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Striscia di Gaza. La testimonianza di un sacerdote: cuore lacerato dalla sofferenza

notizia del 2012-11-16 14:53:18  RADIO VATICANA

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[2]Un appello per la fine delle violenze tra israeliani e palestinesi era stato lanciato qualche giorno fa dal Patriarcato Latino di Gerusalemme. Proprio nella città santa vive don Mario Cornioli, sacerdote fidei donum della diocesi di Fiesole, che ogni venerdì, da anni ormai, celebra la Messa presso gli ulivi di Cremisan e recita il Rosario sotto il muro del check point di Betlemme. Al microfono di Benedetta Capelli, don Mario racconta come stanno vivendo i cristiani nella Striscia di Gaza:RealAudio [3]MP3 [4]

R. – Conosco Gaza perché, prima di tutto, lì abbiamo una parrocchia, un piccolo gruppo di cristiani, due sacerdoti, quattro congregazioni di suore con 14 sorelle del Verbo Incarnato. Abbiamo diverse scuole e diverse attività, ma soprattutto abbiamo questa piccola comunità che, quando possiamo, andiamo a trovare perché è una comunità che sta soffrendo. Una cosa che spesso non viene raccontata è che questi bombardamenti, iniziati un paio di mesi fa, sono continui. È un popolo di disperati. Io, quando entro a Gaza, dico sempre: “Questa è una discesa all’inferno”. Abbiamo il cuore lacerato dal dolore e dalla sofferenza. Inoltre, qui dove viviamo facciamo anche fatica ad avere notizie dai nostri religiosi… da Betlemme o da Gerusalemme. Ieri ho parlato con le suore che fortunatamente stavano bene: erano preoccupate, impaurite; i nostri fratelli cristiani le chiamano tutti i giorni, dicendo: “Non ci abbandonate, non lasciate la Striscia di Gaza”. Molte delle nostre suore sono straniere, a parte le suore del Rosario che sono locali. I cristiani hanno chiesto loro la possibilità di usufruire delle sale parrocchiali, ritenendo la parrocchia un luogo più sicuro. Le suore stanno preparando le sale sotto la parrocchia per accogliere i cristiani, se le violenze dovessero – come purtroppo tutti temiamo – continuare ad aumentare.

D. – Il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha espresso inquietudine, in una nota, davanti a questa escalation di violenze ed ha espresso l’auspicio che si possa trovare una soluzione al conflitto, attraverso una collaborazione internazionale. Lei, da religioso, che appello si sente di lanciare?

R. – Chiediamo che tutta questa violenza termini perché questa non è assolutamente la strada. Questi bombardamenti stanno creando terrore, la gente è terrorizzata. Io quando entro a Gaza, vedo il terrore negli occhi dei bambini, e questo ti segna …

D. – Le suore cosa le hanno raccontato: quali sono i bisogni che hanno in questo momento e cosa chiedono di più?

R. – Ci chiedono di pregare, chiedono di non essere lasciate sole nella preghiera. Umanamente in questo momento sembra non esserci via di uscita, ma noi sappiamo bene che al Signore tutto è permesso anzi dobbiamo “far pressione” sul cielo, perché ridoni un po’ di calma. In questo momento, la Terra Santa non ha bisogno di altri massacri.

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