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Tranquilli! L’occupazione non finirà mai.

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Netanyahu: la presenza israeliana nella West Bank ci sarà comunque, anche in un ipotetico stato palestinese Gerusalemme – Il Primo Ministro Israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto che Israele deve conservare una presenza nella West Bank per impedire l’importazione di missili, persino dopo che si fosse raggiunto un accordo di pace – la prima volta che una richiesta di questo genere è stata esposta chiaramente.

Egli ha sostenuto che l’esperienza degli attacchi con razzi provenienti dai confini libanesi e di Gaza fa capire che Israele essere in grado di impedire che tali armi vengano ad essere introdotte nella West Bank di un qualsiasi futuro stato palestinese. “Noi non possiamo permetterci che questo si verifichi di fronte al centro del nostro paese,” ha dichiarato a Gerusalemme ai corrispondenti esteri. “Nel caso di un futuro accordo con i palestinesi, questo comporterà una presenza israeliana sul lato orientale di un potenziale stato palestinese,” ha continuato, senza entrare nei dettagli. Che Netanyahu parli ora apertamente di uno stato palestinese è in sé stesso degno di nota, persino se egli assegna al discorso il compito di un avvertimento.

L’inflessibile primo ministro, che guida una coalizione per lo più contraria al compromesso territoriale, ha esitato molto tempo prima di accettare l’idea di uno stato palestinese, capitolando solo lo scorso giugno a seguito della forte pressione degli Stati Uniti. Netanyahu non ha evidenziato quanto, se a qualsiasi parte, della West Bank sarebbe disposto rinunciare.

Il capo negoziatore palestinese, Saeb Erekat ha respinto la richiesta di Netanyahu per una presenza israeliana in un futuro stato palestinese. I palestinesi vogliono creare uno stato indipendente nella West Bank, nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est senz’alcuna presenza israeliana, sia essa militare che civile. “ Ancora una volta Netanyahu parla per dettare ordini, non per proporre negoziati,” ha sostenuto Erekat. 

Attualmente Israele possiede il controllo totale della West Bank e dei suoi confini, sebbene l’Autorità Palestinese pattugli i principali centri abitati. Israele ha ritirato i suoi soldati e i suoi coloni da Gaza nel 2005, ma conserva il controllo dei confini di quel territorio e del suo spazio aereo. Per quanto riguarda Gerusalemme, Israele ha annesso il settore orientale della città, tradizionalmente arabo, dopo averlo tolto alla Giordania nella guerra mediorientale del 1967, e Netanyahu ha affermato che lo status della città non è negoziabile, sebbene i palestinesi abbiano designato Gerusalemme Est come loro futura capitale. Netanyahu ha ribadito la sua richiesta di una ripresa immediata dei colloqui di pace Israelo-palestinesi, che i palestinesi insistono che non possono aver luogo fino a che Israele non congela le costruzioni in tutte le colonie, sulle terre che loro affermano far parte del loro stato.

Il leader israeliano ha respinto tale condizione, affermando che il suo governo ha già fatto passi significativi per rallentare le costruzioni e migliorare le condizioni dei palestinesi. “I palestinesi si sono arrampicati su di un albero,” ha detto Netanyahu. “Le gente porta loro delle scale, noi portiamo loro delle scale. Più lunghe sono le scale, più in alto si arrampicano.”

The Associated Press, 20 gennaio 2010
tradotto da Mariano Mingarelli