Ragazzate

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Sulla stessa terra, nelle stesse ore, due ragazzini palestinesi vengono aggrediti dalla violenza di un esercito che occupa illegalmente la loro terra. Ma questa è una storia troppo vecchia per interessare la gente. A meno che non ci sia qualcosa che catturi l’attenzione dell’opinione pubblica. Ciò che conta è colpire con una notizia che possa intrattenere e incuriosire.

Della prima ragazzina probabilmente avete letto, visto e sentito tutto quello che ha urlato ai soldati che, come tutti i venerdì ormai da anni, invadono il suo villaggio per difendere i coloni che rubano la sorgente. Ma questi aspetti non devono assolutamente entrare nella notizia. L’idea che deve passare è una sola: guardate queste mamme palestinesi dove mandano a giocare i loro figli! Invece di tenerli a casa li lasciano importunare i militari in servizio, anzi, sono perfino maleducati, volgari, fino a spintonare i soldati: e poi ci chiediamo come nascono i terroristi…
“Secondo il quotidiano israeliano di destra Makor Rishon – annota l’ANSA – non è stato un episodio isolato. I genitori palestinesi spingono i loro figli a provocare i soldati. La pasionaria palestinese, la piccola Yad di 11 anni è divenuta una celebrità nel suo inseguire e rimproverare militari. Si è scagliata con i pugnetti chiusi verso il soldato che la osservava imbarazzato e sorridente”.
In realtà non c’è nessuno che rida a Nabi Saleh, piccolo villaggio dei territori palestinesi occupati dove non dovrebbero entrare né soldati né coloni, esempio di come il governo israeliano (che in questi giorni ha approvato la costruzione di altre 500 nuove abitazioni negli insediamenti) violando ogni legge, tenta di sopprimere con la violenza più brutale (incursioni nelle case, spari ad altezza d’uomo sulla folla, devastanti piogge di migliaia di gas e sostanze proibite) una straordinaria resistenza nonviolenta popolare.
Ma tutto questo il lettore non deve saperlo.
Il soldato sorridente deve casomai ancora una volta far pensare che gli israeliani sono fin troppo pazienti con questi palestinesi così violenti… mentre deve restare nel titolo quella esotica etichetta di “pasionaria” data alla piccola Yad Tamimi, perché -come dice il dizionario- “pasionaria”= donna esageratamente ideologica.

Ma c’è un’altra storia. Un altro ragazzino, Malek, sempre palestinese. Sempre aggredito a casa sua.
Ma questa notizia non l’ha scritta nessun giornale. Non c’erano telecamere il 7 novembre a Shufat a riprendere Malek che giocava allegramente con gli amici nella sala giochi del suo campo profughi.
Solo i lettori di BoccheScucite sapranno che il ragazzino è stato prima aggredito e poi arrestato da alcuni uomini della sicurezza israeliana che si erano infiltrati tra i giovani del locale.
Il nostro amico, il dottor Mohammed (cambiamo il nome per evidenti motivi), ci ha inviato una mail con questo racconto allucinante e una foto che avremmo preferito non pubblicare.
Ai genitori i soldati hanno dichiarato che lo arrestavano per i suoi “atti contro l’esercito” (anche lui come la piccola Yad: sono proprio senza senso civico questi ragazzi!) e con le ferite sanguinanti l’hanno portato in carcere piuttosto che in ospedale.
“Please, Nandino, write about this child that was beated and arrested yesterday in Shufat camp”- scrive il dottore a noi, che non a caso ci vogliamo chiamare “bocche-da-scucire”.

Ma, si sa, sono solo ragazzate. Non fanno notizia.

BoccheScucite

Il volto sfigurato del ragazzino Malek Muheisen, di Shufat. Le altre immagini di questo numero sono di Yad di Nabi Saleh

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