REDAZIONE 10 OTTOBRE 2013
di Noam Chomsky – 10 ottobre 2013
Gli Stati Uniti non sono la prima superpotenza, e probabilmente non saranno nemmeno l’ultima, ad agire come se fosse eccezionale, anche se i leader degli Stati Uniti potrebbero sprecare un’occasione proficua per un miglioramento delle relazioni internazionali, ha affermato Noam Chomsky in un’intervista a RT.
RT: Vorrei partire dall’Iran. Il nuovo presidente, Rouhani, è sembrato molto più morbido del suo predecessore. Nel suo recente viaggio negli Stati Uniti è stato salutato come un progresso e per la prima volta in trent’anni due presidenti si sono parlati. Vede un cambiamento nella politica statunitense nei confronti dell’Iran?
Noam Chomsky: Il vero problema è ciò che accadrà negli Stati Uniti. Nel modo in cui il problema è presentato negli Stati Uniti e nella maggior parte dell’occidente, il problema è l’intransigenza iraniana e il suo rifiuto delle richieste della comunità internazionale. C’è molto da criticare a proposito dell’Iran, ma il vero problema è molto diverso. E’ il rifiuto dell’occidente, principalmente degli Stati Uniti, di avviare una diplomazia seria con l’Iran. E per quanto riguarda la violazione della volontà della comunità internazionale da parte dell’Iran ciò dipende da una definizione molto speciale della comunità internazionale che è lo standard in occidente, dove l’espressione significa gli Stati Uniti e chiunque li segua. Così se la comunità internazionale comprende il mondo, allora la storia è molto diversa. Ad esempio i paesi non allineati, che costituiscono la maggioranza della popolazione mondiale, hanno appoggiato vigorosamente il diritto dell’Iran ad arricchire l’uranio. Lo appoggiano tuttora.
Nella regione circostante, nel mondo arabo, gli arabi non amano l’Iran, la nazione è molto impopolare, ci sono ostilità che risalgono molto indietro nel tempo. Ma non considerano l’Iran una minaccia; una percentuale molto limitata considera l’Iran una minaccia. Le minacce che percepiscono sono gli Stati Uniti e Israele, dunque non fanno parte del mondo per quanto riguarda la “comunità internazionale” ma si tratta di un’ossessione occidentale. Ci sono modi per occuparsene, quale che sia quella si considera una minaccia? Certo, ce ne sono.
Così, per esempio, nel 2010 c’è stato un progresso molto positivo che avrebbe potuto essere mitigato quale che fosse la supposta minaccia. La Turchia e il Brasile avevano raggiunto un accordo con l’Iran in base al quale l’Iran avrebbe trasferito all’estero tutto il suo uranio a basso arricchimento in cambio della conservazione in Turchia e in cambio l’occidente avrebbe fornito all’Iran isotopi per i reattori medici iraniani. Non appena ciò è stato annunciato, il Brasile e la Turchia sono stati severamente condannati da Washington e dai media, che più o meno seguono per un riflesso condizionato ciò che Washington dice. Il governo brasiliano ne è rimasto parecchio sconvolto, tanto che il ministro degli esteri brasiliano ha pubblicato una lettera del presidente Obama al presidente del Brasile nella quale Obama aveva proposto aveva proposto la stessa cosa presumendo che l’Iran si sarebbe rifiutato. Quando l’Iran ha accettato, naturalmente ha dovuto condannare la cosa e Obama si è recato dritto al Consiglio di Sicurezza per cercare di ottenere sanzioni più severe. Beh, questo è uno dei casi.
Ce n’è uno più recente che è ancor più interessante. Nel dicembre scorso doveva esserci una conferenza internazionale in Finlandia per far progredire vecchi tentativi di creare una zona libera da armamenti nucleari, da tutte le armi di distruzione di massa, in realtà, nel Medio Oriente. L’iniziativa era sotto gli auspici del trattato sulla non-proliferazione, fondamentalmente dell’ONU. Beh, doveva aver luogo in dicembre; non c’è stata. La prima cosa che è successa è che Israele ha annunciato che non avrebbe partecipato. Allora tutti gli interessati hanno atteso di vedere se l’Iran avrebbe partecipato. L’Iran ha affermato che avrebbe partecipato senza condizioni. Immediatamente Obama ha revocato la conferenza, fornendo i motivi che sono i motivi ufficiali di Israele: non si può tenere una conferenza prima che ci sia una soluzione regionale di pace. Naturalmente, sullo sfondo, non si può avere una soluzione regionale di pace fino a quanto gli Stati Uniti e Israele non la smettono di bloccare l’accordo internazionale su una soluzione per Israele e la Palestina, come fanno e come hanno fatto per 35 anni. Dunque, niente riunione. I paesi arabi che hanno a lungo esercitato pressioni per la conferenza hanno affermato che procederanno comunque ma naturalmente non è possibile senza il sostegno statunitense. Il parlamento europeo ha approvato una risoluzione che sollecita un rapido rinnovo dell’iniziativa. La Russia l’ha appoggiata. Il popolo degli Stati Uniti non ha fatto quasi nulla al riguardo per una ragione semplicissima: nemmeno una parola al riguardo è apparsa sulla stampa statunitense, letteralmente. Si può leggerne su riviste dedicate al controllo degli armamenti o in riviste di affari internazionali o in cose che scrivo io o in cose ai margini. Ma la stampa sta zitta al riguardo; dunque niente pressioni. Beh, l’iniziativa avrebbe potuto riuscire? Forse. Avrebbero potuto essere compiuti passi per mitigare la crisi. Non riesaminerò l’intera storia, ma risale molto addietro. Fintanto che l’occidente, seguendo la guida degli Stati Uniti, rifiuterà di accettare una soluzione diplomatica negoziata, la situazione potrà essere molto seria.
‘Eccezionale nel suo diritto di usare la forza e la violenza’
Vale anche la pena di ricordare che ogni giorno gli Stati Uniti e Israele violano la legge internazionale su questo problema. La Carta dell’ONU, casomai interessi a qualcuno, vieta la minaccia o l’uso della forza negli affari internazionali. Ogni volta che un dirigente afferma “tutte le opzioni sono aperte”, quello è un crimine. Qui non interessa a nessuno. Si presume che noi siamo in grado di attuare crimini e in realtà ieri c’è stato un esempio spettacolare di questo.
Se si legge il grande articolo in prima pagina del New York Times di ieri sulla cattura di Abu Anas, il bersaglio jihadista in Libia, va letta la parte finale dell’articolo dove è citato il Segretario di Stato al quale è stato chiesto in una conferenza stampa se l’atto sia stato legale e lui afferma: “Sì, è legale, è conforme alla legge statunitense.” Ciò significa che la legge statunitense afferma che possiamo andare in qualsiasi paese ci piaccia a sequestrare chiunque vogliamo e che questo è legale. Naturalmente questa è la legge di qualcun altro? Supponiamo che al-Qaeda o qualche altro paese, lo Yemen o altri, vengano negli Stati Uniti e sequestrino John Kerry. E’ legale? Se è legale secondo le loro leggi. Quello che questo ci dice è che noi pretendiamo di essere padroni del mondo. Quello che decidiamo noi si applica universalmente. Non importa cosa dice la legge internazionale, nessun altro ha questi diritti. Un articolo onesto avrebbe avuto questo nel titolo e avrebbe spiegato cosa significa, ma nessuno commenterà questo negli Stati Uniti o in Gran Bretagna o probabilmente nella maggior parte del mondo, ma questi sono fatti molto importanti.
‘Ogni grande potenza che conosco ha affermato di essere eccezionale’
Gli Stati Uniti hanno sempre adottato il principio dell’eccezionalismo statunitense; la cosa risale ai primi coloni, ma non è una posizione unicamente statunitense.
Ogni grande potenza, almeno tutte quelle che conosco, ha assunto la stessa posizione. Così la Francia è stata unica nella sua missione civilizzatrice, che è stata annunciata quando il ministro della guerra stava sollecitando lo sterminio del popolo algerino. La Russia sotto Stalin è stata eccezionale e magnifica in modo unico quando attuava ogni sorta di crimini. Hitler ha affermato l’eccezionalismo tedesco quando si è impossessato della Cecoslovacchia; era stato fatto per por fine alla pulizia etnica e per porre il popolo sotto la più vasta elevata cultura tedesca e tecnologia tedesca. In realtà non riesco a pensare a un’eccezione.
Ogni grande potenza che conosco ha affermato di essere eccezionale, Stati Uniti compresi: eccezionale nel suo diritto di usare la forza e la violenza.
RT: Gli Stati Uniti non si sono spinti più in là con l’eccezionalismo?
NC: Solo perché gli Stati Uniti sono più potenti. Se si torna indietro di un centinaio di anni l’eccezionalismo britannico e francese era molto più potente. Gli Stati Uniti avevano la stessa dottrina, ma quelle che davvero contavano nel mondo erano le maggiori potenze imperiali. E nei domini russi era la Russia a essere eccezionale. Prova a trovare un’eccezione. Dunque l’eccezionalismo è a suo modo interessante perché sembra non avere eccezioni. Tutti lo accettano e naturalmente è sempre ridicolo.
RT: Vorrei chiederle della Siria. Ha appena cominciato a smantellare il suo arsenale chimico. Gli Stati Uniti ora sembrano concordare con la Russia che forse un intervento militare non è la via migliore, anche se sembrano recalcitrare sulla politica nei confronti della Siria. Si attende provocazioni dai ribelli armati volte a tentare di ostacolare questo passo verso il disarmo?
NC: Ci sono molti gruppi ribelli armati e sono piuttosto imprevedibili. Molti si combattono l’un l’altro e molti sono locali. Alcuni addirittura premono per l’autonomia, come nell’area curda i ribelli armati stanno effettivamente premendo per l’autonomia curda e c’è anche ogni sorta di altri gruppi simili. Ci sono anche elementi democratici laici; personalmente, sono il tipo di persone che mi piacerebbe veder assumere il potere ma le dinamiche del conflitto armato sono che gli elementi più duri e brutali di ogni schieramento tendono a venire in primo piano. E’ quasi inevitabile, così magari a qualcuno possono piacere, come a me, ma non penso che le loro prospettive siano molto buone. Non penso che sia prevedibile quello che faranno.
In effetti va bene liberarsi delle armi chimiche siriane; è una gran cosa, ma non è così che dovrebbe essere la politica. Quando il presidente Obama e la stampa e via dicendo parlano della convenzione sulle armi chimiche la citano in modo fondamentalmente sbagliato, di proposito. Quando si afferma che la convenzione sulle armi chimiche vieta l’uso delle armi chimiche, quella è solo una parte della storia. La convenzione vieta la produzione, la conservazione e l’uso di armi chimiche. Ora, la produzione e la conservazione non possono essere citate perché se si citano allora vanno smantellate le armi chimiche di Israele; perciò non possiamo citarle. Ma questa è un’occasione perfetta per passare a eliminare le armi chimiche dalla regione; non solo dalla Siria, bensì dalla regione.
‘Le armi chimiche siriane non ci sono solo per gusto, ma ci sono come contrasto alle armi nucleari israeliane’
Israele è il solo paese nella regione con un massiccio potenziale nucleare. Dunque c’è un problema più generale che riporta alla questione di una zona libera da armi di distruzione di massa in Medio Oriente, che gli Stati Uniti hanno bloccato per lo stesso motivo. Dunque questa è una soluzione parziale; è buona in sé, ma molto parziale. Le opportunità più vaste non sono perseguite e nemmeno discusse fuori da aree realmente marginali.
RT: Informazioni recenti diffuse dal rivelatore Edward Snowden hanno suscitato un mucchio di scandalo in tutto il globo. Alcuni lo considerano un malfattore, altri un eroe. Gli Stati Uniti vogliono processarlo mentre altri sollecitano che gli siano conferiti i più importanti premi per i diritti umani. Lei cosa pensa di lui?
NC: Penso che abbia adempiuto la responsabilità di un cittadino onesto. Far sapere alla popolazione cosa stanno facendo i nostri rappresentanti eletti. Lo stesso per Bradley Chelsea Manning. Fa sapere alla gente cosa sta facendo il suo governo. Quelli che lo voglio impiccato da traditore, eccetera, quello che dicono è che ha danneggiato la sicurezza.
‘La sicurezza vera è una preoccupazione bassa’
Ci sono due problemi con quella tesi. Uno è che quando un governo o altri hanno fatto riferimento alla propria sicurezza, ciò non ha letteralmente comunicato alcuna informazione. Il motivo è che è prevedibile. Non importa qualsiasi cosa uno stato faccia, non importa quanto tremende siano le cose che dirà che è necessario siano fatte per la sicurezza. Un messaggio che è del tutto prevedibile è completamente privo di informazioni. Dunque, innanzitutto è privo di informazioni. Tuttavia noi possiamo andare a vedere a che cosa corrisponde la pretesa della sicurezza e ciò è parecchio facile in una società come gli Stati Uniti, precisamente perché è una società molto libera e aperta, forse la più libera e aperta del mondo.
Così, noi abbiamo un’enorme quantità di documenti desegretati che vanno molto indietro e che erano stati segretati per motivi di sicurezza ma che ora sono disponibile, una serie molto ampia di essi; possiamo studiarli e chiederci in quale misura la sicurezza era rilevante. Ho lavorato molto a questo e altri possono lavorarvi e la conclusione è che la sicurezza è quasi sempre rilevante, ma si tratta della sicurezza del governo dalla sua stessa popolazione. E’ quella preoccupazione per la sicurezza.
La sicurezza vera, come la sicurezza della popolazione da un attacco, è una preoccupazione molto bassa. Lo si può vedere anche nella politica statale; non c’è tempo per passarla in rassegna, ma se si esamina la storia della politica statale dal suo inizio sino a oggi, la sicurezza della popolazione non è una priorità molto elevata. Gli Stati Uniti non sono soli in questo; è una cosa molto comune.
RT: Perché non vediamo un numero maggiore di statunitensi vagliare lo spionaggio della NSA, la campagna dei droni di Obama, violazioni chiare e certamente cose per cui all’estero si criticano gli Stati Uniti? Perché c’è tanto silenzio in patria?
NC: A causa della sicurezza. Si tratta di una popolazione spaventata e il tema della sicurezza ha peso. La gente sente, in qualche modo, che il governo non ci sta proteggendo. Prendiamo, diciamo, i droni. La campagna dei droni è di gran lunga la maggior campagna terroristica al mondo. Non è mai descritta così ma ovviamene è questo che è. Inoltre è una campagna che genera terroristi. Dai livelli più alti e dalle fonti più rispettate è riconosciuto che gli attacchi dei droni creano terroristi su una scala molto considerevole. Perciò è una minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti, a parte il fatto di essere in sé una campagna terroristica, e non è quasi mai dibattuta. Prendiamo l’invasione dell’Iraq.
L’invasione dell’Iraq è stata intrapresa nonostante avvertimenti dei servizi d’informazione negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, entrambi paesi aggressori; i servizi d’informazione avevano avvertito che avrebbe aumentato il terrorismo. Lo ha fatto e per un fattore molto grande. Secondo statistiche governative di un fattore di sette nel primo anno. Questo contribuisce alla sicurezza? Beh, avevano altri motivi per invadere l’Iraq, non la sicurezza, e questa è storia vecchia.
Torniamo al 1950. Gli Stati Uniti erano una potenza dominante, avevano circa metà della ricchezza mondiale, una sicurezza incomparabile e così via. Ma c’era una minaccia potenzialmente grave: i missili balistici intercontinentali con testate all’idrogeno. Non esistevano, ma stavano per esistere. Beh, se il governo avesse avuto interesse alla sicurezza si sarebbero mossi per vedere se la Russia avrebbe accettato un trattato per mettere al bando la produzione di queste armi ed è molto possibile che lo avrebbe accettato. Non perché sono persone belle, ma perché sapevano che erano molto indietro. Dunque avrebbe potuto funzionare.
C’è un genere di storia standard della politica delle armi nucleari scritta da George Bundy, che è stato consigliere per la sicurezza nazionale di Kennedy e Johnson. Aveva accesso ai livelli massimi dei documenti interni. E in questo libro ci sono un paio di righe che hanno la massima importanza nel libro, in cui ha osservato di non aver potuto trovare nessun documento interno che avesse almeno suggerito questa possibilità.
La preoccupazione per la distruzione del paese era così limitata che non fu mai nemmeno discussa la possibilità di sviluppare un accordo su un trattato con l’unico avversario, che avrebbe potuto eliminare questa minaccia. Semplicemente non è una preoccupazione. E’ così che opera lo stato. Quando sappiamo qualcosa della politica statale essa è tipicamente così; [la dirigenza politica] ha i suoi propri sistemi di potere e ha la sua propria lista di preoccupazione, ma la sicurezza della popolazione non è ai primi posti. Ma la popolazione lo accetta ed è impaurita. E anche altri paesi sono impauriti. Si pensa che abbiamo bisogno di un grande fratello che ci protegga dai nemici e perciò ci sono pochissime proteste e scarsissima discussione. Dunque si cerchi dove si può trovare la campagna dei droni descritta come una campagna terroristica perché sta generando terroristi. Si trova ai margini, ma la maggior parte della gente non ha mai sentito nulla di simile.
Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale: RT.com
Traduzione di Giuseppe Volpe
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