Perchè John Kerry andrebbe trattato da ladro

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REDAZIONE 16 AGOSTO 2013

 
John Kerry
 

di Robert Fisk – 16 agosto 2013

John Kerry non si vergogna? Prima abbraccia sia i palestinesi sia gli israeliani e annuncia il rinnovo di un “processo di pace” di cui i palestinesi non si fidano e che gli israeliani non vogliono. Poi Israele annuncia che costruire 1.200 nuove case per ebrei – e soltanto ebrei – su territorio palestinese occupato. E ora Kerry dice ai palestinesi – i deboli e occupati palestinesi – che stanno esaurendo il tempo se vogliono uno stato proprio.

Qualsiasi altro “uomo di stato” coinvolto in qualsiasi altra disputa che dicesse a un popolo occupato che se non fa la pace i suoi occupanti gli prenderanno ancora altra terra, sarebbe considerato un reietto, un complice dei ladri, un potenziale criminale. Ma no. John Kerry annuncia che le colonie ebree illegali – o “insediamenti” come ama chiamarli, assieme alla stampa mondiale condiscendente nei confronti di Israele – sono “illegittime”.  Penso che intenda dire internazionalmente “illegali”. Ma non importa. Nei primi dieci anni del “processo” di pace di Oslo, il numero degli israeliani che vivono in territorio palestinese rubato sono raddoppiati arrivando a 400.000. Nessuna meraviglia che Kerry abbia borbottato che il più recente annuncio di furto israeliano era “in qualche misura [sic] atteso”.

Si può scommettere che lo era. Israele da  decenni sopravanza amministrazioni statunitensi vili, ignorando i contorcimenti d’imbarazzo di Washington ogni volta che è andato a rubare altra terra dalla proprietà di qualcun altro. Gli accordi di Oslo, si ricordi, immaginavano un periodo di cinque anni in cui israeliani e palestinesi si sarebbero astenuti da compiere “qualsiasi passo unilaterale che pregiudichi l’esito dei negoziati”. Israele ha semplicemente ignorato ciò. E continua a ignorarlo. E cosa raccomanda Kerry ai palestinesi? Di non “reagire negativamente”!

E’ assurdo. Kerry deve sapere – come sanno l’ONU e la UE – che non c’è alcuna possibilità che la “Palestina” esista come stato perché Israele ha già rubato troppa terra nella West Bank. Chiunque viaggi nei territori occupati si rende conto immediatamente (se non è politicamente cieco) che c’è tanta possibilità di costruire uno stato nella West Bank – la cui mappa di colonie e di distretti non colonizzati sembra il parabrezza frantumato di un’auto – quanta ce n’è di un ritorno dell’Impero Ottomano.

E Kerry? E’ un uomo ogni dichiarazione del quale deve essere colonizzata di termine ‘sic’. Prendete questa, per esempio. “Abbiamo saputo [sic] che stava per esserci una prosecuzione di alcune [sic] costruzioni [sic] in determinati [sic] luoghi e penso che i palestinesi capiscano questo.” Immagino che dovrebbe esserci un ‘sic’ anche dopo “capiscano”. E poi Kelly ci dice che “ciò che questo” – sta parlando del furto delle terre – “sottolinea, concretamente [di nuovo sic] è l’importanza di mettersi a un tavolo … rapidamente.” In altre parole, fate adesso quello che vi viene detto o altrimenti lasceremo che gli israeliani arraffino ancora altre vostre proprietà. Nel mondo reale questo si chiama ricatto.

Poi è arrivata la bugia finale: che la “questione degli insediamenti” si risolve “meglio risolvendo il problema della sicurezza e dei confini”. Fesserie. Le colonie – o insediamenti, come Kerry continua a chiamare questi atti di rapina – non sono prese dagli israeliani per la “sicurezza” o i “confini”, bensì perché la destra israeliana, che continua a dominare il governo Netanyahu, vuole la terra per sé. Molti israeliani no. Molti israeliani vedono l’infamia di questo furto di terreni e la condannano. Meritano la pace e la sicurezza che il mondo augura loro. Ma non le otterranno con la colonizzazione, e lo sanno.

E Kerry non è dalla loro parte. Lui è tutto per la “pace” nei termini del governo israeliano, e i palestinesi – “ingabbiati, inceppati, confinati” – devono tener chiuso il becco e prendere quello che riescono. E saranno dati loro pochi piccoli bocconi. Ventisei detenuti anziani saranno consegnati oggi. Briciole per Mahmoud Abbas e i suoi allegri compagni. Ma più colonie per Israele, un paese che non ha neppure detto a John Kerry – o a noi – dove sta il suo confine orientale. Sulla vecchia “linea verde” del 1967? Lungo la “linea” delle colonie a est di Gerusalemme? O sul fiume Giordano? Ma per Kerry si tratta di “sbrigarsi, sbrigarsi, sbrigarsi”. Prenotate i vostri posti ora o ci sarà il tutto esaurito. Quanto costi, ‘Palestina’?

Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:  http://www.zcommunications.org/why-john-kerry-should-be-treated-as-a-thief-by-robert-fisk

Originale: independent.co.uk

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0

 

 

http://znetitaly.altervista.org/art/12036

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