03/04/2019 20.02
Nel Mediterraneo ben pochi si sono scandalizzati che nelle ultime ore altre cinquanta PERSONE sono praticamente scomparse. Invisibili. Nessuno deve sapere che 50 esseri umani in carne ed ossa possano essere in pericolo di morte. La nostra Guardia Costiera, dopo una giornata di silenzio ha risposto “ci stiamo attivando” mentre quella assolutamente inaffidabile delle bande libiche tace.
Ancora una volta è Francesco a scuotere le coscienze, pur non parlando di loro in Piazza San Pietro:
“A me non piace dire migranti; a me piace più dire persone migranti. Sapete perché? Perché migrante è un aggettivo, mentre il termine persona è un sostantivo. Noi siamo caduti nella cultura dell’aggettivo: usiamo tanti aggettivi e dimentichiamo tante volte i sostantivi, cioè la sostanza. L’aggettivo va sempre legato a un sostantivo, a una persona; quindi una persona migrante. Così c’è rispetto e non si cade in questa cultura dell’aggettivo che è troppo liquida, troppo “gassosa“.
Insomma: basta chiamarli “migranti”!
Yakoba, Ansu, Ebrima e Mamadou, fratelli esattamente come quei 50 la cui sorte ci dovrebbe angosciare e che meriterebbe una diretta televisiva, non sono “migranti” ma PERSONE!


“NON SONO MIGRANTI” – di Nandino Capovilla
https://www.facebook.com/nandinocapovilla/posts/2265167820212274
Quest'opera viene distribuita con Licenza Creative Commons. Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.