28 Dec. 2012 International Solidarity Movement, Urif and Madama, Occupied Palestine
Fonte: palsolidarity.org
Questa settimana i coloni e i soldati di stanza presso l’insediamento Yizhar hanno attaccato il villaggio di Urif quotidianamente, sparando gas lacrimogeni contro i bambini delle scuole, attaccando i contadini che lavoravano la loro terra, e imponendo un coprifuoco senza preavviso nel villaggio. Gli abitanti del villaggio di Urif hanno detto che una guardia di sicurezza di nome Jacob, da Yizhar, era uno di quelli che ha provocato tali eventi. Jacob è la guardia di sicurezza alto e magro nella foto qui sopra. Jacob ha sparato e ucciso un abitante del villaggio di Urif alcuni anni fa ed è stato coinvolto in un altro assalto violento nel maggio di quest’anno, quando dopo aver legato una persona gli ha sparato alle spalle. La settimana scorsa nel villaggio di Madama, un agricoltore di nome Ma’mun badava alle sue pecore quando è stato attaccato; di nuovo dei testimoni danno la colpa a una guardia di sicurezza di Yizhar che conoscono con il nome di Jacob.
Ma’mun è stato duramente picchiato e preso per il collo da questa guardia di sicurezza. La faccia di Ma’mun si era gonfiata ed era piena di sangue ed è stato visto l’ultima volta a Madama con schiuma alla bocca. Il racconto straziante dell’attacco, che comprendeva le lesioni a componenti della famiglia di Ma’mun, quando hanno cercato di aiutarlo, può essere letto qui:
http://palsolidarity.org/2012/12/madama-attack-harrowing-account-from-the-nassar-family/
Durante l’attacco altre due persone sono rimaste ferite quando i soldati e i coloni hanno attaccato gli abitanti del villaggio che sono arrivati sul luogo dell’aggressione. Uno è stato ricoverato in ospedale con ferite da arma da fuoco alla gamba, mentre l’altro è stato colpito sul lato della testa con un candelotto di gas lacrimogeno. Ma’mun è stato preso dai coloni e poi consegnato alla polizia israeliana che lo ha arrestato.
Ma’mun è stato accusato con tre “reati”: attacco a un soldato, attacco a un colono, e un atto d’accusa di due mesi fa, che era lo stesso, attacco sia a un soldato che a un colono. Nell’insieme, l’accusa ha 13 testimoni contro Ma’mun. L’avvocato di Ma’mun ha quindi chiesto un po’ di tempo per studiare il caso. La prossima udienza è fissata per il 17 gennaio, ma questa data è ancora soggetta a modifiche.
Lo stato fisico di Ma’mun è migliorato. I medici hanno preparato una cartella clinica vista la grave aggressione che ha subito.
A Ma’mun è recentemente stato permesso di prendere le medicine di cui aveva bisogno per problemi preesistenti. La difesa si basa sulle denunce fatte da Ma’mun alla polizia per gli assalti contro di lui in passato, e c’è anche un po’ di speranza di screditare i testimoni in quanto sono tutti dell’insediamento, o delle forze armate israeliane.
Ora che Ma’mun si sta riprendendo fisicamente dall’attacco, le preoccupazioni si spostano sulle pesanti accuse che affronta e sulle testimonianze chiaramente distorte che rappresentano le prove contro di lui.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=W679Gn4fLQQ
In seguito a tre giorni di incessanti attacchi da parte di soldati e coloni israeliani nel villaggio di Urif, circa 70 soldati su dieci jeep hanno invaso il villaggio alle 9:30 di giovedì mattina. Hanno cominciato a sparare gas lacrimogeni sui bambini di età compresa tra 3-6 anni che lasciavano la loro scuola dopo aver terminato un esame. L’intero villaggio è stato posto sotto coprifuoco per alcune ore.
Attivisti internazionali sono arrivati a Urif trovando decine di bambini terrorizzati in fuga da una scuola che era appena stata attaccata con gas lacrimogeni da parte dell’esercito israeliano. I soldati hanno ordinato a tutti di rimanere fuori per le strade e hanno sparato gas lacrimogeni proprio a delle donne anziane che erano accanto a una casa nel centro del paese. Decine di soldati hanno fatto il giro del paese con jeep militari, hanno fatto irruzione nelle case e hanno sparato gas lacrimogeni in edifici e strade, mentre altri si sono posizionati sui tetti. Un attivista internazionale è stato per breve tempo ammanettato e arrestato dai militari. In un altro incidente un attivista internazionale ha avuto un pugno al petto e in faccia dopo che gli avevano chiesto i documenti, tutto ad opera della polizia di frontiera israeliana. I soldati hanno cominciato a lasciare il villaggio alle 13:30. Non sono stati effettuati arresti.
La vita nel villaggio di Urif è stata completamente distrutta nel mese passato mentre i coloni dell’insediamento illegale israeliano di Yizhar hanno attaccato il villaggio quasi ogni giorno. Questo è di solito seguito da attacchi dell’esercito israeliano contro le persone che vanno a difendere il loro villaggio dai coloni. I militari inoltre hanno effettuato diverse incursioni nel villaggio. In quattro giorni i soldati sono entrati nel villaggio due volte nel cuore della notte sparando gas lacrimogeni e bombe assordanti fino alle prime ore del mattino. Gli abitanti del villaggio di Urif hanno anche parlato di un gas lacrimogeno particolarmente tossico che viene utilizzato. Solo nell’ultimo mese, 17 donne hanno avuto aborti spontanei a Urif per l’inalazione di gas lacrimogeni. Anche se gli attacchi dei coloni non sono stati rari negli ultimi due decenni, le persone di Urif ci hanno detto che dopo la nomina della Palestina come membro osservatore delle Nazioni Unite, gli attacchi da parte dei coloni e dei soldati israeliani sono diventati incessanti, di fatto negando ogni parvenza di normalità alla vita nel villaggio.
Articoli originali:
http://palsolidarity.org/2012/12/attacks-on-urif-continue-soldiers-invade-the-village/
http://palsolidarity.org/2012/12/palestinian-facing-charges-after-settler-violence-in-madama/
2) . Racconti da Urif: la voce di chi si trova li
27.12.2012
Stavamo facendo colazione quando l’ennesima chiamata è arrivata, ancora da Urif.
Alle 9.30, ora locale, circa 12 jeeps e almeno 70 soldati – impossibile contarli – hanno invaso il villaggio per il quinto giorno consecutivo.
Appena siamo arrivati, attorno alle 10.00, siamo stati accolti da un paio di gas lacrimogeni, lanciati tanto per accoglierci, senza nessun motivo in particolare. Dirigendoci verso la scuola, che I soldati hanno preso di mira sparando bombe sonore e gas lacrimogeni su dozzine e dozzine di bambini di eta compresa tra I 3 e I 6 anni, li abbiamo visti scappare, correndo e piangendo disperatamente.
Addentrandomi per le strade del villaggio, incontro un bambino che decide di percorrere con me qualche decina di metri, dopo I quail, mi fa entrare in casa sua facendomi vedere un gruppo di almeno dieci soltati non lontani da noi. Entriamo in casa e dopo pochi minuti sentiamo calci di fucili sbattere sulla porta ripetutamente..il padrone di casa decide di aprire e una dozzina di soldati entra in casa, ci fanno subito mettere in ginocchio e ci blccano I polsi con manette di plastica bianca; Dopo qualche minuto uno di loro – che non avra avuto piu di 20 anni – si avvicina e mi chiede il passaporto, in arabo. Rispondendogli in inglese che non ho con me il documento capisce che non sono palestinese (la mia faccia inganna) , e in quel momento, comincio a dire ai ragazzini in divisa che quello che stanno facendo e illegale. Ci smanettano, e pretendono di vedere la mia macchina fotografica ed il suo contenuto, io rifiuto. Dopo qualche istante ed un paio di battute – nelle quali spudoratamente mi dicono che sono il benvenuto in israele: “mah..non siamo in palestina??”, ribatto – mi lasciano andare ed escono dalla proprieta.
Decido di tornare nel cuore del villaggio, per provare a capire la situazione, arrivato, trovo un polizziotto di confine giovane ed abbastanza accondiscendente – gli interessava parlare di donne italiane – gli chiedo se mi e possibile scattare qualche foto, e con un sorriso, mi risponde di si.
Scatto la prima, ma alla seconda arriva quello che probabilmente era il suo ufficiale, che comincia ad urlarmi in ebreo, probabilmente di mostrargli il passaporto, il giovanotto di prima traduce, e gli rispondo che non ce l’ho con me, al che, mi arriva un pugno in faccia e un altro sul torace, l’ufficiale mi prende poi di peso con un collega e mi butta – letteralmente – all’interno di un negozietto li accanto, da dove non mi lasceranno uscire per almeno 45 minuti.
Inizio a parlare con gli altri segregati – almeno 8 persone – che mi raccontano di come alcuni coloni abbiamo raccontato ai media, la sera prima, di come alcuni ragazzi del villaggio abbiamo attaccato l’insediamento illegale di Yizhar – notizia totalmente smentita – giusto per avere una scusante per l’invasione.
MI raccontano anche, di come diciasette donne incinte abbiano avuto aborti per colpa dei pericolosissimi gas lacrimogeni, tutte e diciassette solo nell’ultimo mese.
Riesco a “scappare” dal controllo dell’Ufficiale e dal negozietto, ma a questo punto, verso le 14.00, I soldati se ne stanno lentamente e gradualmente tornando da dove sono arrivati.
Il tutto senz’arresti, il che ci fa capire come abbiamo semplicemente avuto voglia di far paura.
Zak
26.12.2012
Oggi pomeriggio sono tornato ad Urif, anche se, essendo stato a Kusra, sono arrivato in ritardo.
Quando sono arrivato, verso le 5.30, tutto era finito.
Tutto e cominciato verso le 2.30, ora locale, quando una quindicina di coloni hanno cominciato ad attaccare il villaggio, protetti da decine di soldati. Sono stati sparati numerosi proiettili di gomma, gas lacrimgeni e bombe sonore. Parecchie persone sono state colpite, tra cui un ragazzino di 14 anni, dietro la testa, e Ahmed, un amico, colpito da un gas lacrimgeno al polpaccio.
MI hanno raccontato come una decina di coloni hanno deciso di spingersi fin nel cuore del villaggio, protetti come al solito dai soldati. I coloni si sono fatti strada sparando gas lacrimogeni e bombe sonore addirittura dentro a case di persone che neppure erano per strada, quindi totalmente estranee ai fatti.
Il nostro contatto sul posto, di cui preferisco non fare il nome, mi ha raccontato di come, dopo la dichiarazione UN, la situazione sia peggiorata notevolmente, I coloni attaccano praticamente tutti I giorni, in special modo di sabato.
I feriti hanno paura di andare all’ospedale, siccome dovrebbero compilare un modulo che richiede anche nome e cognome, sono spaventati che I soldati possano risalire a loro ed arrestarli.
Zak
25.12.2012
Nel pomeriggi di ieri, sono tornato ad Urif per incontrare un’amico. Dopo averci fatto due chiacchiere, sono tornato sul posto degli scontri di ieri,avvenuti tra la scuola – che fa da confine al villaggio, essendo l’ultima costruzione prima della piccola valle che porta a Yizhar – e la collina.
Apparentemente c’era la calma piu totale, ero completamente da solo, ma dopo non piu di un paio di minuti, sono arrivati due polizziotti palestinesi facendomi vedere, tramite binocolo, un paio di soldati che mi tenevano sotto tiro, siamo cosi tornati verso il villaggio, dove mi hanno raccontato che nella notte, tra la una e le tre circa, due jeeps israeliane hanno fatto irruzzione nel villaggio, sparando gas lacrimogeni e bombe sonore, come volessero dire – parole degli abitanti stessi – “la prossima volta non provate a resistere”.
Per fortuna nessuno si e fatto male e nessuno e stato arrestato.
Zak
24/12/2012
Stamattina verso le 10.00, ora locale, 4 coloni sono scesi dal loro insediamento illegale, Yizhar, situatio nei pressi di Urif. Hanno cominciato ad attaccare la scuola dove nel mentre si svolgeva una lezione, tirando pietre.
Decine di ragazzi sono accorsi per tentare di difendere I bambini che stavano facendo lezione, poco dopo sono arrivati I soldati, circa 25, con 5 jeeps, e svariati cani, e senza farsi troppi problemi hanno cominciato a sparare gas lacrimogeni e proiettili di gomma.Dopo poche ore la situazine si e leggermente calmata e I coloni, protetti dagli stessi soldati, sono tornati in direzione del’ insediamento, fermandosi comunque a non piu di 100 metri dal confine col villaggio, su una collina. Quando noi internazionali siamo arrivati I palestinesi continuavano a resistere e nei primi 15 minuti sul posto sono stati sparati attorno ai 30 gas lacrimogeni e 15 proiettili di gomma, tutti sparati in orizzontale, verso le persone e non con tendenza verticale, come dovrebbe essere.
L’impressione e che sparassero per fare male e non per farci disperdere. Come internazionali abbiamo cominciato ad urlare verso I soldati che quello a cui stavamo assistendo era illegale, che stavano proteggendo con la forza coloni illegali, di un’insediamento illegale, che avevano attaccato addirittura bambini mentre facevano lezione. Abbiamo visto I soldati parlare ed organizzarsi tra di loro per una decina di minuti, dopodiche, il chaos. Hanno cominciato a sparare decine e decine di proiettili di gomma, accompagnati da parecchi gas lacrimogeni e dopo una decina di minuti, hanno cominciato a scendere dalla collina alla volta del villaggio.
I palestinesi continuavano a resistere.
I soldati, circa una decina, hanno cominciato a correre nella nostra direzione, sparando di tutto, proiettili veri compresi, e l’impressione e che sia esplosa anche una granata, (riguardo alle granata, l’informazione non e confermata per ora), alcuni ragazzi sono stati colpiti da proiettili di gomma, per quello che abbiamo visto, uno al ventre, tre alla schiena, e gli altri alle gambe. Correndo ci siamo riparati all’interno del villaggio, dove I soldati hanno deciso di non entrare, hanno sparato ancora una decina di gas lacrimogeni, e se ne sono tornati sulla collina.
http://italy.palsolidarity.org/2012/12/29/racconti-da-urif-dalla-viva-voce-di-chi-si-trova-li/
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