“Non ce ne andiamo, perché riteniamo essenziale la nostra presenza di testimoni oculari dei crimini contro l’inerme popolazione civile ora per ora, minuto per minuto”.
Così ripetevi durante Piombo fuso, unico italiano rimasto lì, tra la tua gente, tra i volti straziati dei bambini ridotti a target di guerra. Così mi hai ripetuto pochi mesi fa prima di abbracciarmi: io obbedivo all’ultimatum dei militari al valico di Heretz che mi ordinavano di uscire dalla Striscia, ma tu restavi. Questa era la tua vita: rimanere.
Sei rimasto con gli ultimi, caro Vittorio, e i tuoi occhi sono stati chiusi da un odio assurdo, così in contrasto, così lontano dall’affetto e dalla solidarietà della gente di Gaza, da tutta la gente di Gaza che non è “un posto scomodo dove si odia l’occidente”, come affermano ora i commentatori televisivi, ma un pezzo di Palestina tenuta sotto embargo e martoriata all’inverosimile.
Immaginiamo i tuoi amici e compagni palestinesi ancora una volta inermi, ancora una volta senza una voce che porti fuori da quella grande prigione la loro disperazione, testimonianza della loro umanità ferita e umiliata.
Non spendiamo parole per quelli che non hanno saputo essere, e per questo non sono restati, umani.
La tua gente di Palestina non dimenticherà il tuo amore per lei. Hai speso la tua vita per una pace giusta, disarmata, umana fino in fondo.
Anche a noi di Pax Christi mancherà la tua “bocca-scucita” che irrompeva in sala, al telefono, quando, durante qualche incontro qui in Italia, nelle città e nelle parrocchie dove si ha ancora il coraggio di raccontare l’occupazione della Palestina e l’inferno di Gaza, denunciavi e ripetevi: “restiamo umani!” Tu quell’inferno lo raccontavi con la tua vita. 24 ore su 24. Perché eri lì. E vedevi, sentivi, vivevi con loro. Vedevi crimini che a noi nessuno raccontava. E restavi con loro.
Abbracciamo Maria Elena, la tua famiglia e vorremmo sussurrare loro che la tua è stata una vita piena perché donata ai fratelli e che tutto l’amore che hai saputo testimoniare rimarrà saldo e forte come la voglia di vivere dei bambini di Gaza.
Ci inchiniamo a te, Vittorio. Ora sappiamo che i martiri sono purtroppo e semplicemente quelli che non smettono di amare mai, costi quel che costi.
Don Nandino Capovilla
coordinatore nazionale di Pax Christi Italia
Firenze, 15 aprile 2011
nandino.capovilla@gmail.com 347 3176588
segreteria@paxchristi.it 055 2020375
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Io e la mia famiglia ci uniamo al sommesso urlo di dolore, che già ci stringeva il cuore ieri sera nell’aver appreso del tuo rapimmento.
“Vogliono ucciderlo” ci siamo detti, trenta ore sono troppo poche per qualsiasi cosa, figuriamoci per liberare istituzionalmente dei prigionieri.
Su chi volesse uccuderti invece oggi si sprecano i commneti anche se sappiamo bene su chi tragga più profitto dalla tua morte: chi nasconde la verità che tu raccontavi.
Ecco che allora la tua memoria putrà essere onorata solo raccontando, socializzando a tutti quelli che incontriamo il PERCHE’ ERI LI, cosa denunciavi tutti i giorni con la tua vita e co le tue parole.
Ci stringiamo attorno alla famiglia ed agli amici cercando di restare umani.
Alessandro, Debora e Noemi
PER VITTORIO ARRIGONI, UMANO GIUSTO
Non c’è neppure stato il tempo di iniziare a mettere in fila le firme sul primo appello per la sua liberazione, che arrivavano a valanga nella notte da ogni angolo di Italia.
Vittorio Arrigoni è stato ucciso a Gaza, a trentasei anni, poche ore dopo il suo sequestro.
Ogni giorno per anni ci ha raccontato la lotta per la sopravvivenza di due milioni di persone rinchiuse nell’assedio, bombardate, affamate, umiliate.
Aveva scelto di stare all’inferno per aiutare a rompere il silenzio.
Aiutava con immagini e parole, indipendenti e imparziali come la vita vera, chi volesse raccontare la verità.
A parte pochissimi, nessuno guarda a Gaza. E’ diventata ormai un buco nero nella cronaca e nella politica.
Una gigantesca macchia oscura nell’etica e nella morale collettiva, impastata di indifferenza e di enormi complicità con l’orrore.
Vittorio è morto ammazzato. La sua morte oggi strappa il velo sulla Striscia e parla.
Che possa parlare davvero a tutti, Vittorio, anche ora che non c’è più.
Che semini ancora l’insopportabilità dell’ingiustizia, delle doppie misure, dell’ipocrisia in cui viviamo immersi.
Abbracciamo i familiari, l’International Solidarity Movement, gli amici.
Ringraziamo le autorità palestinesi che si sono adoperate per la sua liberazione
Siamo a fianco della popolazione di Gaza e dei giovani che si sono mobilitati per salvagli la vita.
Rinnoviamo l’impegno contro l’assedio, contro l’occupazione israeliana, per una pace fondata sulla giustizia.
Continuiamo l’azione politica, culturale e umanitaria per rompere l’isolamento di Gaza.
L’omicidio di Vittorio non sia utilizzato come ulteriore pretesto per impedire la presenza nell’area di volontari, cooperanti e testimoni.
Restiamo umani, ci ha sempre ripetuto Vittorio. A qualunque latitudine, facciamo parte della stessa comunità.
Ogni uomo, ogni donna, ogni piccolo di questo pianeta, ovunque nasca e viva, ha diritto alla vita e alla dignità.
Gli stessi diritti che rivendichiamo per noi appartengono anche a tutti gli altri e le altre, senza eccezione alcuna.
Restiamo umani, anche quando intorno a noi l’umanità pare si perda.
In questa settimana santa, attesa , di speranza ,di vita, di resurrezione, daremo voce a te , Vittorio, alla tua grande testimonianza , alla tua forza, nell’essere fino in fondo vicino alla gente di Gaza ed alle sue sofferenze .
Grazie Vittorio
Giuliana