REDAZIONE 9 SETTEMBRE 2013
Maloula
di Patrick Cockburn – 9 settembre 2013
Alla fine dell’anno scorso ho visitato l’antica cittadina cristiana di Maloula in una profonda gola tra le montagne, venti miglia a nord-ovest di Damasco. È stata per duemila anni un luogo di rifugio, con le rupi crivellate di grotte e gli edifici avvinghiati a torreggianti pareti di roccia. E’ una delle poche cittadine della Siria in cui i cristiani sono la maggioranza e il solo luogo in cui si parla ancora l’aramaico occidentale, la lingua di Gesù.
La gente di Maloula, mentre ero là, era nervosa e si chiedeva quanto a lungo sarebbe rimasta immune al almeno in larga misura non colpita dalla violenza che aveva devastato il resto della Siria. Già ne avvertiva l’impatto, prevalentemente sotto forma di aggressioni criminali ai cristiani abbienti.
L’incerta immunità di Maloula dalla guerra civile in Siria è durata per altri nove mesi. Ma alle cinque e quaranta del mattino di mercoledì scorso un attentatore suicida su un veicolo imbottito di esplosivo si è fatto saltare a un posto di controllo, uccidendo otto soldati. Poi venti camioncini con mitragliatrici montate sul retro hanno assaltato la cittadina, sparando in aria. Si sono impossessati di un brutto hotel imbiancato in cima a una rupe, come loro postazione di comando, e hanno detto alla gente di rimanere in casa. Non c’è stata resistenza e i combattimenti sono iniziati solo quando, più tardi nella giornata, è arrivato l’esercito siriano, aerei del governo hanno bombardato e i ribelli alla fine si sono ritirati. Ieri sono stati riferiti pesanti combattimenti attorno a Maloula.
Ciò che è successo durante la presa di Maloula è rivelato in convincenti dettagli da Matthew Barber nel bollettino in rete Syria Comment. Egli ha velocemente assemblato film e dichiarazioni degli insorti con interviste telefoniche alla gente del luogo. Il risultato è che, diversamente dalla maggior parte degli episodi della guerra siriana, è possibile seguire gli eventi con un buon grado di accuratezza.
Secondo le loro stesse dichiarazioni, le unità ribelli erano prevalentemente costituite da gruppi jihadisti guidati dal gruppo Jabhat al-Nusra, collegato ad al-Qaeda, e comprendenti la brigata Baba Amr e l’unità comando dell’Esercito Siriano Libero (FSA). La gente del luogo dice che erano aiutati da profughi mussulmani sunniti provenienti dalla cittadina militante di Douma, alla periferia di Damasco.
Questa non è una storia di un bagno di sangue settario, ma i cristiani di Maloula devono essersi preoccupati che potesse diventarlo. Un gruppo ribelle ha definito l’operazione un caso di “occhio per occhio”, di rappresaglia per gli attacchi con il gas venefico contro il 21 agosto contro Ghouta tenuta dai ribelli. Ci sono stati messaggi con citazioni dal Corano che dicevano “Allah, dacci la pazienza e la vittoria contro gli infedeli”. Fotografie scattate dagli insorti mostrano i corpi dei soldati dell’esercito siriano uccisi dall’attentatore suicida. I combattenti insorti alla fine si sono ritirati, ma non prima di aver dimostrato di considerare Maloula una roccaforte dei sostenitori del governo. Come in altri scontri simili, il governo ha inviato l’aviazione a bombardare le posizioni dei ribelli, una tattica che ha fatto molto per trasformare milioni di siriani in profughi all’interno e all’esterno del paese.
L’occupazione di Maloula illumina altri sviluppi in Siria che differiscono marcatamente da ciò che è raccontato dai media o dichiarato dall’amministrazione Obama in un tentativo di ottenere il consenso del Congresso a un attacco aereo. Il 5 settembre, lo stesso giorno in cui al-Nusra ha attaccato Maloula, il Segretario di Stato John Kerry ha dichiarato a proposito dei ribelli, in un’udienza del Congresso: “Semplicemente non sono d’accordo che la maggioranza sia di al-Qaeda e di gente malvagia. Non è vero. Sono tra i settantamila e i centomila oppositori … Forse dal 15 al 25% in un gruppo o in un altro potrebbe essere composto da quelli che noi giudichiamo ‘i cattivi’.” I comandanti ribelli hanno allegramente assicurato gli opinionisti della stampa statunitense che il presunto moderato FSA domina l’esterno di Damasco, diversamente dalla Siria settentrionale e orientale.
L’attacco contro Maloula è prova di un altro aspetto della guerra: dopo i suoi successi agli inizi dell’estate nella battaglia per Qusayr, le forze del governo non sono state vittoriose sul campo di battaglia quanto molti si sarebbero attesi. Hanno fatto dei progressi a Homs ma ancora non tengono l’intera città. Se hanno usato effettivamente il gas venefico contro i sobborghi di Damasco tenuti dai ribelli può essere stato per la frustrazione per l’incapacità dell’esercito di catturarli con altri mezzi e per la sua mancanza di personale in grado di subire le perdite inevitabili negli scontri di strada. Maloula non è lontana dalla strada principale Damasco-Homs, il che sottolinea che questa autostrada cruciale potrebbe essere tagliata dagli insorti se sono preparati a subire le perdite.
Maloula era uno dei luoghi sicuri per i cristiani in Siria, che un tempo costituivano sino al dieci per cento della popolazione. Molti sono già fuggiti da Aleppo e dalla Siria settentrionale. I loro sacerdoti e vescovi sono stati sequestrati e uccisi. Nella loro parte della Città Vecchia di Damasco sono sotto il fuoco dei mortai da distretti ribelli non lasciando dubbi sul fatto che siano puniti come sostenitori del governo. Quelli che avevano soldi hanno prevalentemente abbandonato il paese. Anche un luogo in precedenza sicuro nelle montagne, come Maloula, dove cristiani perseguitati un tempo cercavano rifugio, non è più sicuro.
Immaginiamo che abbiano luogo attacchi missilistici statunitensi; modificheranno i rapporti di forze decisamente a favore degli insorti? Pare improbabile, anche se l’eliminazione dell’aviazione siriana potrebbe consentire ai ribelli di guadagnare terreno. Lo stallo proseguirà. La Siria ha un governo fallito e un’opposizione fallita. Entrambi pensano ancora di poter vincere se otterranno sufficiente sostegno dall’estero ma hanno poche idee diverse dal continuare a battersi. La sola buona notizia qui è che il governo e i ribelli sono diventati in tale misura procuratori dipendenti di potenze straniere che gli USA e la Russia potrebbero costringerli a negoziare almeno un cessate il fuoco. Ma esso può arrivare troppo tardi per Maloula.
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale:The Independent
Traduzione di Giuseppe Volpe
Traduzione © 2013 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.0
http://znetitaly.altervista.org/art/12276
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