OGGI COMINCIA ITER ONU PER STATO PALESTINA

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La discussione potrebbe durare settimane e si preannuncia molto difficile. Con soli 6 voti certi a favore della richiesta palestinese –  Cina, Russia, Sudafrica, India, Brasile e Libano- gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di porre il veto all’adesione dello Stato di Palestina.

GIORGIA GRIFONI

Beit Sahour (Cisgiordania), 26 settembre 2011, Nena News – Comincia oggi la discussione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla richiesta palestinese di entrare a far parte dell’organismo internazionale. Una discussione che potrebbe durare al massimo 5 settimane, e che si preannuncia molto difficile. Con soli 6 voti certi a favore della richiesta palestinese –  Cina, Russia, Sudafrica, India, Brasile (o BRICS, blocco delle potenze emergenti) e Libano- gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di porre il veto all’adesione dello stato di Palestina: risparmierebbero così un’ulteriore fonte d’imbarazzo internazionale per l’instancabile supporto dell’amministrazione Obama a Israele, in netto contrasto con i valori di libertà e di autodeterminazione sostenuti invece dagli americani nei confronti di una folta schiera di popoli oppressi in giro per il mondo.

Tra i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza i cui voti sono ancora incerti, Gabon, Nigeria e Bosnia-Herzegovina sono quelli che l’Autorità palestinese spera ancora di portare dalla propria parte. Ma le speranze sembrano già infrante: il Gabon, dipendente dalla vecchia madrepatria Francia, non rischierebbe le sue relazioni economiche e politiche per la Palestina. Stesso discorso per la Bosnia-Herzegovina, che lotta per farsi accettare dall’unione Europea. La Nigeria ha invece fatto capire  chiaramente che non vuole rischiare di infastidire gli Stati Uniti né Israele.

In questi 35 giorni che mancano al verdetto finale, sembra che gli sforzi diplomatici per permettere un ritorno ai negoziati subiranno un’impennata, soprattutto per cercare di coprire il caos provocato  dal niet americano alla richiesta palestinese. Il Quartetto (Russia, Usa, Ue e Onu) ha proposto ora un piano “temporale” più che sostanziale per un ritorno ai negoziati diretti: un incontro tra Israele e palestinesi entro un mese per stilare un nuovo calendario di colloqui, che porterebbero a un accordo di pace entro la fine del 2012 assieme alla creazione di uno stato palestinese accanto a Israele.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accolto positivamente il piano del Quartetto, e in un’intervista alla Nbc ieri ha enfatizzato la sua mano tesa ai palestinesi per costruire una pace “senza precondizioni” da parte loro ; una pace fatta invece secondo le sue precondizioni  che dovrebbe portare a “una Palestina demilitarizzata che riconosca il carattere ebraico dello stato di Israele”.

Abu Mazen, dal canto suo, ha rifiutato il nuovo piano di pace: “Non ci saranno negoziati senza la legittimità internazionale allo stato di Palestina e senza la sospensione della colonizzazione ebraica (della Cisgiordania e di Gerusalemme est, ndr )”, ha dichiarato ieri davanti alla folla che lo ha accolto al suo ritorno a Ramallah. Un punto su cui Abu Mazen insiste dall’anno scorso, quando i negoziati subirono una battuta d’arresto per il rifiuto di Israele di congelare gli insediamenti illegali.

Il ministro israeliano degli affari esteri Avigdor Lieberman ha minacciato i palestinesi di “pesanti ripercussioni” se avessero insistito sulla via del riconoscimento internazionale e gli fanno eco alcune frange repubblicane del Congresso e del Senato americano, per arrivare addirittura alla risoluzione presentata dal parlamentare Joe Walsh perché Israele annetta la Cisgiordania. Ma i coloni ebrei stanno già punendo «l’insolenza» palestinese di desiderare uno Stato su quelle che considerano le regioni bibliche di Giudea e Samaria, su cui i loro antenati avrebbero vissuto migliaia di anni fa. Gli attacchi dei coloni ai villaggi palestinesi si sono triplicati nell’ultimo mese e la violenza che è nuovamente esplosa ha portato due giorni fa alla morte di un palestinese per mano dell’esercito israeliano.

http://www.nena-news.com/?p=13042

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