di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci
La creazione in Medio Oriente di una zona libera da armi nucleari e da tutte le altre armi di distruzione di massa: lo chiede la dichiarazione finale della Conferenza sulla revisione del Trattato di non-proliferazione (Tnp), sottoscritta a New York il 28 maggio dai rappresentanti di 189 stati. A tale scopo essi danno mandato al segretario generale dell’Onu perché convochi nel 2012 una conferenza degli stati della regione. Contemporaneamente, invitano Israele ad aderire al Tnp e a permettere ispezioni dei propri siti nucleari da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica. E’ così scoppiata a New York una bomba politica: una conferenza che, nelle intenzioni di Washington, avrebbe dovuto mettere sotto accusa l’Iran, ha invece puntato il dito sull’unico stato della regione in possesso di armi nucleari, Israele. Mentre l’Iran si è detto favorevole alla conferenza del 2012, Israele ha immediatamente respinto la proposta, definendo «ipocrita» la dichiarazione della Conferenza sul Tnp, la quale «ignora le reali minacce che pesano sulla regione e il mondo intero». Né appare possibile che Washington prema su Israele per costringerlo ad aderire al Tnp, ammettendo così di essere l’unito stato della regione in possesso di armi nucleari. (Il Manifesto, 30 maggio 2010)
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