UN GIRO PER LIFTA

516

· by 

Photo Credit: Ahed Izhiman

Giacca e cappello neri, due ridicole trecce di capelli, mi rincorre parlandomi in ebraico.

“I don’t speak Hebrew”

E lo ripete, in inglese “Sei ebrea?”

“No”

“Tua mamma è ebrea?”

“No”

“Tua nonna? Qualcuno della tua famiglia?”

“Non siamo ebrei, nessuno della famiglia” rispondo seccata.

Siamo a Lifta, un villaggio palestinese distrutto dalle milizie sioniste nel 1948. Basta camminare due minuti dalla stazione centrale dei bus di Gerusalemme Ovest, attraversare due superstrade rumorose e trafficate e scendere per qualche minuto per una ripida strada sterrata. Ed ecco che si arriva in una verde vallata, silenziosa e tranquilla, una sorta di mondo parallelo rispetto al caos e allo smog sovrastanti. E’ qui che sorge Lifta, l’unico villaggio palestinese le cui rovine si sono conversate fino ad oggi, come se volessero testimoniare l’atrocità e la brutalità della pulizia etnica avvenuta durante la Nakba. Nella sola Lifta, le armate sioniste hanno fucilato 6 persone e costretto alla fuga tutti i 3000 abitanti. Nessuno di loro, né i loro figli né i nipoti è mai più potuto tornare in questo villaggio, se non per vedere le rovine delle case che ormai sono state occupate da alcuni hippies israeliani. Stelle di David all’ingresso, scritte in ebraico sulle pareti. Ebrei ortodossi, che, completamente nudi, fanno delle strane abluzioni nella suggestiva fonte del villaggio.

 Cammino incredula e sconvolta, ogni volta che faccio un giro per Lifta non posso non pensare ai crimini compiuti da Israele, ancor prima della sua fondazione. 750.000 profughi che oggi son diventati più di 7 milioni, sparsi in tutto il mondo….centinaia di villaggi distrutti, uccisioni, massacri. Ed un’accurata opera che dura da più di 64 anni per cancellare le tracce dei palestinesi, mascherando con alberi e foreste le rovine dei villaggi distrutti, giudaizzando gli originali nomi arabi, cancellando e falsificando la storia….

Vorrei dire tante cose a questo ridicolo ebreo ortodosso, che mi rincorre goffamente….ma so che non servirebbe a nulla…gli do nuovamente le spalle ed inizio a salire per la ripida strada sterrata. Mi ritrovo nella superstrada, in mezzo allo smog e al traffico. In un batter d’occhio il verde, il silenzio, le surreali rovine svaniscono, come in un sogno.

Quest'opera viene distribuita con Licenza Creative Commons. Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0 Italia.

SHARE

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.