Più di 600 bambini sono stati sottoposti agli arresti domiciliari nel 2022

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Articolo pubblicato originariamente su Refugeesps e tradotto dall’arabo dalla redazione di Bocche Scucite

Lunedì 26 dicembre, la Commissione per i detenuti e gli ex detenuti ha affermato che nel 2022 si sono verificati più di 600 casi di arresti domiciliari.

In un comunicato, la Commissione ha affermato che le autorità di occupazione ricorrono agli arresti domiciliari, come forma di punizione per i bambini gerosolimitani di età inferiore ai 14 anni, perché la legge israeliana non consente la loro reclusione, quindi trattengono il bambino all’interno della casa per tutto il periodo in questione.Il tribunale israeliano conserva il suo fascicolo fino alla fine delle procedure giudiziarie nei suoi confronti e il tribunale emette il suo verdetto, che può durare alcuni giorni o fino a un anno o più , e questo periodo non viene conteggiato nel periodo della sentenza effettiva che viene successivamente emessa contro il minore.

L’autorità ha indicato che questo fenomeno è emerso chiaramente dopo il rapimento e l’uccisione del bambino Muhammad Abu Khudair nel luglio 2014, e si è ampliato dall’ottobre 2015, in quanto durante questo periodo il bambino è stato costretto a non uscire mai di casa e un dispositivo di localizzazione (braccialetto elettronico) gli è stato posto, e permettendo raramente al bambino, dopo mesi di arresti domiciliari, di andare a scuola o in clinica, accompagnato dal garante,.

Secondo l’autorità, le statistiche ufficiali indicano che nel corso dell’anno 2022 si sono verificati più di 600 casi di arresti domiciliari, suddivisi in due tipologie. La prima: il minore rimane nella propria abitazione in famiglia per il periodo specificato secondo la decisione del tribunale fino alla decisione del suo caso, e i genitori sono spesso costretti a vendere i loro beni e risparmi, al fine di depositare ingenti somme di denaro nella tesoreria del tribunale del lavoro, per garantire l’attuazione delle condizioni per il rilascio dei loro figli

Laseconda, più difficile e complicata, in quanto il bambino viene allontanato dalla casa della sua famiglia, e la deportazione può avvenire fuori città, com’è avvenuto a 4 bambini di Gerusalemme, di età inferiore ai 18 anni, come l’occupazione ha costretto due di loro a rimanere in carcere nella città di Ramla, e altri due in altre città, cosa che disperde la famiglia e costa maggiori oneri economici ai genitori perché costretti ad affittare una casa lontana dalla loro residenza, oltre ai problemi sociali tra la famiglia del minore e il garante della famiglia, i parenti e gli amici, soprattutto se il periodo di detenzione è prolungato, e gli effetti psicologici del minore e della sua famiglia.

L’autorità ha affermato che la reclusione domiciliare lascia effetti psicologici difficili sui bambini e sulle loro famiglie, che sono costretti a sorvegliare permanentemente il loro bambino e ad impedirgli di uscire di casa, in attuazione delle condizioni di rilascio imposte dai tribunali di occupazione. bNei bambini viene violato il diritto all’istruzione e persiste un costante sentimento di ansia, paura e privazione che provoca uno stato di instabilità psicologica e talvolta eccessiva enuresi notturna e nervosismo.

Una grande percentuale di bambini agli arresti domiciliari preferisce rimanere in prigione fino alla fine della pena,come nel caso di Ayham Hijazi (15 anni) della Città Vecchia di Gerusalemme occupata, che è stato arrestato l’08/08/2022, dopo che la polizia di occupazione ha fatto irruzione nella sua casa, portandolo nella prigione di “Al-Maskubiya” e sottoposto a interrogatorio per lunghe ore con mani e piedi legati dopo averlo picchiato arbitrariamente sul viso e sullo stomaco e facendolo cadere a terra. Terminato l’interrogatorio, è stato trasferito nelle stanze della prigione. Dopo una settimana, è stato portato davanti a un tribunale e si è deciso di trasferirlo agli arresti domiciliari, ma dopo 3 mesi, lui e la sua famiglia hanno deciso di tornare in carcere, a causa della difficoltà degli arresti domiciliari e della decisione del tribunale di prolungare la sua detenzione per un altro periodo.

La Commissione ha sottolineato l’importanza che le istituzioni umanitarie e per i diritti umani siano al fianco dei bambini palestinesi, che è sottoposto a misure arbitrarie e immorali che minano i suoi diritti minimi di vita previsti dalle Convenzioni sui diritti del fanciullo e mirano a distruggere il suo presente e futuro.

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