Non c’è purtroppo da meravigliarsi se ai Grandi della terra, impegnati nel valorizzare l’originale location dell’ultimo G8 con passeggiate naturalistiche e spontanei scatti fotografici dal tono familiare, sia completamente sfuggita la… Palestina.
I leader del G8 hanno ritenuto di non avere nessun dovere né urgente impegno di risposta al più grande apartheid in atto nel mondo. Per questo, nel loro documento finale non hanno parlato né di occupazione né di colonizzazione, anzi, non hanno mancato di sollecitare israeliani e palestinesi a «Direct negotiations without preconditions», ossia a riprendere le trattative senza precondizioni, cioè quello che vuole il premier Benyamin Netanyahu che non ha alcuna intenzione di bloccare l’espansione degli insediamenti chiesta dai palestinesi.
Il giornalista Kuttab ha commentato: «Invece di indicare chi è l’aggressore e chi rifiuta la pace, i leader degli otto Paesi più industrializzati adottano il linguaggio degli israeliani, non mancando di inserire il rituale appello fatto dal G8 a proseguire il sostegno finanziario dell’economia e delle istituzioni palestinesi.
BoccheScucite
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