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Ricordando quell’aggressione che non turbò più di tanto il mondo…

«Se ieri un gruppo armato di pirati somali avesse abbordato sei navi in alto mare, uccidendo almeno dieci passeggeri e ferendone molti altri, oggi una task force della NATO avrebbe fatto rotta verso le coste somale. Ma ciò che è accaduto ieri nelle acque internazionali al largo di Gaza è stata opera dei commando israeliani, non di pirati, e la NATO non manderà le sue navi da guerra in Israele. Forse dovrebbe farlo».
(The Guardian, Editoriale, 1 giugno 2010)

Ecco il Rapporto del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite sulla FLOTTILLA e sull’aggressione israeliana. Scaricare la traduzione italiana del rapporto ONU sulla Flotilla I:
http://rapportogoldstone.org/files/Flottiglia_PB7.pdf [1]

“La situazione di carenza dell’energia elettrica e dei combustibili nella Striscia di Gaza è diventata la peggiore nella storia.
E’ un “assedio energetico” dopo il peso ed il fallimento di tutti gli altri assedi. Questo assedio interessa tutti i settori ‘della vita a Gaza e tutti i cittadini. Il nuovo programma di erogazione di energia elettrica è una alternanza di 12 ore senza – 8 erogata. il problema potrebbe essere riassunto nei seguenti punti: è esaurito lo stoccaggio del combustibile nella centrale elettrica di Gaza. Nessun combustibile proveniente dall’Egitto (non è consentito nemmeno dalle gallerie). Non arriva elettricità dall’Egitto nè da Israele a sopperire la mancanza di carburante per la centrale e per i generatori pubblici e privati, mentre gli israeliani richiedono pagamenti da Ramallah e che ha rifiutato di pagare ed ha passato la richiesta ad Hamas, chiedendo di raccogliere i fondi daghli utenti di Gaza, cosa quanto meno difficile.
Nelle prossime ore si spegnerà completamente la centrale comiticanica centrale di energia elettrica di Gaza.

La mancanza di elettricità e carburante significa non solo stare al buio, non solo enormi problemi per la sanità e tutte le persone coinvolte e che necessitano di interventi immediato o cronico, per i neonati a rischio, i dializzati, gli infartuati, quelli da operare in emergenza come parti cesarei, incidentati gravi, ma anche più diffusamente la impossibilità di ricevere l’acqua nelle case, di purificare l’acqua che viene venduta per uso alimentare, naturalmente di lavarsi e lavare panni, piatti, casa, di cucinare perchè cambierà il già carente sistema di refill delle bombole per cucina… insomma è quasi peggio, se si protrae per qualche giorno o settimana di un attacco armato.

13 feb, agenzia dell’energia di Gaza