Ancora un tentativo per fermare la connivente “partecipazione italiana alla costruzione della ferrovia ad alta velocità Gerusalemme – Tel Aviv che per 6 chilometri attraverserà la linea verde, quindi si snoderà in territorio palestinese, con effetti devastanti sui villaggi coinvolti, già toccati pesantemente da precedenti confische di terra e restrizioni di movimento.
La Coalizione italiana Stop the train ha scritto ancora alla CGIL per convincere la ditta Pizzarotti, la quale “non può non sapere che il tracciato penetra nell’Enclave di Latrun e nella la Valle dei Cedri, dove le comunità maggiormente colpite dal tracciato della ferrovia, sono quelle di Beit Surik e Beit Iksa.
Il Consiglio del villaggio di Beit Surik ha esplicitamente fatto appello alla Comunità Internazionale perché intervenga e li supporti: “Noi, la gente di Beit Surik, non vogliamo che la ferrovia venga costruita sulla nostra terra. E riteniamo fondamentale che le persone di coscienza del mondo appoggino il nostro diritto di decidere dell’uso della nostra terra e diano il loro aiuto per modificare il tracciato della ferrovia”.
Inoltre si stima che attraverso la escavazione dei tunnel, il primo quasi del tutto all’interno dei Territori Palestinesi Occupati, sarà estratto oltre 1 milione di metri cubi di material, due terzi dei quali considerati materiale riutilizzabile, che sarà usato dal contraente per essere venduto o utilizzato nell’industria delle costruzioni in Israele. Si configura quindi un ulteriore sfruttamento di terra palestinese, contravvenendo chiaramente a quanto disposto dal Diritto Internazionale e dalla Convenzione di Ginevra.
La lettera si conclude con un invito chiaro: “Alla luce di quanto sopra e vista la dichiarata volontà dell’impresa Pizzarotti di voler procedere nei lavori di costruzione della TAV israeliana, riteniamo che la CGIL non possa non condividere le motivazioni con cui si chiede all’impresa italiana di disdire il Contratto firmato col Governo Israeliano ed abbandonare definitivamente i lavori, e pertanto si chiede di firmare l’appello allegato.
Cordiali saluti, Coalizione Italiana Stop That Train
fermarequeltreno@gmail.com
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