Fulvio Scaglione Vicedirettore di Famiglia Cristiana e responsabile di Fc.it
Il premier di Israele Netanyahu (Reuters).
Qualche giorno fa, il premier di Israele, Benjamin Netanyahu, ha “denunciato” che gli Usa conducono in Israele attività di spionaggio ovviamente illecite e ovviamente sgradite. Cioè, gli americani spiano i fraterni alleati israeliani. In particolare, le spie americane avevano installato una cellula di ascolto in un appartamento proprio di fronte alla casa dell’ex ministro della Difesa Ehud Barak. Netanyahu ha aggiunto che “queste non sono cose che si fanno tra amici” e ha ordinato un’inchiesta in merito.
Ora, è vero che Obama sta simpatico a Netanyahu quanto un eritema. Però… Quando Edward Snowden, il tecnico della National Security Agency (Nsa) americana, decise di far sapere al mondo che la sua agenzia, in pratica, intercettava chiunque in qualunque Paese, alleati compresi (anzi, alleati per primi), i simpatizzanti di quello che si autoproclama “realismo politico” cominciarono a ripetere che bene fanno gli Usa a spiare tutti, che la sicurezza lo richiede, e il terrorismo…
E poi ci si sono messi anche i giudici federali americani: uno che sentenzia contro la Nsa, un altro che si pronuncia a favore perché, scrive nella sentenza, non ci sono prove che lo spionaggio servisse ad altro che non fosse l’antiterrorismo. Come se spiare il telefono di Angela Merkel o le comunicazioni di Hollande e di molti altri politici “amici”, non fosse di per sé una prova che sotto il mare di intercettazioni c’era ben altro che il terrorismo.
Ora che anche Netanyahu dice che certe cose tra alleati non si fanno, quali commenti possiamo ancora fare? Intanto, possiamo notare che anche Israele spia gli Usa. E che anche gli americani pensano che “certe cose tra alleati non si fanno”, visto che a Jonathan Pollard, che riferiva appunto ai servizi segreti di Israele, hanno rifilato 28 anni di carcere.
Secondo: che lo specchietto per le allodole del terrorismo ormai funziona solo con i gonzi. Il vero campo di battaglia, oggi, non è quello: anche perché a fornire armi ai terroristi (vedi Siria, per esempio) sono proprio le nazioni che poi spiano gli altri per paura del terrorismo. Il campo di battaglia oggi è l’economia, ed è per i suoi segreti che gli Usa (come d’altra parte qualunque Paese abbia due soldi da spendere) hanno messo in piedi l’organizzazione descritta da Snowden.
Se fosse vero il contrario, dovremmo sospettare la Merkel, Hollande, i ministri di Israele de tutti gli americani spiati da Pollard di complicità con il terrorismo. Il che pare un po’ troppo.
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28 dicembre 2013
Se gli Usa spiano Israele
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