Tuesday, 16 August 2011 10:58 Emma Mancini (Alternative Information Center)
Il soldato israeliano Gilad Shalit in un videomessaggio dalla prigionia
“Nessuna visita per Gilad, nessuna visita per voi”. E’ lo slogan lanciato ieri da 50 israeliani che hanno fermato il bus che trasportava famiglie palestinesi dirette nella prigione nel Negev del Sud per far visita ai parenti detenuti. Intanto, proseguono a Il Cairo i negoziati tra Israele e Hamas per la liberazione del soldato Shalit.
Shalit, fatto prigioniero da Hamas a Gaza il 25 giugno del 2006, è da anni simbolo del conflitto tra il gruppo palestinese e lo Stato di Israele. Nell’incontro tenutosi ieri nella capitale egiziana, pare che le autorità di Tel Aviv si siano mostrate pronte a negoziare lo scambio di prigionieri: Shalit in cambio di detenuti palestinesi di Gerusalemme Est e di arabi israeliani. A far circolare la notizia, fonti palestinesi presenti al secondo meeting. Per la giornata di oggi è previsto il terzo meeting, che si spera essere quello definitivo per il raggiungimento di un accordo. Accordo che prevedrebbe anche il trasferimento dei detenuti, una volta liberati, in Cisgiordania.
Ufficiali dell’intelligence egiziana stanno mediando tra le due parti, rappresentate dal capo militare di Hamas, Ahmed al-Ja’abari, e dal nuovo negoziatore israeliano, David Meidan.
Gli incontri de Il Cairo rimangono ufficiosi. Il premier israeliano Netanyahu non pare intenzionato a cedere troppo e a pagare un prezzo troppo alto per liberare Shalit, in un periodo di perdita di consensi e di proteste quotidiane dei movimenti di base israeliani. Inoltre, esistono ancora degli ostacoli quantitativi all’accordo: il numero di prigionieri palestinesi che Hamas chiede di liberare si aggira sui 450, compresi detenuti di alto profilo come Marwan Barghouti. Un numero troppo elevato per Israele, che non intende perdere la faccia.
Shalit, fatto prigioniero all’età di 19 anni, rappresenta un problema serio per Tel Aviv, vista anche l’importanza che molti gruppi di destra israeliani riconoscono alla detenzione di Gilad. Ne è esempio l’episodio verificatosi ieri, quando una cinquantina di israeliani hanno tentato di fermare l’autobus palestinese diretto verso la prigione di Nafha, a Sud dello Stato di Israele. L’autobus trasportava familiari di alcuni detenuti palestinesi nel carcere israeliano.
“I manifestanti hanno bloccato il bus proveniente dalla Cisgiordania e diretto nel carcere di Nafha – ha spiegato il portavoce della polizia, Luba al-Samri – La polizia è intervenuta per fermarli, prima che scoppiasse qualche incidente, e ha permesso al bus di passare”. I manifestanti hanno intonato slogan per la liberazione del soldato, “Nessuna visita per Gilad, nessuna visita per voi”. Al militare non è stato infatti mai permesso di incontrare staff della Croce Rossa, né di comunicare con la famiglia.
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