Lo scandalo dello Shin Bet che mai è venuto meno.

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Nella vicenda dell’autobus 300, Shimon Peres e Yaakov Neeman, incaricati di applicare la legge, hanno dimostrato negli anni 1980 in che modo si sono rapportati veramente con le norme del diritto.

 

di Gideon Levy

 

Ci sono alcuni scandali che si rifiutano di morire, o perché non sono mai stati indagati del tutto o perché coloro che ne erano responsabili non ne hanno mai pagato il prezzo che avrebbero dovuto. La vicenda del 1984 sull’autobus 300, che coinvolge l’assassinio da parte di agenti di sicurezza dello Shin Bet dei due dirottatori dell’autobus che erano già stati arrestati al momento in cui vennero uccisi – e il successivo insabbiamento del fatto – rientra nella seconda categoria. Quasi tutto era chiaro, al momento, ma comunque il caso si rifiuta di morire perché la maggior parte di coloro che ne erano stati responsabili non è stata mai punita. Non hanno mai pagato il prezzo né a seguito di processi, né ad opera del tribunale dell’opinione pubblica.

                                                   

Majdi Abu Jumma sospettato del sequestro dell’autobus 300, arrestato da agenti dello Shin Bet

 

E poi, alla vigilia di Rosh Hashanah, il caso è stato risollevato quando Gidi Weitz ha rivelato su Ha’aretz alcune delle trascrizioni del processo relative al caso. Prima di questo scoop di grande impatto, molte cose erano già note, ma non si può assistere senza infuriarsi da capo dopo aver letto la descrizione di ciò che accadde la notte del 13 aprile 1984  e nei mesi che seguirono di resoconti infondati, di occultamenti, di sforzi per far tacere i testimoni, di estorsioni e di menzogne, perfino 30 anni dopo.

Questa rabbia diviene più intensa alla luce del fatto che le uniche persone che hanno pagato il prezzo sono stati gli agenti dello Shin Bet che hanno rivelato il caso. D’altra parte, uno di coloro che sono più pesantemente coinvolti non è altro che il nostro tanto ammirato e attuale presidente Shimon Peres. Un altro che è non meno immischiato nel caso  è l’attuale ministro della giustizia, Yaakov Neeman. Questi due uomini ai quali ora è stato dato l’incarico di far applicare la legge, hanno dimostrato a quel tempo in che modo si sono rapportati veramente con le norme del diritto. Inoltre, c’era il comandante degli assassini dei terroristi, Ehud Yatom, che era stato perfino eletto alla Knesset dopo la rivelazione dei suoi misfatti. Ora, come allora, nel nome dell’assassinio per sicurezza, in Israele vengono tollerate menzogne e tentativi di ridurre al silenzio.

Che cos’è successo in quel periodo nei campi di Dir al-Balah nella Striscia di Gaza e, successivamente, nei corridoi del governo e nell’esercito israeliano non si sarebbe verificato ora. Dopo tutto, chi si emozionerebbe più di tanto ora per l’uccisione di due terroristi legati? Dopo centinaia di rivoltanti omicidi mirati – anche se non sono stati eseguiti rompendo  crani con pietre e spranghe di ferro, come nel caso dell’autobus 300 – il cuore della gente si è indurito essendosi assuefatto da tempo a tali cose. No, la vicenda dell’autobus 300 non sarebbe divenuta uno scandalo ora.

Non ci sarebbe più bisogno di menzogne e di insabbiamenti. Tutti ciò di cui ci sarebbe stata la necessità sarebbe stata una dichiarazione del portavoce delle Forze di Difesa di Israele, secondo la quale “due terroristi avevano tentato di attaccare i soldati”, che la maggior parte dei corrispondenti militari avrebbe obbedientemente ripetuta, e ciò avrebbe posto fine alle domande. In ogni caso, lo shock che ha provocato la vicenda dell’autobus 300 è incentrata sempre sugli occultamenti e sulle menzogne e non sui reali omicidi.

Il caso avrebbe dovuto diventare parte di un curriculum di educazione civica in Israele. Una sorta di commistione tra mafia e polizia segreta di stampo sovietico all’interno della leadership del paese di non tanti anni fa è una questione per uno studio approfondito sull’apprendimento di ciò che riguarda la democrazia. Molto prima che i nostri figli vengano portati alla Grotta dei Patriarchi a Hebron o ad Auschwitz, è necessario che agli studenti venga insegnato il vero ruolo della stampa, come nel caso dell’autobus 300 (che è stato svelato, quando è stata pubblicata su di un giornale, a dispetto della censura, una foto che mostra i dirottatori catturati vivi). Gli studenti dovrebbero conoscere le motivazioni principali addotte da chi ha cercato di occultare la vicenda e non dirne niente, come l’allora primo ministro Shimon Peres. Hanno minacciato che il fatto potrebbe “scoperchiare un vaso di Pandora”. Al fine di soffocare un ripensamento del caso, il servizio di sicurezza Shin Bet ha preparato persino una lista di ulteriori omicidi che erano stati compiuti prima della vicenda dell’autobus 300.

Ai nostri figli dovrebbe essere pure insegnato (e dovremmo ricordarlo a noi stessi) che a coloro che sono responsabili delle menzogne e degli omicidi è stato concesso il perdono presidenziale prima ancora che venissero avviate le indagini, proprio perché appartenevano allo Shin Bet. E’ pure importante ricordare che alcuni di coloro che sono implicati nel preparare il quadro d’insieme di quegli indulti scandalosi sono ancora qui con noi, coinvolti nella guida del paese e immischiati negli affari.

 

 Ehud Yatom, ufficiale dello Shin Bet, ha ottenuto il perdono presidenziale per la vicenda dell’autobus 300

L’autobus della Route 300 che ha fatto sosta alla periferia di Dir al-Balah di fatto non si è mai fermato. Anche se è consuetudine essere orgogliosi del fatto che lo Shin Bet da allora sia stato ridimensionato, non ci sono prove sufficienti al riguardo. I capi dello Shin Bet non prenderebbero più parte alla sanguinosa diffamazione nei confronti di un alto ufficiale dell’IDF ( come fecero allora quando coinvolsero falsamente negli omicidi l’allora generale di brigata Yitzhak Mordechai), ma per ciò che concerne l’uccisione di un terrorista catturato? Le operazioni dello Shin Bet  non sono molto più trasparenti ora di quanto lo fossero allora e, grazie alla segretezza, sia su ciò che è necessario che su quello che non lo è, ed è sbagliato, non c’è un controllo adeguato su ciò che viene fatto nell’ente.

E anche adesso, dopo quasi 30 anni, i nomi di tutti coloro che sono implicati nel caso dell’autobus 300 non sono stati resi noti, il che è di per sé uno scandalo. E tutti quelli che allora ebbero l’impressione che richiedere al primo ministro di espellere i responsabili fosse come ululare alla luna, potrebbero andare incontro alla stessa risposta anche ora. Quelli che hanno pagato allora il prezzo della ricerca della giustizia, potrebbero pagarne uno equivalente pure oggi. Il fatto evidente è che agli agenti dello Shin Bet Reuven Hazak, Peleg Radai e Rafi Malka, che avevano rivelato il caso, non sono mai stati accordati l’onore e il riconoscimento che sarebbero spettati loro. Mentre Peres è diventato presidente e Neeman ministro della giustizia.

 

(tradotto da mariano mingarelli)

Haaretz.com
02.10.2011
http://www.haaretz.com/print-edition/opinion/the-shin-bet-scandal-that-never-died-1.387594

http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php

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