Blinken presenta il conto ad Abu Mazen: Ramallah cooperi con Israele

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di Michele Giorgio*

Pagine Esteri, 1 febbraio 2023 – Avranno fatto storcere il naso al premier israeliano Netanyahu e ai suoi ministri di estrema destra le condoglianze che Antony Blinken, dopo quelle fatte alle famiglie delle sette vittime israeliane dell’attentato di venerdì a Gerusalemme, ha rivolto ieri a Ramallah al presidente dell’Anp Abu Mazen per i civili palestinesi «innocenti» uccisi nei raid dell’esercito israeliano in Cisgiordania. «In questi tempi di violenza c’è stata una perdita di molte vite innocenti da entrambe le parti», ha aggiunto il segretario di Stato una volta rientrato a Gerusalemme. Per i comandi militari e l’establishment politico israeliano i palestinesi uccisi, tranne rare eccezioni, erano tutti «terroristi».

E’ minimo il peso della breve apparizione di Blinken in Cisgiordania di fronte alla secca riaffermazione fatta lunedì dal segretario di stato della partnership strategica tra Usa e Israele contro l’Iran e in tutte le vicende mediorientali. Ieri Abbas ha ripetuto che Israele è responsabile dell’aumento della violenza con le sue politiche «che minano una soluzione a due Stati» e le sue incursioni militari. Ha sottolineato che nel silenzio della comunità internazionale Israele espande i suoi insediamenti e continua l’espropriazione di terre, la demolizione di case e gli sgomberi, mentre aumenta l’aggressività dei coloni israeliani in Cisgiordania. Blinken ha risposto che gli Stati uniti restano contrari a mosse unilaterali e all’espansione delle colonie.

Ma è stato evidente che il segretario di stato a Ramallah è andato più di tutto per convincere Abu Mazen a riprendere la collaborazione di sicurezza con Israele interrotta dopo il raid a Jenin di una settimana fa (10 palestinesi uccisi), ossia ad arrestare o contenere in Cisgiordania la lotta armata contro l’esercito israeliano. D’altronde con quell’obiettivo gli Stati uniti finanziano 2/3 del budget degli apparati di sicurezza dell’Anp. E forse Blinken ha detto ad Abu Mazen di tenere conto delle parole di Meir Ben-Shabbat, ex consigliere per la sicurezza di Netanyahu, che in un’intervista al Times of Israel ha chiarito senza peli sulla lingua la visione israeliana della funzione dell’Anp. «Se l’Autorità palestinese non combatte il terrorismo, perché dovrebbe esistere?» ha detto Ben-Shabbat. Quindi ha avvertito che se non lo farà, «le Forze armate israeliane potrebbero essere costrette a intraprendere un’importante operazione militare in Cisgiordania (Muraglia di Difesa, ndr), come ha fatto nel 2002 al culmine della Seconda Intifada».

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