Dice il comunicato stampa:
“Si è svolta ieri, giovedì 23 giugno 2016, la cerimonia di inaugurazione della “KKL Expo Forest” in Israele. L’area è stata creata grazie alla partecipazione dei numerosi visitatori di Padiglione Israele, a EXPO Milano 2015. Attraverso il totem interattivo del KKL, presente al Padiglione, ogni visitatore aveva la possibilità di piantare un albero in Israele. (…) Sulla targa è inciso: “In onore di EXPO Milano 2015. Più di 45.000 mila persone, provenienti da 50 paesi diversi nel mondo, hanno partecipato a questo progetto”.
Ricordate, carissimi, cos’è il KKL? Ne avevamo parlato anni fa, quando la Campagna Ponti e non muri di Pax Christi aveva dedicato la sua iniziativa annuale proprio al ripristino dei cartelli stradali del Negev. Quelli indicanti i villaggi beduini che un piano di Sharon già allora aveva iniziato a demolire, semplicemente perché per lo Stato d’Israele … non esistono. Al loro posto, grazie al lavoro indefesso del Fondo Nazionale Ebraico, nato nel 1901 per appropriarsi della terra palestinese, il KKL appunto, esili piantine di alberi stranieri sostituivano gli ulivi e gli alberi da frutto degli abitanti espulsi. Beduini di nascita, palestinesi di lingua, tradizioni e consapevolezza, israeliani di passaporto, venivano e vengono ‘ricollocati’ in un triangolo ‘artificiale’ come le nuove piante, in mezzo al nulla delle tradizioni sradicate, le loro.
Ecco: noi, cittadini del mondo altro, in 45.000, siamo andati all’EXPO a piantare gli alberi dell’ingiustizia ecologicamente mascherata. A piantarli sopra la terra che da sempre e fino a ieri era stata coltivata e abitata da persone ora invisibili, ma vive:
“Il Direttore Generale KKL Israele, Meir Spiegler, ha sottolineato durante la piantagione che la Foresta di Yatir è la più grande di Israele, una foresta artificiale piantata da esseri umani. Ha inoltre ringraziato l’Italia per la proficua cooperazione e ricordato la recente firma dell’accordo tra KKL e Corpo Forestale dello Stato. Shariel Gun, Direttore Generale KKL Italia, ha affermato: “Sono orgoglioso della realizzazione di questo progetto, EXPO è stata una vetrina per Israele, mostrando il vero volto del Paese al mondo, attraverso le sue eccellenze”.
Certo, il vero volto. Ma quale, lo diciamo in pochi.
“La scelta della realizzazione della Foresta EXPO del KKL, monumento vivo che respira e che aiuta l’ambiente, è la dimostrazione che la strada intrapresa è quella giusta. La Foresta di Yatir, il più grande polmone verde nel sud di Israele, nasce nel 1964 ad opera del Keren Kayemeth LeIsrael. Su più di 30 mila dunam di terreno, accoglie più di 4 milioni di alberi. La composizione botanica della foresta è principalmente di cipressi e pini. Situata in un’area desertica, il livello annuale delle piogge raggiunge quasi i 300 millimetri. La foresta di Yatir è parte del progetto NASA legata al controllo dell’assorbimento ed emissione di anidride carbonica e del vapore acqueo. Grazie al progetto Yatir, il KKL ha vinto riconoscimenti e premi a livello mondiale per le informazioni condivise con scienziati e ricercatori di tutto il mondo. Grazie alla costante e preziosa attività del KKL, Israele è l’unico paese che oggi ha una superficie forestale maggiore di 100 anni fa.”
Evviva allora l’Israele ecologico, l’Israele che ancora una volta fa fiorire letteralmente il deserto. Sulla terra altrui. Con l’acqua altrui, con le piante di un’altrove che non rispetta nemmeno la flora locale.
“Se almeno la amassero davvero questa terra- ci diceva il vecchio beduino guardando mestamente le piantine di ulivo estirpate e buttate là, vicino alle nuove piante messe dal KKL- pianterebbero alberi da frutto, come abbiamo sempre fatto noi. Ma loro vogliono occuparla, la terra, non coltivarla per la vita di tutti.”
BoccheScucite
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