14 ottobre 2012
Due giorni fa, Israele ha inviato al Ministero degli Esteri della Finlandia un messaggio di minacce ai membri dell’equipaggio di Estelle.
Il messaggio dice: “Nel caso in cui Estelle tentasse di rompere il blocco marittimo su Gaza (20 miglia nautiche), Israele interverrà usando la forza. Se ciò accadesse, la sicurezza delle persone a bordo potrebbe essere messa in pericolo.”
(http://shiptogaza.se/en/Pressrum/Pressmeddelanden/israel-threatens-estelle-force).
Il Ministero ha inoltrato, subito, il messaggio alla barca. La risposta di Ship to Gaza non si è fatta attendere (http://shiptogaza.se/en/Pressrum/Pressmeddelanden/israel-threatens-estelle-force).
Il Ministro Risto Piipponen ha detto di aver fatto presente al Governo israeliano che si tratta di una barca civile e lo ha sollecitato a usare ogni cautela, nell’intraprendere qualunque azione (http://bigstory.ap.org/article/finland-israel-warns-action-against-gaza-ship#overlay-context=article/palestinians-seek-work-israel-crisis-deepens). Non possiamo congratularci con il Governo finlandese che, invece di rispondere a Israele “Tu, Stato straniero, giù le mani da civili pacifici e da una barca che batte bandiera del mio Paese e che noi abbiamo autorizzato a partire,”, gli dice “Fai pure ma, mi raccomando, non fargli troppo male.”. Sovranità nazionale di questo Stato (che non è il solo, per carità) zero.
Tornando al messaggio, a una prima lettura, sembra il solito avvertimento che Israele ripete come un mantra, ogni volta che qualcuno decide di rompere il blocco illegale sulla Striscia di Gaza. A questi avvertimenti, uno si aspetta l’altrettanto solito arrembaggio piratesco da parte della Marina israeliana.
E’ noto, però, che chi gestisce il Potere usa il linguaggio della Diplomazia che prevede una doppia lettura.
Noi cerchiamo, qui, di interpretare quello che c’è dietro le parole usare.
Innanzitutto, Israele voleva che quel messaggio venisse reso pubblico. E’ evidente che non poteva non sapere che il Ministero degli Esteri finlandese si sarebbe regolato così. Questo ci dice una prima cosa: Israele non vuole incorrere in un ennesimo incidente internazionale, proprio in questo momento in cui deve spostare l’attenzione sull’Iran, nuovo “Stato canaglia” scelto. Ne avevamo già parlato, in un precedente articolo.
L’unico mezzo che Israele ha per continuare a fare il bello e cattivo tempo, nel mondo, è ribaltare la realtà, rovesciando la prospettiva: “Non noi inumani ma loro – Estelle – provocatori”. E’ la stessa logica dei bombardamenti: “Non volevamo ma hanno iniziato loro con i quassam.”. Loro devono sempre apparire ” quelli che sì difendono” perché non si arrivi mai a dire quello che stanno facendo da anni al popolo palestinese.
Questo significa, anche, che le missioni delle varie flotille raggiungono il loro scopo. Ce ne vorrebbe una al mese.
Un’altra cosa che colpisce di quel messaggio è l’indicazione del limite indicato per il blocco della Striscia di Gaza: 20 miglia nautiche.
Perché Israele indica le miglia concordate a Oslo, quando, tutti i giorni, impedisce ai pescatori palestinesi di andare oltre le 3 miglia?
Ricordiamo che il limite di 3 miglia è stato imposto da Israele, unilateralmente.
E chi è Israele per decidere da solo un limite simile, misconoscendo accordi che esso stesso ha firmato?
Molto probabilmente, perché vuole che tutta la Comunità internazionale lo appoggi, quando fermerà Estelle a 20 miglia dalla cosa palestinese, e concordi sul fatto che quel limite è invalicabile, sia in entrata sia in uscita. Se lo facesse prima, in acque internazionali, sarebbe più difficile essere “compreso” dai vari governi e istituzioni internazionali che lo sostengono. Lo sanzionano, lo criticano ma, in realtà, non agiscono davvero per fermarlo.
Un atteggiamento che indica la sconfitta di Stati sovrani o la loro progettazione comune con Israele, nascosta, anche qui, dietro le parole di facciata.
Israele, inoltre, smentisce se stesso, quando pretende che quel pezzo di mare non possa essere percorso da alcuno, mentre, tutti i giorni, sostiene di aver abbandonato la Striscia di Gaza nel 2006.
Se i governi, in primis quelli europei, non hanno il coraggio di impedire a uno Stato straniero di fermare una barca, lo fa il “Governo dei Popoli Europei”:
“Non azzardarti, Israele, a toccare la barca e il suo equipaggio!”.
Comunicato Stampa di Ship to Gaza “Estelle, addestramento alla nonviolenza in caso di arrembaggio illegale e violento”: http://www.freedomflotilla.it/2012/10/15/estelle-addestramento-alla-non-violenza-in-caso-di-arrembaggio-illegale-e-violento/
A cura di
Elena Bellini
Alessandra Capone
Marisa Conte
“We are all on the Freedom Flotilla 2 – News”
https://www.facebook.com/pages/We-are-all-on-the-Freedom-Flotilla-2-News/157392614337212?fref=ts
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