in nessuna parte della sua agenda dei ‘diritti umani’.
Un altro firmatario è Paolo Corsini che ha abbandonato il Partito democratico ed è passato al partito di sinistra MDP-Articolo 1. Corsini è stato anche il relatore dello
“Accordo tra Italia e Israele per la sicurezza pubblica”, già ratificato dal Parlamento italiano. L’accordo rafforza il rapporto tra i due paesi in maniera più efficace, in cambio di condivisione di informazioni riguardanti l’ordine pubblico e il modo di controllare le proteste di massa.
Soltanto poche voci si sono levate contro la subordinazione politica e culturale verso Israele. Il politico italiano Massimo D’Alema, ex Ministro degli Esteri, ha criticato il cambiamento delle politiche italiane. In un’intervista con l’Huffington Post, ha criticato l’Italia e l’Europa per la loro disponibilità a compiacere i leader israeliani. Ha invitato la Sinistra a rivendicare il suo ruolo storico a sostegno del popolo palestinese.
Ecco una lezione che può essere appresa dagli attivisti e dai politici progressisti dall’esperienza italiana: la solidarietà con la Palestina inizia in patria, opponendosi con forza a qualsiasi tentativo di criminalizzare il BDS, e allo stesso tempo neutralizzando l’hasbara israeliana che sta penetrando quotidianamente in ogni aspetto della società.
*http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/939906/index.html?stampa=si&spart=si&toc=no*
Nella foto: Massimo D’Alema durante la visita a un villaggio alle porte di Gerusalemme Est.
http://www.ilgiorno.it/sud-milano/cronaca/rozzano-solidariet%C3%A0-palestina-scuola-gomme-1.2681469
Romana Rubeo è una traduttrice freelance che vive in Italia. Ha una Laurea Magistrale in Lingue e Letterature straniere ed è specializzata in Audiovisivi e in traduzioni di articoli di giornali. E’ un’appassionata lettrice; i suoi interessi includono la musica, la politica e la geopolitica.
Ramzy Baroud è un giornalista, scrittore e direttore di Palestine Chronicle. Il suo prossimo libro è: ‘The Last Earth: A Palestinian Story’ (Pluto Press). Baroud ha un dottorato in Studi Palestinesi dell’Università di Exeter ed è Studioso Non Residente presso il Centro Orfalea per gli Studi Globali e Internazionali all’Università della California, sede di Santa Barbara. Visitate il suo sito web: www.ramzybaroud.net.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: https://www.counterpunch.org/2017/11/17/anti-bds-laws-and-pro-israeli-parliament-zionist-hasbara-is-winning-in-italy/
Originale: Non indicato
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2017 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY NC-SA 3.0
LEGGI ANTI-BDS E PARLAMENTO FAVOREVOLE A ISRAELE: LA PROPAGANDA SIONISTA STA VINCENDO IN ITALIA
http://znetitaly.altervista.org/art/23642
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