Un concerto… a due voci!

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Carissimi amici di Bocchescucite,
mentre ci associamo alle speranze di novità e di rinnovato impegno che ci giungono da Betlemme come da tutta la Palestina occupata, mentre ricordiamo con profonda amarezza che sono trascorsi quattro anni dal massacro di Piombo fuso nella Striscia di Gaza, vi offriamo un singolare ‘duetto’ che, se ovviamente non si è svolto nei fatti, ci piace pensare di aver ascoltato in un unico rincorrersi di voci a Betlemme, nei giorni scorsi del Natale.
Due voci autorevoli (che scoprirete solo alla fine…) unite da un unico, profondo desiderio di giustizia e di pace.

Signore e Signori,
Benvenuti ad una serata speciale, una serata unica che dalla Palestina raggiungerà nei prossimi giorni il mondo intero. Esattamente una settimana fa, davanti al Palazzo dell’UNESCO a Parigi, è stata aggiunta una nuova bandiera a quelle dei 194 paesi già membri di quell’istituzione, la bandiera Palestinese. Troppo spesso, fino ad oggi, quando nel mondo e nei mezzi di informazione internazionali si parlava di Palestina, lo si faceva esclusivamente in relazione ad Israele, privando di fatto il popolo palestinese, la loro società e la loro cultura, della possibilità di essere riconosciuti in quanto tali: un Popolo, una Società ed una Cultura a sé stanti.

Cari Fratelli e care sorelle,
Saluto in modo particolare il Presidente Mahmoud Abbas e mi congratulo con lui per l’instancabile impegno e gli sforzi compiuti in favore di una pace giusta in Medio Oriente, per il raggiungimento della quale la creazione di uno Stato palestinese è una delle condizioni principali.
La nostra regione sta attraversando delle trasformazioni radicali che hanno un impatto sul nostro presente e sul nostro futuro.
Non possiamo più rimanere spettatori. Dobbiamo proteggere i nostri popoli per la loro sopravvivenza e le loro aspirazioni.

Il Concerto di questa sera permetterà di far conoscere a molti un aspetto della Palestina che forse ignoravano.
L’Orchestra Giovanile Palestinese è formata oggi da allievi e professori del Conservatorio Nazionale Palestinese Edward Said oltre che da ospiti provenienti da altre istituzioni musicali Palestinesi e Italiane.
Nelle precedenti edizioni dei Concerti per la vita e Per la Pace da Betlemme e Gerusalemme, orchestre italiane si esibivano in giorni consecutivi davanti al pubblico palestinese della Betlemme occupata e a quello israeliano della libera Gerusalemme Ovest, alimentando una falsa immagine di parità fra palestinesi ed israeliani.
In virtù dell’ammissione della Palestina come Stato membro dell’UNESCO e della richiesta di ammissione alle Nazioni Unite, l’Associazione Vita e Pace ha scelto quest’anno di chiedere ad un’orchestra palestinese di esibirsi nel concerto natalizio, con un’unica rappresentazione a Betlemme, come gesto di amicizia e solidarietà verso i suoi cittadini.

Noi siamo con il nostro popolo con tutte le nostre forze, perché le sue sofferenze e le sue speranze sono le nostre.
La storia ci insegna che le aspirazioni di libertà e pace dei popoli sono più forti del potere dell’ingiustizia!
Possano scomparire i muri fisici e quelli psicologici che gli uomini costruiscono attorno a sé.
Dio vuole dei ponti che uniscano invece che barriere che separino ciò che Dio ha congiunto. Cari fratelli e sorelle, abbattiamo prima di tutto i muri nei nostri cuori per poter abbattere anche i muri di cemento.
Chiediamo il riconoscimento dello Stato di Palestina come soluzione giusta al conflitto.

Quando nel mondo si parla di Palestina, lo si fa esclusivamente in relazione ad Israele, privando di fatto alla cultura, e alla società palestinesi, di essere riconosciute nella loro originalità e ricchezza. Chi agisce in ambito culturale in Palestina si trova a dover affrontare il duplice e delicato compito di promuovere la Cultura in quanto tale senza però ignorare l’impatto che la situazione politica ha su di essa.

I Palestinesi si sono rivolti recentemente alle Nazioni Unite, con la speranza di una soluzione giusta al conflitto, con l’intenzione di vivere in pace e sicurezza con i loro vicini. È stato chiesto loro di ritornare ai precedenti e già falliti negoziati di pace. Questo li ha lasciati con l’amaro in bocca per le promesse non mantenute ed ha alimentato un senso di sfiducia.

In questo contesto è fondamentale che le attività culturali offerte ad entrambe le “parti” – come i Concerti per la Vita e per la Pace – o che le coinvolgono entrambe – come la West Eastern Divan Orchestra del Maestro Barenboim– siano accompagnate da un chiaro messaggio politico che si proponga di denunciare e sovvertire lo status quo nel nome della giustizia e dei diritti umani.

Noi alziamo la voce e chiediamo pace, soltanto pace!
La desideriamo per il popolo palestinese, così come per il popolo israeliano.
Siamo per il benessere di tutto il mondo: per la pace, la sicurezza, il reciproco rispetto e dignità.
Affermo spesso che stare con una delle parti non significa essere contro l’altra.

Non si può suggerire, come troppo spesso avviene, presupponendo l’esistenza di due parti equiparabili, che in Palestina/Israele sia in corso un “conflitto” fra due popoli. E’ di fatto solamente uno dei due popoli a godere di totale libertà, mentre il suo Stato (una delle principali potenza militari al mondo) controlla tutto il territorio, le risorse e ogni libertà dell’altro, oltre ad aver instaurato una fitta rete di barriere e di leggi militari concepita per impedire il contatto fra civili palestinesi e israeliani, e per separare i palestinesi gli uni dagli altri.

Desideriamo la pace perché i nostri bambini e i loro figli possano vivere, giocare e crescere senza paura e senza complessi.
La via per raggiungere Betlemme rimanga libera, senza ostacoli, come per i magi e i pastori…
I nostri bambini ci supplicano: Lasciateci crescere normalmente giocando nei nostri villaggi e nelle nostre città!
Non possiamo limitarci solo a pregare per la pace!
Anche le buone intenzioni e i discorsi non bastano più. Cerchiamo la pace concretamente con tutte le nostre forze ed energie.
Niente ci può togliere la nostra speranza: né la paura, né le minacce, né l’arroganza degli uomini.

 Michele Cantoni, direttore artistico dell’orchestra giovanile palestinese, discorso di benvenuto al concerto di Natale nella Basilica di Betlemme

 † Fouad Twal, Patriarca latino di Gerusalemme, Omelia di Natale

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