Uomini palestinesi in fila al bosto di blocco di Betlemme (foto: Marta Fortunato)
Saturday, 13 August 2011 17:04 Marta Fortunato per l’Alternative Information Center
Ancora una volta le autorità israeliane hanno proibito a migliaia di fedeli di partecipare alla preghiera del venerdì nella moschea al-Aqsa di Gerusalemme: l’accesso è stato consentito solo agli uomini di più di 50 anni e alle donne di età superiore ai 45 anni.
In totale quasi 150.000 musulmani hanno partecipato alla preghiera nella moschea al-Aqsa nel secondo venerdì di Ramadan.
C’era chi correva verso il posto di blocco cercando di guadagnare alcuni minuti preziosi, chi invece era già in fila da ore, e chi, di fronte ad una coda lunghissima, cercava, invano, di passare avanti e di intrufolarsi in mezzo alla gente che pazientemente attendeva.
Il checkpoint di Betlemme venerdì mattina, all’alba, brulicava di gente. Dopo il suhur, pasto mattutino, che dà inizio al digiuno, migliaia di palestinesi della Cisgiordania, si sono messi in viaggio per raggiungere la moschea al-Aqsa a Gerusalemme.
Un tragitto teoricamente breve, ma reso lungo, snervante e difficile dai posti di blocco e dagli infiniti controlli dell’esercito israeliano. Solo 8 chilometri separano Betlemme da Gerusalemme, ma venerdì mattina i quasi 25.000 fedeli che sono riusciti a passare al di là del muro e a raggiungere la moschea della Città santa, ci hanno impiegato almeno tre ore. Lo spettacolo era surreale: mentre una folla di gente continuava ad arrivare con auto, taxi e bus fino al checkpoint, la polizia palestinese bloccava i fedeli e controllava i documenti prima ancora che cominciassero le ispezioni da parte delle autorità israeliane. Una sorta di pre-posto di blocco, operato però dalle autorità palestinesi. Esattamente come il primo venerdì di Ramadan.
Donne palestinesi al posto di blocco di Betlemme (foto: Marta Fortunato)
Le donne si ammassavano tra i blocchi di cemento, schiacciate una sull’altra, nel tentativo di accedere al vero check-point. Sembravano degli animali ammassati in gabbia, costretti a litigare e a lottare per poter sopravvivere: donne anziane, non vedenti o zoppicanti sfidavano il sole, il caldo e l’umiliazione del checkpoint per poter entrare ad al-Aqsa. Poco più lontano gli uomini, pazienti, composti, in fila indiana, uno dietro l’altro, aspettavano il loro turno e si sottoponevano ai controlli della polizia palestinese: una coda lunghissima, che si estendeva per alcune centinai di metri, una coda che sembrava non avere mai fine.
Secondo quanto riportato da radio Israele, migliaia di poliziotti e forze dell’ordine israeliane erano presenti nella città vecchia di Gerusalemme e ogni fedele palestinese veniva perquisito e controllato prima di entrare nella Spianata delle moschee.
Nonostante tutti questi ostacoli, più di 125.000 fedeli musulmani erano presenti alla preghiera nella moschea al-Aqsa durante il secondo venerdì di Ramadan.
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