Onu in Libia: osservatori internazionali, via i mercenari turchi e russi e governo provvisorio

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tratto da: https://www.remocontro.it/2021/02/05/onu-in-libia-osservatori-internazionali-via-i-mercenari-turchi-e-russi-e-governo-provvisorio/

Remocontro Remocontro 5 Febbraio 2021

 

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha ordinato il dispiegamento di osservatori in Libia per monitorare il rispetto del cessate il fuoco, con una lettera inviata al segretario generale Antonio Guterres. «Costituire e dispiegare rapidamente un’avanguardia in Libia». A Ginevra le liste elettorali per le elezioni di Natale

L’inviata Onu in Libia Stephanie Williams

Osservatori Onu sul campo

Arbitri in campo  questa volta con qualche autorevolezza in più del fischiare i falli e improbabili rigori. In un rapporto della fine  2020 –ricorda l’agenzia Ansa-, il segretario generale aveva raccomandato la costituzione di un gruppo di osservatori disarmato, composto da civili e soldati in pensione dai paesi di Unione Africana, Unione Europea e Lega Araba, evocando la costituzione di un «meccanismo per il monitoraggio del cessate il fuoco con sede a Sirte». Secondo le fonti diplomatiche l’avanguardia dovrebbe essere fatta da trenta osservatori.

A Ginevra le liste per le elezioni di Natale

A Ginevra presentate le liste dei candidati tra cui scegliere i nuovi vertici del paese. Un meccanismo di democrazia decisamente inconsueto ma probabilmente il solo operativamente efficace nelle divisioni territoriali e tribali che segnano la Libia. A sorpresa non si presenta come candidato premier l’attuale vice-presidente Ahmed Maitig. Il percorso preelettorale organizzato a dalle Nazioni Unite prevede adesso che venerdì i 75 delegati del ‘Libya Political Dialogue Format’, i rappresentanti di territori popoli e tribù, votino una delle liste dei futuri vertici, il «Consiglio presidenziale».

Presidente, 2 vice-presidenti e un Primo ministro. Questa struttura provvisoria dovrebbe portare il paese alle elezioni il 24 dicembre.

Governo provvisorio candidati ai vertici

Quattro le liste che sono riuscite a raccogliere il sostegno necessario, precisa Vincenzo Nigro su Repubblica. 16 candidati per i 4 differenti incarichi nel nuovo pacchetto di testa delle istituzioni libiche. Questo governo provvisorio dovrà portare il paese alle elezioni politiche che l’Onu ha fissato per il prossimo 24 dicembre.  «La lista più favorita sembra essere quella composta da Agila Saleh, attuale presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, rappresentante della Cirenaica. Agila si candida ad essere nuovo capo del Consiglio di presidenza “ristretto” (ognuno in rappresentanza di una regione storica del Paese)».

Cirenaica, Fezzan, Tripolitania

In squadra con Agila Saleh, corrono per gli altri due posti nel Consiglio (i due vice), il generale Osama al Jweili, comandante delle forze militari del Gna (il governo di Tripoli), esponente di Zintan, “città-Stato” della Libia occidentale. E l’ex ambasciatore in Marocco, Abdel Majid Seif al Naser, in rappresentanza del Fezzan, il sud della Libia. Il candidato primo ministro di questa lista sarà Fathi Bashagha, attuale ministro dell’Interno a Tripoli e potente personalità di Misurata, molto contrastato da gruppi politici (è vicino alla Fratellanza Musulmana) e anche da gruppi di milizie che nei mesi ha provato a sciogliere e contrastare.

Rinunce a sorpresa da interpretare

La novità più clamorosa è che l’attuale vice-presidente del Consiglio presidenziale Ahmed Maitig ha deciso di rinunciare a candidarsi per l’incarico di primo ministro. «Maitig era riuscito a stabilire un ponte con il generale Khalifa Haftar quando aveva sottoscritto un accordo per la riapertura dei pozzi petroliferi -ricorda Nigro-. «Non è chiaro ancora perché alle fine abbia deciso di non presentarsi, visto che era considerato come uno dei migliori candidati per l’incarico di premier». Altro personaggio che ha ritirato la candidatura Khaled al Mishri, della Fratellanza musulmana, originario della città costiera di Zawiya. Altro esponente di spicco che ha ritirato il suo nome, secondo l’Agenzia Nova, è il giovane ministro della Difesa di Tripoli Salah al Din al Namrush.

Il puzzle dei ‘consigli di presidenza’

Presidente e due vice, ognuno rappresentante di un territorio e primo ministro da concordare. Puzzle di equilibri interni complicatissimi. Altri candidati presidente: l’ex ambasciatore in Giordania, Mohammed al Baraghathi,  candidato-presidente in quota Cirenaica. Terza lista con Mohammed al Manfi presidente. L’ultima lista molto business,  candidato presidente l’uomo d’affari Al Sharif al Wafi, col candidato premier Mohammed al Montaser, «erede di una dinastia di uomini politici e d’affari molto importanti in Libia, influenti nel paese dai tempi della dominazione turca e poi molto attivi durante la presenza italiana e anche nei 41 anni della dittatura di Gheddafi».

 

 

 

 

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