L’esercito israeliano ha individuato un passaggio di 1,7 km tra Khan Younis e il Sud del Paese. Bloccato a tempo indeterminato l’ingresso di materiali da costruzione.

dalla redazione
Gerusalemme, 15 ottobre 2013, Nena News – Un tunnel lungo un chilometro e settecento metri tra Khan Younis, a Gaza, e Israele. Il passaggio, piuttosto sofisticato e alto fino a due metri, è stato scoperto dall’esercito israeliano: 450 metri si estendono dentro il territorio israeliano. All’interno, anche dei binari per trasportare, secondo Israele, “terroristi e soldati più velocemente”.
Immediata la reazione di Tel Aviv che ha etichettato il passaggio “tunnel del terrore”: il ministro della Difesa Yaalon ha detto che la scoperta “ha evitato un attacco terroristico contro civili e soldati israeliani”, mentre il governo ha subito congelato l’ingresso nella Striscia di ogni tipo di materiale edile e da costruzione. “A causa di ragioni di sicurezza, l’esercito ha deciso di fermare per ora il trasferimento di materiali di costruzione dentro Gaza”, ha commentato Guy Inbar, portavoce del Ministero della Difesa, senza specificare la durata dell’interruzione.
Secondo Israele, responsabile della costruzione del tunnel è Hamas.Sicuramente a fare le spese di tale rappresaglia è la popolazione gazawi, che già incontra grosse difficoltà nel reperire materiali edili, necessari alla ricostruzione di case, scuole, ospedali distrutti durante le recenti offensive militari israeliane, Piombo Fuso nel 2008-2009 e Colonna di Difesa del novembre 2012: si dovrà fermare la costruzione di 13 scuole pubbliche e posticipare l’avvio di altri 26 istituti scolastici e 76 asili. “Non è chiaro come il blocco del trasferimento di tali materiali – ha commentato l’Ong israeliana Gisha – possa garantire l’obiettivo israeliano. Al contrario colpirà negativamente i progetti umanitari e civili”.
A partire dal 2007, anno di inizio del blocco israeliano contro Gaza, il settore edile gazawi ha subito un crollo. Se prima dell’assedio a Gaza entravano 250 camion al giorno carichi di materiali edili, fino a pochi giorni fa la media era di 70 camion, il 25-30% del fabbisogno reale della Striscia. A ciò si aggiunge l’impennata dei costi, dovuta anche alla distruzione dei tunnel verso l’Egitto, che impedisce il contrabbando di materiale: dal 3 luglio, giorno del golpe militare che ha deposto il regime dei Fratelli Musulmani, il prezzo del cemento egiziano è balzato a 280 dollari la tonnellata, quello israeliano a 155.
Intanto, ieri in occasione della festa musulmana dell’Eid, l’Egitto ha nuovamente chiuso la frontiera con Gaza. Serrata fino a sabato. La chiusura del confine di Rafah dal 3 luglio scorso non è più una novità: le autorità egiziane hanno costantemente rifiutato di aprire l’unica vera frontiera verso l’esterno per i quasi due milioni di gazawi. Ufficialmente per ragioni di sicurezza, ufficiosamente per tenere sulla corda Hamas, sostenitore attivo del deposto presidente Morsi. Nena News
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