tratto da: https://frammentivocalimo.blogspot.com/2021/02/noa-landau-una-famiglia-araba-in-gita.html
Traduzione e sintesi
Di Noa Landau – 9 febbraio 2021
Una famiglia araba israeliana sta facendo un picnic nel bosco: madre, padre, nonni e bambini. Improvvisamente un ebreo israeliano armato si presenta con gli amici e chiede che lascino la zona. Perché? Perché è tutto suo. Dov’è scritto? “Nella Bibbia!”
Quando si rifiutano, l’uomo armato inizia ad afferrare gli oggetti del bambino, a versare le loro bevande sul falò e ad insistere che se ne vadano. La madre e il nonno reagiscono, il padre che tiene in braccio il bambino cerca di separare il settler dalla sua famiglia e invita la moglie a calmarsi, per il bene dei bambini. Questa situazione, filmata e pubblicata due giorni fa dalla madre, Lubna Abed El Hadi, sulla sua pagina Facebook, è esasperante e sconvolgente.
https://www.facebook.com/769028329/posts/10159157206483330/
Da quando gli israeliani armati possono andare in giro a minacciare una famiglia araba che si diverte all’aria aperta? Dov’è la polizia? Nel video, si sente la famiglia dire agli aggressori: “Siamo israeliani proprio come te e ci è permesso essere qui”. Uno di loro risponde: “Non siete israeliani, siete arabi” e “vi abbiamo fatto un favore lasciandovi qui”, e dice loro di “Tornarsene a Nazareth”.
La mente si sforza di comprendere la situazione, finché non diventa evidente. Gli ebrei sono coloni sionisti, la madre e la sua famiglia sono di Nazareth, ma il giovane padre è di Hebron. Il luogo è in Cisgiordania, vicino al villaggio di Jibiya e all’avamposto di Havat Zvi. Ora la scena è molto più facile da capire. I coloni (l’uomo armato tra loro indossava un cappello del Movimento Giovanile Sionista Hashomer di Giudea e Samaria, che riceve finanziamenti statali) pensavano che la famiglia fosse palestinese e così hanno agito come fanno ogni giorno nei selvaggi e violenti territori.
Non si aspettavano di ricevere una risposta in un ebraico fluente, non si aspettavano che la famiglia difendesse i propri diritti, non si aspettavano che capissero che questa zona non è registrata in alcun catasto e di certo non si aspettavano che avrebbero osato obiettare: bambini contro i fucili. Alla fine, i coloni hanno fatto quella che è diventata una consuetudine: hanno chiamato l’esercito per fare il lavoro sporco al posto loro. La famiglia ha continuato a insistere sui loro diritti, ma i soldati hanno comunque costretto gli arabi israeliani ad andarsene su richiesta dei coloni. Senza spiegazioni o esitazioni. Perché è così che funzionano le cose nei territori. “Non costringetemi ad usare la forza”, ha avvertito il soldato. Come al solito, il portavoce dell’IDF ha dichiarato che un’indagine “approfondirà” l’incidente. Ma chi indagherà sui coloni?
La maggior parte degli israeliani apparentemente non ha sentito parlare delle violenze in corso intorno ad Havat Zvi, un avamposto costruito su terreni statali e privati. E quando ne sentono parlare, non ci credono davvero. Ma grazie all’audacia di una madre araba con cittadinanza israeliana, che ha resistito e ha filmato questo sopruso, questo piccolo incidente è riuscito a scalfire il velo di omertà e indifferenza. In letteratura, questo è chiamato “de-normalizzazione”. Quando una situazione normale, attraverso un capovolgimento, viene resa “anomala”, consentendo in tal modo di ristabilire l’ordine delle cose. Questo è ciò che ci ha rivelato la presenza della famiglia araba israeliana al picnic nei territori: il razzismo. Non solo israeliani contro palestinesi in una guerra nazionale, ma ebrei contro arabi. Gli ebrei sono i signori della terra con i fucili, gli arabi sono pregati di sparire dalla loro vista o “li aiuteranno” a farlo.
In un momento in cui la società araba in Israele è corteggiata dall’ex istigatore anti-arabo Benjamin Netanyahu, dovremmo ringraziare Lubna e la sua famiglia che sono stati abbastanza coraggiosi da aiutarci a vedere i territori sotto una nuova luce, per renderci conto di cosa succede lì nel nostro nome e con i nostri soldi.

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