
Nel giorno in cui si firma al Cairo lo storico accordo tra le due principali fazioni palestinesi, Hamas e Fatah, la radio militare riferisce che pareri discordanti dividono il governo israeliano. Benyamin Netanyahu, in missione politica in Europa, boicotta l’accordo e lancia un ultimo appello ad Abu Mazen, ad astenersi dal firmarlo, evitando di scendere a patti con una forza politica, Hamas, che “chiede la distruzione di Israele ed elogia Osama Bin Laden“.
Più cauto si è invece mostrato il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, che prende tempo per capire quale linea politica intraprenderà il nuovo esecutivo palestinese e critica la precipitosa decisione del ministro delle Finanze Yuval Steinitz di congelare il versamento all’Anp delle tasse raccolte da Israele. Barak preferirebbe un coordinamento con gli Stati Uniti e la promessa da parte dell’Anp di non destinare quei fondi ai “terroristi”. Mentre Netanyahu assicura che esaminerà nuovamente la questione, esperti israeliani considerano l’accordo Hamas-Fatah “ricco di opportunità strategiche positive per gli interessi
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