PALFEST 2011: ”LETTERATURA TRA I GAS LACRIMOGENI”

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DI BARBARA ANTONELLI

Gerusalemme, 27 aprile 2011, Nena News (foto e video album Palfest) – Doveva svolgersi a Silwan, la serata conclusiva del PALFEST, il Festival di Letteratura Palestinese. Nella tenda di solidarietà allestita da mesi nel cuore del quartiere di Gerusalemme Est, assediato da una sempre maggiore presenza di coloni israeliani. Ma prima che lo show conclusivo avesse inizio, un reading di poesie e il concerto del gruppo palestinese l’intero quartiere è stato chiuso dalle forze armate e dalla polizia israeliana. Per i violenti scontri nati in seguito al ferimento al volto di un residente palestinese (a cui è stato sparato in viso un proiettile di gomma). Ma l’evento, è stato soltanto sostituito, e temporaneamente da un massiccio lancio di gas lacrimogeni, candelotti sparati direttamente nel tendone; un “inconveniente” che ha impedito l’inizio regolare delle attività ma che non ha fermato gli spettatori che alle 20.30 hanno deciso di rientrare nella Tenda della Solidarietà del comitato di nquarteiere palestinese, dando via al programma di chiusura del PALFEST, che si è 

Il gruppo palestinese di rap, i DAM. 

concluso con un affollatissimo concerto del gruppo di rap palestinese DAM.  

Non è un caso che il PALFEST si concludesse a Gerusalemme, luogo dove gli stessi scrittori palestinesi (come il resto dei residenti della Cisgiordania) non hanno il permesso di arrivare; e non è un caso che l’evento finale abbia avuto luogo a Silwan: quartiere fuori dalle mura della città vecchia, a sud della moschea di Al-Aqsa e del Muro del Pianto, dove abitano circa 16.500 palestinesi, è stato vittima a partire dagli anni ‘90, di una profonda e veloce colonizzazione, sponsorizzata dalle organizzazioni di coloni israeliani (oggi conta 18 insediamenti con circa 350 coloni). A questo si è aggiunta la campagna di scavi promossa dall’organizzazione Elad che ha preso il controllo di abitazioni e aree palestinesi e il piano “Gan Hamelch” o “Giardino del Re” che ha provocato la demolizione di numerose abitazioni palestinesi di Al Bustan (quartiere di Silwan), per far posto ad un parco archeologico. 

Segni degli scontri a Silwan la sera del 20 aprile 2011 

Giunto alla sua sesta edizione, il Festival della Letteratura Palestinese, ha visto incontrarsi davanti alle platee palestinesi, sia autori palestinesi che internazionali, per letture, presentazioni di libri, ma anche laboratori e workshop letterari nelle università di Birzeit (Ramallah), An-Naja (Nablus) e Betlemme, dal 15 al 20 aprile, nelle principali città della Cisgiordania. Eventi si sono svolti a Nablus, Jenin, Betlemme, Ramallah e Hebron, interessando i centri culturali attivi in alcuni campi profughi. Quest’anno la sorpresa dell’ultimora, è stato l’inserimento lastminute tra i partecipanti della vincitrice del Premio Pulitzer, Alice Walker (autrice de Il Colore viola, diventato poi un film diretto da Steven Spielbeg), attivista del CodePink, un’organizzazione femminista nata negli Stati Uniti, con la quale la stessa Walker entrò a Gaza nel maggio del 2009. In quell’occasione la Walker usò espressioni forti per descrivere l’atmosfera della Striscia: “un sapore di ghetto, di bantustan.”  

Hanno  partecipato al Festival la scrittrice e architetto Suad Amiry, l’avvocato e scrittore Raja Shehadeh, lo scrittore e storico Baasem Ra’ad, Ghada Karmi, palestinese, accademica al’Università di Exeter in Inghilterra. Per il versante internazionale, Mohammed Hanif, tra i “longlisted” del Man Booker Prize, lo scrittore John McCarthy: quest’ultimo, giornalista della Worldwide Television (oggi APTN), è stato molti anni inviato in Libano, dove fu rapito. Al momento sta lavorando ad un libro sui palestinesi che vivono in Israele. Attesissima era poi la presenza della scrittrice Adhaf Soueif, stella della letteratura egiziana (vive in Gran Bretagna e scrive in lingua inglese), accorda da Londra al Cairo, per essere in mezzo alle donne di Piazza Tahrir nei giorni della “rivolta” di piazza. Autrice di The Map of Love (tradotto in oltre 20 lingue), Commentatrice politica e culturale, ha da sempre uno speciale interesse per la Palestina. I suoi post sul blog del Festival sono tra i più interessanti, insieme a quelli di McCarthy. (www.palfest.org/authorsblog.html)  

Nell’ambito del Festival è stata inoltre presentata e sostenuta la petizione per Munther Fahmi, fondatore e proprietario della libreria dell’American Colony a Gerusalemme, che è sotto minaccia di deportazione. Titolare della storica libreria, che ha visto tra i suoi clienti anche Tony Blair e diverse stelle del giornalismo statunitense, il Ministero degli Interni israeliano vorrebbe espellerlo da Gerusalemme, dove è rientrato nel 1993, anno dal quale vive nella sua città natale (dalla quale è stato via oltre 7 ani, perdendo così per la legge israeliana, il diritto di residenza) con un visto turistico rinnovato di volta in volta sul suo passaporto americano. Nena News

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