31 GEN
Benjamin Netanyahu, primo ministro d’Israele e leader del partito “Likud”
C’è chi dice che lo stia facendo per questioni puramente politiche. O meglio: per avere il loro appoggio alle primarie di partito, il Likud, martedì (oggi per chi legge). Ma c’è anche chi dice che l’uomo sia ormai stufo di inseguire i palestinesi ai tavoli della pace e che voglia metterci una pietra sopra. E che pietra!
Ecco, dicono queste voci (che puntualmente escono dalle stanze di governo) che il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe dato l’incarico a un giudice di costituire un gruppo che studi il modo di legalizzare – sì, legalizzare – in modo retroattivo tutte le colonie in territorio palestinese costruite su terreni privati.
Il giudice avrebbe anche un nome: Edmond Levy. Toccherebbe a lui il compito – storico, politico, diplomatico – di preparare un rapporto con tutti gli strumenti giuridici che si potrebbero utilizzare in ogni sede, nazionale ed estera, per riconoscere in modo ufficiale tutti quegli insediamenti che la legislazione israeliana considera illegali, così come stabilito dalle leggi internazionali che classificano come illegali tutte quelle sorte nei territori occupati.
L’indiscrezione è stata smentita con sdegno dall’ufficio del primo ministro. Ma se fosse vera chiuderebbe in modo definitivo una finestra di dialogo con i palestinesi
© L.B.
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