Il premier israeliano aveva detto appena due giorni fa che la colonizzazione andra’ avanti. Oggi la notizia dell’ennesimo progetto di espansione di un insediamento colonico.
adminSito
Gerusalemme, 13 giugno 2013, Nena News – Il quotidiano Haaretz riferisce che il governo del premier israeliano Netanyahu intende autorizzare la costruzione di 538 alloggi nella colonia di Itamar, nella Cisgiordania occupata. E starebbe valutando anche la possibilità di costruire altri 530 appartamenti nella colonia di Brunchin. Progetti che si aggiungono al via libera dato a fine maggio alla realizzazione di un migliaio di alloggi nelle colonie di Gilo e Ramot, nella zona araba di Gerusalemme, sotto occupazione dal 1967.
Una colata di cemento che rappresenta la risposta di Netanyahu alla condizione posta dal presidente palestinese Mahmud Abbas per ritornare al negoziato, lo stop dell’espansione degli insediamenti colonici. Abbas ripete che e’ impossibile riaprire la trattativa mentre Israele espande la sua colonizzazione sui territori del futuro Stato di Palestina. Il governo israeliano non sente ragioni e insiste nel voler continuare la sua politica che, peraltro, viola apertamente le leggi internazionali. La colonia di Itamar peraltro si triva a ridosso di Nablus, la piu’ grande delle citta’ palestinesi in Cisgiordania.
Nei mesi scorsi si ipotizzava una moratoria parziale, non annunciata, di Israele sulle nuove costruzioni, per favorire il tentativo del Segretario di Stato americano John Kerry di “rilanciare il negoziato di pace”. Tuttavia Netanyahu in varie occasioni ha ribadito il suo rifiuto delle “precondizioni” palestinesi. Lasciando aperto solo un piccolo spiraglio. «Le costruzioni vanno avanti ma dobbiamo essere consapevoli di ciò che accade intorno a noi», ha detto due giorni fa.
Perde percio’ slancio l’iniziativa diplomatica di Kerry che avrebbe dovuto far ritorno nella regione questa settimana ma ha rinviato la sua missione. Ufficialmente per l’aggravarsi della crisi siriana, dietro le quinte invece si dice che il Segretario di stato ha preferito il rinvio per non rischiare un imbarazzante fallimento. E qualche giorno fa una fonte del Dipartimento di stato ha detto all’agenzia Reuters che se israeliani e palestinesi non si mostreranno seri, Kerry si farà da parte. Nena News
Quest'opera viene distribuita con Licenza Creative Commons. Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.