Libertà per Marwan, libertà per tutti i prigionieri politici palestinesi

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Roma, 15 aprile 2013

Non potevate mancare tutti voi di BoccheScucite qui a Roma. Tante gente come tantissima ieri a Bulciago celebrava la resurrezione di Vittorio, sempre vivo nella lotta per la libertà della Palestina.
Qui invece è il nome di Marwan a concentrare la nostra indignata battaglia per la giustizia e lo sforzo per far conoscere cosa avviene nelle carceri israeliane. Un appello per la liberazione di Marwan Barghouti e di migliaia di palestinesi, incarcerati per motivi politici è molto di più della celebrazione della Giornata internazionale di solidarietà con i detenuti politici palestinesi (17 aprile). Marwan è stato sequestrato il 15 aprile del 2002 e condannato a 5 ergastoli nel 2004 per coinvolgimento nella resistenza armata, ma nella sua vita ha sempre sostenuto e continua, dal carcere, a sostenere la necessità di pace attraverso la giustizia. Lui è solo uno degli oltre 800.000 palestinesi che sono stati detenuti da Israele dall’inizio dell’occupazione, nel 1967: praticamente il 20% dell’intera popolazione palestinese. Le detenzioni, in barba alle convenzioni internazionali, non risparmiano i bambini: oltre 8000 ne sono stati arrestati dal 2000 ad oggi.

Qui a Roma abbiamo incontrato Kassam, il figlio di Marwan, giovane palestinese di una nuova generazione che non sopporta più questa oppressione: “Sono passati 11 anni da quando ho assistito con i miei occhi all’arresto di mio padre ma non avrei certamente immaginato che questa persecuzione sarebbe durata così a lungo. Finchè nel 2012, il giorno in cui rientravo dalle mie vacanze, sono venuti ad arrestare anche me, con l’unico capo d’imputazione di essere figlio di Marwan Barghouti”.
Fissare il volto profondo di Kassam e ritrovare nei lineamenti una grande somiglianza con il padre, conferma il nostro impegno a fianco dei più di 4000 prigionieri politici palestinesi.
“Sono stato messo nella stessa prigione di mio padre per un certo periodo ma poi ci hanno divisi. Lui è un uomo straordinario, mite e determinato. Non potrò mai dimenticare tutta la sofferenza di mia madre e della mia famiglia ma sento che un giorno il nostro popolo avrà uno stato e la sua libertà. Il nostro messaggio, il messaggio di mio padre e di migliaia di uomini e donne prigionieri, è affinché si continui a resistere. Ringraziamo tutti gli italiani che ci sostengono”

Anche noi di BoccheScucite rilanciamo in questo 15 aprile, anniversario della morte di Vittorio Arrigoni, la scelta di non tacere e di raccontare, come sta facendo Mohammed, un altro giovane ex-detenuto palestinese che incontriamo qui a Roma: “Tre mesi nelle carceri israeliane e tre mesi a Roma”. Davvero significativo il titolo del libro che questo ragazzo del villaggio di Nabi Saleh, vuole scrivere, ora che si trova qui in Italia per un progetto di solidarietà. Dal suo villaggio settimanalmente “visitato” dalla violenza dell’esercito di occupazione, alle carceri in Israele (ulteriore violazione della convenzione di Ginevra che proibisce di deportare i detenuti all’estero) fino a Roma, per ricordarci che la custodia dell’altissima dignità di ogni uomo sarà sempre la nostra lotta.

BoccheScucite

MARWAN BARGHOUTI 1

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