Netanyahu ferma l’espansione della colonia con cui ha vinto le elezioni

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26 mar 2015

Bloccato il piano di costruzione dell’insediamento di Har Homa per non irritare troppo Obama. Il presidente Usa parla di “differenze sostanziali” con il premier israeliano, ma a Bibi il vincitore basta il sostegno repubblicano.

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 Netanyahu presentava il progetto di Har Homa prima delle elezioni (Foto: Menahem Kahana/AFP/Getty)

 

della redazione

Gerusalemme, 26 marzo 2015, Nena News – Stop all’espansione della colonia di Har Homa: a bloccare il piano di costruzione di 1.500 nuove abitazioni per coloni nell’insediamento tra Betlemme e Gerusalemme è stato ieri il governo israeliano. Lo stesso piano che il premier Netanyahu, il giorno prima delle elezioni, aveva utilizzato come ultimo e efficace piede di porco per scardinare le deboli difese dell’avversario laburista e vincere le elezioni parlamentari.

Il congelamento, fanno sapere funzionari israeliani, è dettato da “sensitività politica”. Ovvero, evitare di far infuriare troppo l’alleato statunitense con i rapporti tra Bibi e Obama già ai minimi termini. Eppure Netanyahu nel suo ultimo discorso prima del voto, tenuto proprio nella colonia di Har Homa (costruita alla fine degli anni ’90 distruggendo la foresta di Abu Ghneim, di proprietà del villaggio palestinese di Beit Sahour), aveva vinto le ultime resistenze dell’elettorato promettendo sicurezza, espansione coloniale e la determinazione a non permettere la nascita di uno Stato di Palestina. In quel discorso Bibi era stato chiaro: “Non permetterò che Gerusalemme Est diventi la capitale di uno Stato di Palestina. Io e il Likud garantiremo l’unità di Gerusalemme. Continueremo a costruire, aggiungeremo migliaia di unità abitative e, in faccia a tutte le pressioni [internazionali] insisteremo e continueremo nello sviluppo della nostra capitale eterna”.

Una dichiarazione che aveva allarmato l’Unione Europea e gli Stati Uniti che, pur non facendo reali pressioni su Tel Aviv, ufficialmente dicono di lavorare sulla soluzione a due Stati. Netanyahu aveva fatto retromarcia. Ma la decisione di ieri, il congelamento dell’espansione di Har Homa, non rappresenta affatto un cambio di rotta del governo israeliano sulla questione coloniale. Daniel Seidemann, direttore di Terrestrial Jerusalem, organizzazione che monitora la colonizzazione a Gerusalemme, ha detto che lo stop è frutto della natura “troppo problematica” del piano: “Si tratta di un progetto incendiario, penso che [Netanyahu] tema che il soffitto gli cada in testa”.

La colonia di Har Homa, in pochi anni diventata una delle più grandi nei Territori Occupati, è strategica perché in grado di completare l’anello di insediamenti israeliani intorno a Gerusalemme Est e quindi di separare definitivamente la Città Santa dalla Cisgiordania. Una divisione che viene realizzata con le colonie, il muro e con le restrizioni al movimento dei palestinesi, separando due realtà da secoli unite con Gerusalemme a fare da naturale mercato e da collegamento economico e sociale per le comunità palestinesi in Cisgiordania.

Difficile, però, che Netanyahu sia preoccupato dalle istanze del presidente Obama, nonostante i rapporti gelidi tra i due. Il partito repubblicano statunitense non ha mancato in questi mesi di mostrare a Tel Aviv il sostegno necessario, presentandogli su un vassoio d’argento la rielezione con l’invito a parlare al Congresso il 3 marzo (bypassando la Casa Bianca) e garantendogli lo stop ad un accordo sul nucleare iraniano nel caso il successore di Obama non sia un democratico.

In vista proprio della conclusione del negoziato con Teheran, Obama è tornato martedì a discutere del suo particolare rapporto con l’alleato israeliano: le differenze con il premier Netanyahu, ha detto, non sono legate a conflitti personali, ma a “una chiara e sostanziale” differenza di opinione sulla soluzione del conflitto israeliano-palestinese: “Noi crediamo che i due Stati siano il miglior percorso verso la sicurezza di Israele e le aspirazioni palestinesi. Il premier Netanyahu ha un approccio diverso”.

Il presidente ha poi aggiunto che la cooperazione militare e di intelligence con Israele continuerà allo stesso modo, ma che gli Usa potrebbero rivedere la loro posizione diplomatica, una minaccia già espressa dopo la rielezione di Bibi: “Valuteremo la questione – ha detto Obama – Aspetteremo che il nuovo governo israeliano sia formato”.

Per ora Netanyahu non commenta lasciando la parola ai suoi portavoce che non smentiscono né confermano la notizia del congelamento: “Il piano non è stato mandato all’ufficio del primo ministro – dicono – Riguardo altri piani ci sarà una discussione in merito quando il nuovo governo diventerà effettivo”. Nena News

 

http://nena-news.it/netanyahu-ferma-lespansione-della-colonia-con-cui-ha-vinto-le-elezioni/

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