REDAZIONE 9 MAGGIO 2013
di Pepe Escobar
7 maggio 2013
Questa faccenda perfettamente bushista/obamaiana della “linea rossa” applicata alla Siria, all’Iran o a entrambi, sta diventando un pochino ridicola.
Considerate il giro che ha fatto la settimana scorsa il Capo del Pentagono Chuck Hagel a Israele e dell’ amichevole Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) (che è di fatto è il Club della Contro rivoluzione del Golfo). I contractor della difesa degli Stati Uniti hanno fatto scorrere lo champagne Moet Chandon quando Hagel si è radunato allegramente con quel prodigio di democrazia – il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed – per festeggiare la vendita di 25 caccia a reazione da combattimento F-16.
E c’è altro in arrivo: 48 missili da intercettazione THAAD (Batteria terminale di difesa aerea ad alta quota) venduti per la fantastica cifra di 1 miliardo di dollari. Il Pentagono invierà questo mese uno degli unici due esemplari di questo sistema all’isola di Guam, per contrastare quella altra minaccia: i missili della Corea del Nord.
Il festival gratuito per fornire di armamenti Israele e le monarchie petrolifere del Golfo – missili di difesa, caccia da combattimento, mega-bombe – non potrebbe essere altro che debitamente accolto come il proverbiale “messaggio” per “contrastare le ambizioni nucleari dell’Iran” oppure “la minaccia aerea e dei missili che pone l’Iran”, oppure “la preoccupazione per la ricerca dell’Iran di un’arma nucleare” oppure “la determinazione di Washington di impedire che l’Iran si procuri armi nucleari.”
Qui non si tratta di “linea rossa”; c’è soltanto una intransigente volontà di rifornire di armi Israele e il l GCC. Nessun dubbio, incolpate l’Iran. E tutto questo mentre i media in Medio Oriente controllati dai Sauditi – grosso modo tutti, tranne al-Jazeera – stavano affannosamente raccontando la storia che Tel Aviv sta perseguendo un patto per usare il suolo della Turchia per un attacco all’Iran.
Aspettate; ci sono in arrivo altre forniture di armi legate a latitudini vicine. La compagnia tedesca Kraus-Maffei Wegmann (KMW) ha concluso un altro accordo di 2,48 miliardi di dollari con il Qatar – in formazione per 5 anni – per consegnare 62 carri armati Leopard 2 e 24 obici tipo Howitzer ad autopropulsione. Il Qatar non li userà esattamente per la Coppa del Mondo di calcio della FIFA del 2022: sono destinati a “gruppi amici in altri paesi” – come i “ribelli” in Siria, tramite attraverso la Turchia.
Chiedete ai Nenet
Prendiamo ora la farsa delle armi chimiche della Siria. La Casa Bianca sembra ora convinta che la CIA creda, con “gradi variabili di fiducia”, che il governo siriano abbia usato armi chimiche. Il Segretario di Stato John Kerry – un sostenitore dello “intervento” che si presenta come una colomba – ne era già convinto.
Poi, però, Hagel ha detto: “I sospetti sono una cosa, le prove sono un’altra.” Soltanto un un po’ di tempo dopo, durante la sua visita a Israele, si è convinto che Bashar al-Assad usava il gas Sarin. Naturalmente; dopo tutto, finalmente Hagel aveva accesso senza impedimenti all’intelligence di Israele, non a quella degli Stati Uniti.
E ora, per la bellezza della commercializzazione di Hagel, che cosa ne dite che si imbarchi come commesso viaggiatore per i “nostri bastardi” con un discorsetto per indurre a comprare: “Guardate, l’Iran e la Siria sono entrambi pazzi, potreste considerare di accumulare su questo, questo e questo.
Il popolo Nenet della Siberia – vive dove si attraversa il fiume Ob per entrare nel Cicolo Polare Artico – potrebbe insegnare una o due cose sulla vera strategia a quei guerrieri zoppicanti da poltrona nella terra statunitense degli esperti. Perfino i Nenet saprebbero che l’isterismo per le attuali armi chimiche è una totale montatura della CIA, degli M16, *dei servizi segreti di Israele – avvalorati da zero prove. Tuttavia il “buon senso” prevalente a Washington è che si deve attuare una “linea rossa” per l’Iran.
Il fatto è che il governo di al-Assad inizialmente ha accusato i “ribelli” di usare armi chimiche – e ha chiesto alle Nazioni Unite un’indagine ufficiale.
Perfino il New York Times è stato costretto, ad ammettere con riluttanza che i ribelli avevano riconosciuto che un attacco era avvenuto nel territorio controllato dal governo che ha provocato 16 morti dell’esercito siriano, più 10 civili e oltre 100 feriti. I “ribelli”, però, hanno poi cambiato la versione, incolpando Damasco di aver bombardato i loro soldati. E’ stata Mosca che ha introdotto una misura di realtà, spiegando in dettaglio come Washington stesse rallentando l’indagine dell’ONU.
I nostri Nenet della Siberia saprebbero anche che non c’è quasi nulla di laico che guida i “ribelli” in Siria; è un gruppo variegato con vari gradi di fanatismo. Ancora una volta, i Nenet non dovrebbero morire assiderati leggendo il New York Times per scoprire che la CIA sta “segretamente” incanalando armi aperte a tutti per i “ribelli” attraverso l’Arabia Saudita e il Qatar. E ancora l’amministrazione Obama vende la storia inventata che Washington fornisce soltanto aiuti di armi “non letali” mentre i pazzi della Collina del Campidoglio continuano a insistere che Obama realizzi una zona interdetta al traffico aereo sulla Siria, come in un remix sullo stile della guerra della NATO in Libia.
Qualcuno vuole proseguire lo strike package? *
La terra degli esperti statunitensi è nondimeno in estasi per il fatto che le monarchie petrolifere del GCC hanno ora accesso a munizioni di sicurezza guidate, per “colpire obiettivi iraniani”.
Nulla però è paragonabile al sostegno che si dà al nuovo accesso di Israele agli aerei-cisterna KC-135 che fanno rifornimento in volo, dette anche Stratotanker (aereocisterna quadrigetto). C’è poi anche l’imminente trasferimento di missili anti radiazioni – versioni aggiornate dei missili AGM-88 HARM. Questi giocattoli ridurranno la minaccia per che Israele prosegua lo strike package.
No, non si tratta esattamente di “circospezione degli Stati Uniti”, o “di risolutezza statunitense nella campagna contro le armi nucleari iraniane; si tratta di un latrato di un non qualificato Cane della Guerra.
Nel frattempo, quello stato di polizia fatto funzionare dal Re Playstation, noto anche come Giordania, ha aperto il suo spazio aereo ai droni israeliani ora impegnati a “monitorare” la Siria.
Come ha ripetutamente avvertito l’edizione on line del giornale Asia Times, Obama in Siria sta rapidamente diventando una versione remix di Reagan nell’Afghanistan degli anni ’80. Sappiamo tutti che cosa è venuto fuori da quei “combattenti della libertà” in seguito. In questo contesto, Robert Ford, il presunto esperto di Obama per la Siria, quando dice che al Comitato del senato per i rapporti con l’estero che è importante che Washington intervenga per influenzare “l’equilibrio interno del potere in Siria”, si qualifica come una riga di una barzelletta, non come una riga rossa.
Ci sono ipotesi folli che dicono che dopo le bombe di Boston Obama e Vladimir Putin della Russia abbiano fatto un patto; Washington permette a Mosca di fare qualsiasi cosa vuole in Cecenia, per sempre, ma ottiene un assenso all’attuazione di una zona interdetta al traffico aereo e a ulteriore caos in Siria. Non ci sono prove di questo patto. Quello che Putin, che è furbo nel campo della geopolitica, vuole sapere, è che cosa ottiene dalla Siria in termini pratici (e Obama non ne ha idea). Briciole del banchetto della NATO non ci riguardano.
Per quanto riguarda permettere alla Siria di diventare un emirato wahabita “amico dell’Occidente” o ancora un altro feudo fallito della Fratellanza Musulmana, non bisogna andare oltre quello che dice lo Sheikh Nasrallah di Hezbollah….”l’obiettivo di chiunque sia dietro la guerra in Siria, è di distruggerla in modo che uno stato forte, centralizzato non venga istituito in quella nazione, e in modo che essa diventi troppo debole per prendere decisioni relative al suo petrolio, al mare, o ai suoi confini.”
Ecco che cosa riguarda la linea rossa.
*http://it.wikipedia.org/wiki/Secret_Intelligence_Service).
** Una serie di velivoli con capacità diverse usati per una missione di attacco (http://en-wikipedia.org/wiki/Strike_package
Nella foto una tenda dei Nenet, popolo nomade siberiano
Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007) [ La terra globale: come il mondo globalizzato si sta dissolvendo nella guerra liquida] and Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge. [Blues dalla Zona Rossa: un’istantanea da Baghdad durante il periodo di aumento delle truppe staunitensi] Il suo nuovo libro, appena pubblicato, è: Obama does Globalistan [ Obama fa la globalizzazione] (Nimble Books, 2009). Si può contattare su pepeasia@yahoo.com.
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Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
www.znetitaly.org
Fonte: http://www.zcommunications.org/the-syria-iran-red-line-show-by-pepe-escobar
Originale: Pepe Escobar’s ZSPace Page
Traduzione di Maria Chiara Starace
Traduzione © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY – NC-SA 3.0
http://znetitaly.altervista.org/art/10802
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