23/04/2014
Dopo sette anni di divisione, oggi, mercoledì 23 aprile, è stata firmata la storica riconciliazione tra Fatah e Hamas, i due movimenti politici palestinesi che governano rispettivamente la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Il capo dell’ esecutivo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha annunciato ai media il raggiungimento della “riconciliazione nazionale”, al termine dei colloqui svoltisi tra ieri ed oggi a Gaza tra i leader del movimento islamista e la delegazione dell’Olp (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), guidata da Azzam al-Ahmad. Le due parti hanno concordato la formazione entro cinque settimane di un governo palestinese di unità nazionale e la programmazione, entro sei mesi, di elezioni legislative e presidenziali nei Territori Palestinesi.
Secondo quanto dichiarato da Haniyeh in conferenza stampa, la firma pone fine alle divisioni “grazie ad un comune senso di responsabilità”, dovuta al fatto che “la Spianata delle Moschee a Gerusalemme è sotto assalto da parte degli israeliani che vogliono imporre l’ebraismo sull’intera città”.
L’intesa, forse favorita dall’indebolimento di Hamas a seguito della caduta dei Fratelli Musulmani in Egitto, prevede anche la liberazione dei prigionieri di entrambe le parti, ed una revisione generale dell’Olp.
L’accordo arriva a seguito del collasso dei negoziati di pace con Israele, che stanno per giungere alla scadenza dei nove mesi concordati, prevista per il prossimo 29 aprile. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ieri aveva dichiarato che il presidente palestinese Mahmoud Abbas avrebbe dovuto scegliere tra la riconciliazione con Hamas o la pace con Israele: “Si può raggiungere uno di loro, ma non entrambi – aveva sottolineato Netanyahu – Io mi auguro che scelga la pace, ma finora non lo ha fatto”. Secondo il viceministro israeliano agli Esteri, Zeev Elkin, la firma dell’accordo rivela “l’unità dei veri obiettivi dei terroristi di Hamas e dei leader di Fatah: la distruzione dello Stato ebraico“. A suo giudizio, Abbas “ha adesso trovato il proprio posto naturale, nel caldo abbraccio degli assassini di Hamas”. Intanto Israele ha cancellato l’incontro in programma con i negoziatori palestinesi.
Ma la reazione più dura Israele l’ha mostrata militarmente: mentre era in corso la conferenza stampa, un raid di un velivolo militare israeliano ha colpito la zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, ferendo dodici civili palestinesi: il drone avrebbe colpito una motocicletta e ferito i passanti, tra cui due bambini. Undici vittime sono state trasportate al Kamal Odwan Hospital, una allo Shifa Hospital.
Nonostante le dichiarazioni congiunte, tra gli analisti e in parte dell’opinione pubblica, soprattutto nella Striscia, serpeggia scetticismo: già in passato infatti, nel corso dei sette anni di divisione, le due parti sembravano aver raggiunto accordi simili (come quello del 2011 al Cairo) che poi non sono mai stati applicati. In particolare, è ancora da definire il futuro delle forze di sicurezza di Hamas, create dopo la rottura con Fatah e l’ascesa al potere nel 2007. Non è ancora chiaro se il movimento islamista acconsentirà al loro smantellamento o se esse confluiranno nell’apparato militare della West Bank.
Secondo le prime indiscrezioni, funzionari statunitensi avrebbero già posto le condizioniperché il nuovo governo di unità nazionale palestinese possa mantenere le relazioni con gliUsa: il riconoscimento dello Stato di Israele, l’impegno alla non-violenza, l’accettazione dei precedenti accordi tra le parti, inclusa la Roadmap proposta dal Segretario di Stato americano John Kerry.
Sulle prospettive future dei negoziati con gli israeliani, Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle relazioni internazionali all’Università di Firenze, in un’intervista a Radio Vaticana, ha commentato: “Tutto dipende dalla situazione internazionale, da come i palestinesi si presenteranno insieme, dalle rassicurazioni che Hamas dovrà dare sia all’altro partner sia al mondo, e quindi dalla credibilità che acquisteranno.”
Palestina, riconciliazione tra Fatah e Hamas. Elezioni entro sei mesi
http://www.tsdtv.it/blog/2014/04/23/gaza-fatah-e-hamas/
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