Scusa John, mi viene un dubbio… dietro la cronaca di una visita, BoccheScucite era lì…

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Obama atterra a Tel Aviv alle 12:30 di mercoledì 20. Incontra Netanyahu che lo aspetta all’aeroporto. Passano il pomeriggio insieme. Discutono e infine tengono una conferenza stampa. Vuole vedere i rotoli del Mar Morto, i manoscritti più antichi dell’antico testamento ritrovati a Qumran.
Il giovedì si reca a Ramallah dove incontra Abu Mazen. Anche con lui discute e infine tiene una conferenza stampa. Rinuncia a visitare altri luoghi significativi come suggerito da varie ONG e parenti di detenuti palestinesi.
Il venerdì visita le tombe di Hertzl, fondatore del movimento sionista, e quella di Rabin. Si reca poi a Yad Vashem, il museo che lo stato di Israele ha dedicato alla Shoah. Si reca poi a Betlemme per visitare la Natività. Si trattiene circa venti minuti e poi riparte per andare in Giordania, dove infine tiene una conferenza stampa sull’incontro col re giordano.

Scendendo dall’aereo si è detto felice di essere tornato nella Terra Promessa. Ha ribadito l’appoggio incondizionato ed duraturo degli USA allo stato di Israele. Ha chiesto ad Abu Mazen di rinunciare alla richiesta di congelare le colonie. Ha ribadito il proprio orrore nei confronti della Shoah. Ha detto che Hertzl ha il merito di aver fatto rinascere Israele nella Terra Promessa.

I luoghi visitati (tombe di Hertzl e Yad Vashem) e non visitati (la tomba di Arafat e i villaggi distrutti nel 1948 e nel 1967) sono già cosa significativa. Le richieste fatte (abbandonare la richiesta di congelamento delle colonie) e quelle non fatte (congelare le colonie che crescono a ritmi vertiginosi) rappresentano un’altra cosa significativa. La ricerca del contatto con la gente (gli studenti israeliani a Tel Aviv) e la ricerca del non contatto (i figli dei prigionieri palestinesi, proteste pacifiche tenute lontane a Ramallah e la Natività completamente evacuata per più di 4 ore) sono infine quasi decisivi.
Obama ha detto di essere venuto umilmente a chiedere alle due parti quali fossero gli ostacoli da rimuovere per riprendere il processo di Pace. Una donna americana a Ramallah gridava che Obama è più colpevole perché mentre Bush è un ignorante lui, nonostante la retorica, non lo è affatto.

Anche io credo che non sia affatto ignorante sulla reale situazione.
Che poi, passando dal checkpoint di Betlemme a causa del vento che ha impedito l’uso dell’elicottero, si sia ricreduto e chieda a Kerry di frenare la pulizia etnica nella Cisgiordania, questo sarà il futuro prossimo a dirlo.

Franco Dinelli, per BoccheScucite.

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