L’esercito israeliano arresta sette manifestanti nel villaggio di Al-Walaje

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Wednesday, 27 July 2011 11:42 Emma Mancini

La costruzione del Muro intorno al villaggio di Al-Walaje prosegue

Le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato questa mattina sette manifestanti nel villaggio di Al-Walaje, nel distretto di Betlemme. Tra loro Shireen al-Araj, residente di Al-Walaje, Mazin Qumsiyeh, professore palestinese e attivista per i diritti umani, e cinque internazionali.

In mattinata, circa cinquanta dimostranti palestinesi e israeliani si sono dati appuntamento nel villaggio di Al-Walaje per manifestare contro la distruzione di alberi di ulivo avviata dall’esercito d’Israele per mangiare terreno utile alla costruzione del Muro di Separazione. Le forze di sicurezza stanno sradicando con i bulldozer interi campi di ulivi ormai da giorni, bloccando l’ingresso alle aree coltivare anche ai proprietari delle terre.

 

Per questo, stamattina è partita una protesta pacifica e nonviolenta, terminata con i sette arresti. L’esercito ha chiuso le strade di ingresso e uscita di Al-Walaje, impendendo così agli attivisti israeliani e internazionali presenti di lasciare la zona. Da tempo gli abitanti del villaggio a soli quattro chilometri da Betlemme non organizzavano manifestazioni di questo tipo contro la costruzione del Muro, a causa delle violente reazioni dell’esercito israeliano. In passato, i soldati hanno gravemente ferito quattro bambini e strappato davanti agli occhi increduli dei palestinesi residenti i permessi di lavoro per entrare in Israele.
“Non vogliamo che altri bambini vengano feriti – aveva raccontato all’AIC a maggio Shireen al-Araj – non vogliamo che altri innocenti paghino e vengano puniti solo perché manifestano pacificamente contro un muro che è illegale. È un costo troppo alto che non riusciamo più a sopportare”.

 

Ma il nuovo intervento ha spinto il villaggio a reagire: i 18000 dunum di terre che il villaggio possedeva fino al 1948 ora si sono ridotti a 2800 dunum e ogni giorno i lavori per la costruzione del muro proseguono. L’obiettivo finale è quello di chiudere completamente il villaggio e di porre un checkpoint di ingresso per controllare l’accesso ad Al-Walaje. Una volta completata la barriera, Al-Walaje si troverà completamente circondata dal muro e solo un tunnel e un cancello permetteranno l’accesso al vicino villaggio di Beit Jala. Questo significa che il villaggio sarà completamente chiuso e ogni accesso sarà monitorato e controllato.

 

Come Qalandya: lì l’unico checkpoint di ingresso alla città chiude alle 17, l’ingresso a tutti coloro che non abitano all’interno. “A noi è stato garantito che l’accesso verrà solo controllato e non ristretto ma non crediamo più a nulla – aveva detto Shireen all’AIC – Passo dopo passo stiamo perdendo ogni singola libertà sulla nostra vita. Anche quello di manifestare pacificamente”.

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